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Attualità | 03 dicembre 2024, 10:58

Pasa (Cgil Savona): "A.A.A. Cercasi politiche industriali"

"È urgente che la politica nazionale e regionale si risvegli dal torpore e intervenga dopo anni di assenza"

Pasa (Cgil Savona): "A.A.A. Cercasi politiche industriali"

"L’industria italiana è ormai vicina a un punto di non ritorno, una crisi che si manifesta non solo a livello nazionale, ma anche in provincia di Savona. È urgente che la politica nazionale e regionale si svegli dal torpore e intervenga dopo anni di latitanza". 

Ad affermarlo è Andrea Pasa, segretario generale della Cgil Savona, che aggiunge: "Dall’automotive all’energia, dai trasporti al tessile-abbigliamento, dagli elettrodomestici alla chimica e alla conceria, il comparto industriale è in profonda crisi. In provincia di Savona, questa tendenza si riflette nella progressiva riduzione della presenza industriale. Le difficoltà del settore del vetro e dell’automotive, unite all’assenza di soluzioni per le crisi di Piaggio Aerospace, LaerH, Sanac e Funivie, mettono a rischio migliaia di posti di lavoro. A questo si aggiunge un'economia sempre più sbilanciata verso il terziario, che offre occupazione precaria, insicura e mal retribuita". 

"È necessario fornire risposte concrete alle migliaia di lavoratrici e lavoratori savonesi, presi in giro da promesse non mantenute e dalla totale incapacità delle istituzioni regionali e nazionali di agire con determinazione. Alla nuova amministrazione regionale chiediamo un cambio di passo e una maggiore autorevolezza rispetto ai nove anni precedenti", prosegue Pasa.

"Un primo banco di prova sarà rappresentato dalla vertenza Piaggio Aerospace, per la quale è indispensabile calendarizzare al più presto un incontro con la Presidenza del Consiglio e i Ministeri competenti. È necessario chiarire cosa stia accadendo con l’ennesimo bando di vendita e avviare una discussione seria sulle altre vertenze industriali in difficoltà. Serve una regia pubblica, coordinata dalla Regione Liguria in collaborazione con le istituzioni nazionali, i territori e il sindacato confederale".

"I dati sulla produzione industriale sono drammatici. A parte qualche debole segnale positivo nel settore alimentare, il resto delle attività manifatturiere è in piena recessione: il tessile registra un -10%, l’automotive -9,2%, la metallurgia -3,7% e la fabbricazione di macchinari e attrezzature -4,2%. Questi numeri descrivono un Paese in stallo, immerso in una crisi profonda, a cui il governo risponde con misure che ne aggravano gli effetti, come il taglio di oltre 4 miliardi di euro per il settore automotive".

"Senza interventi immediati, si rischia uno tsunami occupazionale anche in provincia di Savona. La situazione del vetro, dell’automotive e le crisi irrisolte di Piaggio Aerospace, LaerH, Sanac e Funivie sono l’emblema di un’incapacità politica che dura da troppo tempo. In un Paese normale, 20 mesi consecutivi di calo della produzione industriale avrebbero portato a un cambio di rotta. In Italia, invece, tutto resta fermo", aggiunge.

"È da questa drammatica realtà che bisogna ripartire. Ad oggi, Governo, Ministeri e Regione Liguria continuano a raccontare storie di record occupazionali e di crescita della ricchezza. Tuttavia, il Paese reale è quello delle migliaia di lavoratrici e lavoratori alle prese con licenziamenti, cassa integrazione, amministrazioni straordinarie, delocalizzazioni e chiusure".

Il sindacato, in particolare la Cgil, ha già avanzato proposte concrete: la creazione di un’agenzia per lo sviluppo sostenibile; l’introduzione di un nuovo ammortizzatore sociale per la transizione; la riduzione dell’orario di lavoro come leva per gestire i processi di riconversione industriale; una diversa politica energetica e ambientale; investimenti straordinari in ricerca e innovazione". 

"La priorità deve essere risolvere le quattro crisi industriali storiche savonesi, da troppo tempo affidate a commissari che non hanno prodotto soluzioni definitive. La responsabilità di agire spetta alla politica. Anche Confindustria, a livello nazionale, ha abbandonato l’illusione di una falsa narrazione, denunciando apertamente il calo dei consumi e della produzione, oltre alla riduzione dell’export. Ciò dimostra che le ragioni dello sciopero generale del 29 novembre, contro una legge di stabilità sbagliata, non erano affatto pretestuose o strumentali, come invece affermato da Palazzo Chigi".

"Le dimissioni di Carlos Tavares da Stellantis e lo sciopero in Volkswagen contro la chiusura di stabilimenti in Germania sono segnali d’allarme sulla necessità di una strategia industriale europea adeguata alle sfide globali. Non c’è più tempo: l’Europa e l’Italia devono guidare la transizione ambientale sostenendo l’industria per garantire una giusta transizione".

"Questo potrebbe e dovrebbe avvenire attraverso una partecipazione pubblica, sia direttamente sia tramite società partecipate, nel capitale e nel governo delle aziende strategiche. Bisogna smetterla di raccontare un Paese che non esiste: è tempo di affrontare la realtà e assumere decisioni concrete", conclude Pasa.

Redazione

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