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Solidarietà | 30 novembre 2024, 09:18

Tre volontari savonesi accanto ai bambini disabili di Zanzibar con cure fisioterapiche e osteopatiche

La scuola dove hanno operato i tre volontari ospita giovani fragili nel villaggio di Kilombero

Tre volontari savonesi accanto ai bambini disabili di Zanzibar con cure fisioterapiche e osteopatiche

Sono tornati da alcuni giorni, ma hanno ancora negli occhi quei bambini che hanno lasciato a Zanzibar.

Simona Spano e Paola Roncolini (fisioterapiste) e Roberto Guglielmi (osteopata) sono tre volontari che collaborano con Zanzibar Help, un’associazione fondata da Marco Pugliese e sua moglie Graziella, accolti dagli abitanti dell'isola nel 1998. ZanzibarHelp gestisce una scuola per bambini disabili, una categoria fragile non sempre accettata socialmente. La scuola si trova a Kilombero, nel centro dell’isola, e accoglie ben 80 bambini con varie disabilità, offrendo loro uno spazio di apprendimento e gioco guidato da 5 insegnanti.

I bambini possono usufruire anche di cure mediche specifiche. Roncolini, Spano e Guglielmi hanno messo la loro professionalità al servizio dei piccoli ospiti della scuola, offrendo sedute di fisioterapia e osteopatia.

"Sono bambini con varie forme di disabilità – spiega Paola – che vivono in una realtà dove si può morire anche di bronchite, e ad alcuni basterebbero trattamenti semplici per condurre una vita meno difficile. Nonostante tutto, però, si percepisce che questi bambini sono amati. Nella zona, per fortuna, non c'è carenza di acqua, anche se la dieta base è composta principalmente di frutta, che non manca, e riso. Purtroppo, nella nostra società, diamo tutto per scontato. Entrare in contatto con un’altra realtà ci permette di capirlo".

Tra i progetti di Roncolini, Spano e Guglielmi c’era anche la consegna di occhiali da vista, che ha regalato momenti speciali.

Grazie alla farmacista dell’isola, i tre volontari sono entrati in contatto con lo stregone di Tunbatu, il padre della farmacista. Tunbatu è un’isola a nord di Zanzibar molto particolare: per sbarcarvi è necessario il permesso del capo villaggio e non esistono trasporti pubblici.

Lo stregone di Tunbatu, un uomo di 74 anni – in una zona dove la vita media è decisamente più bassa – aveva problemi di vista. "Per combinazione, tra gli occhiali che avevo, ce n’erano un paio adatti a lui – spiega Paola Roncolini – e questo ci ha fatto guadagnare la sua stima. Ci ha persino dato la sua 'benedizione'. È stata un’esperienza unica".

Elena Romanato

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