Politica - 27 novembre 2024, 09:17

I partiti "si aumentano" i fondi del finanziamento pubblico: stop del Quirinale

Diverse le motivazioni del Colle, dalla mancanza dell'urgenza al fatto che una riforma simile richiederebbe un provvedimento ad hoc e non un semplice emendamento a un decreto legge

I partiti avevano creato una proposta per aumentare il finanziamento pubblico alla politica, portandolo da 25 a 42 milioni di euro all’anno. Sembrava tutto deciso, con diversi leader pronti a fare i conti sulle risorse a disposizione. Nella tarda serata di ieri, è arrivata la doccia gelata dal Quirinale: fonti dalla Presidenza della Repubblica hanno fatto sapere ai parlamentari che un provvedimento del genere non sarebbe stato approvato. 

Si tratta di un emendamento al decreto fiscale, che avrebbe quasi raddoppiato i fondi per la politica, elaborato in tandem dal Pd e da Alleanza Verdi e Sinistra, per poi essere riformulato dal governo. Insomma un "accordo" con Pd e Avs che si sono fatti avanti e l’esecutivo pronto a fare da sponda. 

La riforma puntava a ridurre dal 2 per mille allo 0,2 per mille dell’Irpef il contributo destinato ai partiti politici, ma stabiliva anche che la «quota inoptata», che attualmente resta allo Stato, andasse ai partiti.

Il "blitz", aveva già ricevuto il via libera in commissione Bilancio del Senato, prevedeva l’aumento della quota destinata ai partiti da 25 a 28 milioni, con il governo che poi aveva riformulato la cifra fino a 42 milioni. 

Ma il tutto si è scontrato con la contrarietà del Presidente Mattarella. Diversi i motivi: sarebbe stata sollevata innanzitutto la mancanza di omogeneità rispetto alle materie contenute nel provvedimento in discussione al Senato. Una riforma del genere, poi, richiederebbe un provvedimento ad hoc e non un semplice emendamento a un decreto legge. Ci sarebbe poi la mancanza dei requisiti di necessità e urgenza e per un cambiamento proposto avrebbe un impatto notevole sulle finanze pubbliche e su fondi che derivano dalle scelte dei cittadini.