- 23 novembre 2024, 08:00

Le iscrizioni sono in aumento, ma l’Ufficio Scolastico taglia una sezione, il grido d’aiuto dell’asilo ‘Pezzani’ di Sestri: “Togliere risorse significa compromettere il futuro”

Collegio Docenti e Consiglio d’Istituto mettono nero su bianco tutto il loro disappunto per la scelta comunicata a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico: “Parliamo di persone, di bambini che hanno il diritto di crescere, imparare, integrarsi”

Tra le mura dell’Istituto Comprensivo Sestri c’è un silenzio che pesa e si estende fino alle famiglie del plesso infanzia ‘Pezzani’. Un silenzio che, a pochi giorni dall’inizio delle lezioni, si era trasformato in un grido di protesta unanime: dal Collegio Docenti al Consiglio d’Istituto, nessuno si è tirato indietro. La mozione approvata il 23 settembre non è solo un documento, è una denuncia, un manifesto di dissenso contro decisioni percepite come miopi, lontane dalla realtà e incapaci di cogliere le urgenze di un territorio che cresce, vive e ha bisogno di futuro.
Il cuore del problema è la mancata concessione della terza sezione per la scuola dell’infanzia ‘Pezzani’. Una scelta che, secondo i firmatari, non tiene conto né della crescita delle iscrizioni né della particolare situazione demografica del quartiere: un’area che, a differenza di molte altre, non conosce il calo degli alunni, ma accoglie sempre più famiglie, spesso straniere, con bambini in età scolare.

Già l’anno scorso - si legge nella lettera indirizzata al direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Liguria, Antimo Ponticiello, e al direttore dell’Ambito Territoriale di Genova, Alessandro Clavarino - si era raschiato il fondo del barile: un’unica unità di organico, insufficiente, e le ore di potenziamento sacrificate per garantire il servizio minimo. Quest’anno, con settanta iscritti, sarebbe stata necessaria una risposta chiara, concreta, tempestiva. Invece, siamo rimasti ad aspettare una decisione che non è mai arrivata. Fino al 10 settembre, sei giorni dall’avvio delle attività, quando ci è stato comunicato che la terza sezione non ci sarebbe stata”.
Dietro la decisione, secondo il Consiglio d’Istituto, ci sarebbero ragioni di bilancio. Ma è davvero questa la strada? “In un contesto come quello di Sestri, segnato da una forte immigrazione e dalla necessità di integrazione sociale, togliere risorse alla scuola significa compromettere il futuro - recita ancora il documento - non si tratta solo di numeri o organici: qui parliamo di persone, di bambini che hanno il diritto di crescere, imparare, integrarsi. Parliamo di famiglie che vedono nella scuola un presidio irrinunciabile, l’unico strumento di inclusione possibile”.

Il documento punta il dito anche contro il contrasto tra le dichiarazioni ministeriali e le scelte locali: “A giugno, il ministro elogiava il decreto legge 19/2024, garantendo risposte concrete per l’inclusione degli studenti con disabilità. Ma qui mancano i docenti di sostegno necessari. A luglio, si annunciavano corsi di italiano obbligatori per gli alunni stranieri. Ma la nostra richiesta di una cattedra di potenziamento è rimasta inascoltata”. 
Le parole non bastano, ammoniscono dall’Istituto Comprensivo: “Servono risorse tangibili, non proclami. Ogni taglio ha conseguenze immediate, ma ancora più gravi nel lungo periodo”.
L’appello finale è diretto, senza mezzi termini: “Non possiamo essere lasciati soli. Abbiamo bisogno del sostegno delle istituzioni. Il nostro personale fa già molto, spesso oltre i propri doveri, ma non possiamo continuare a lavorare sotto pressione e senza le condizioni necessarie”.

Gli insegnanti si sono fatti carico di creare una sezione a mezza giornata e l’infanzia ne ha recuperata una che serve per tenere in piedi la scuola - spiega ai nostri microfoni Elio Stanchi, presidente del Comitato Genitori e membro del Consiglio d’Istituto - inoltre non ci sono tutte le ore di sostegno, i potenziamenti richiesti non sono stati concessi. La cosa peggiore è che noi siamo un Istituto Comprensivo in controtendenza con iscrizioni in aumento. È una situazione di gravità estrema. Noi raccogliamo soprattutto bambini stranieri e l’integrazione funziona, solo che se iniziano a togliere risorse e sezioni tenderemo a chiudere quel plesso creando situazioni di disagio”.

La lettera è stata inviata ieri e non abbiamo avuto risposte - prosegue Stanchi - ma non ne abbiamo avute nemmeno di fronte a quella mancanza di comunicazione quando, a pochi giorni dall’inizio della scuola, ci è stato detto che non avremmo avuto la sezione. Con la scusa che non è scuola dell’obbligo, non ci hanno detto nulla. Non abbiamo mai ricevuto nemmeno una lettera di scuse per la situazione. Si cerca di rendere normale una situazione che non lo è”.

Cosa fare, quindi, in attesa che arrivi qualche risposta? “Noi non possiamo fare altro che denunciare questa cosa, ma le decisioni le prende l’Ufficio Scolastico Regionale - risponde Elio Stanchi - la lettera, inoltre, è stata girata anche all’amministrazione comunale e alla Regione oltre che al Garante per l’Infanzia. Quest’anno le cose non possono cambiare, ma in previsione futura è importante che si sappia che viene creata una situazione di tensione nella scuola, perché tutte queste circostanze vengono risolte dagli insegnanti bruciando ore che potrebbero essere usate per altre. È tutto un sistema nascosto e sbagliato”.