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Attualità | 21 novembre 2024, 07:51

Fare rete per non dimenticarsi di nessuno: a Finale la prima edizione degli "Stati Provinciali del Sociale"

A confronto, nell'evento coordinato da "A Cielo Aperto" diverse realtà operanti su specifiche fasce di età e le loro necessità

E' stata una frase del dirigente del Nuovo Polo Scolastico Finalese, il professor Scarampi, intervenuto in chiusura della mattinata insieme al collega dell'ISS Falcone di Loano Laurenzano a dialogare con Nella Mazzoni dell’associazione S.P.I.A., a dare la chiosa finale che forse meglio di tutte racchiude il senso della mattinata tenutasi lo scorso 16 novembre nel complesso monumentale di Santa Caterina di Finalborgo, nella Sala delle Capriate.

"Per fare un bambino ci vuole un villaggio intero". Lo dice un motto africano, lo hanno ben trasposto i relatori del primo appuntamento con gli Stati Provinciali del Sociale: si è parlato di infanzia, adolescenza, gioventù, vecchiaia e persino di natalità. Insomma, di come per ogni diversa fascia di età vi siano problemi da risolvere e quindi soluzioni, forse non di semplice individuazione o applicazione, che solo una rete di enti può garantire.

Un evento organizzato dall'associazione “A Cielo Aperto APS”, col patrocinio del Comune di Finale Ligure, che ha riunito istituzioni, associazioni e professionisti per sviscerare i principali temi legati al sociale e al benessere della comunità. 

Dopo i saluti inaugurali dell'assessore Luciana Di Mauro, un primo quadro complessivo sulle realtà attive sul territorio è stato descritto dal presidente della Consulta del Volontariato Finalese, Emanuele Gerardi. E' stata poi Cinzia Aicardi, coordinatrice di “A Cielo Aperto APS”, a motivare la scelta di riunire attorno a un ideale tavolo di confronto le varie entità operanti, una per ogni età precisa.

Partendo dalla neo natalità con l'intervento di Lara Catanese ed Eleonora Guidubaldi dell’associazione “Non Parto di Testa”, che hanno esplorato le difficoltà e le esigenze delle neomamme, sottolineando l'importanza del supporto psicologico e sociale. E' stata poi la volta di Sissi Campanella, della cooperativa “Progetto Città” che gestisce la ludoteca finalese illustrare le iniziative dedicate all’educazione di bambini, adolescenti e perfino anziani, coinvolti dalle progettualità messe in campo. L'assistenza psichiatrica per gli adulti è stata quindi oggetto dell'intervento di Ornella Bartoli, che con “A Cielo Aperto” da anni ormai gestisce l'appartamento di Rialto dove convivono persone con disagio mentale, delineandone le sfide e i risultati ottenuti.

Di disagio e povertà hanno invece parlato Marco Giana in rappresentanza della Fondazione Diocesana ComunitàServizi, portando all'attenzione dei presenti la tipologia di servizi attivi e in quali modalità questo avviene, a livello provinciale e soprattutto locale. Questo aspetto in particolare è stato approfondito da Pietro Rosso del Centro Ascolto Caritas della Vicaria di Ponente, il quale ha analizzato le criticità incontrate sul territorio e le strategie di intervento, quali l'istituzione di un "emporio alimentare", il progetto dei "Custodi del Bello", la scuola d'italiano e le molteplici attività destinate al riuso di indumenti.

Un focus sull'immigrazione è stato fornito da Lorenzo Martinengo della Fondazione "L’Ancora", che ha parlato dell'accoglienza presente nel finalese, concentrandosi in particolare sul SAI (ex Sprar) e fornendo un dettagliato rapporto sulle migrazioni verso il territorio, dal nazionale al savonese. 

Marta Dabove di Auser ha chiosato gli interventi singoli esponendo alla terza età e all’invecchiamento attivo.

L’evento si è concluso con la tavola rotonda intitolata “La scuola: un presidio a disagi e devianze” che ha visto protagonisti Mosè Laurenzano e Daniele Scarampi, dirigenti scolastici rispettivamente dell’ISS Falcone di Loano e del Nuovo Polo Scolastico di Finale Ligure. Gli interventi sono stati moderati da Nella Mazzoni dell’associazione SPIA. Un momento di riflessione dov'è emerso l'impegno dell'istituzione scolastica nell'intercettare le esigenze degli adolescenti sottolineando come spesso emergano nel confronto con le nuove generazioni difficoltà di comprensione da parte di queste ultime dei testi.

Le conclusioni sono state affidate al presidente di “A Cielo Aperto APS”, Ramon Fresta: “Si è parlato di esperienze interessanti che vanno a coprire dall'età prenatale ai 99 anni e oltre. Questa è una realtà sociale e l'uomo per esprimersi ha bisogno di un gruppo. Una parola in particolare mi ha colpito: la rete. Ci sono specificità diverse ma ci identifichiamo nella 'manutenzione umana', mi piace pensare oltre. Potremmo pensare a un passaggio successivo, più consolidato, una compagnia del sociale con dentro tutti. Dalle istituzioni, molto attente e sensibili alle richieste del territorio, alla scuola, che in un periodo di risorse sempre più risicate ci permette di concentrarsi sui giovani. Questa per valorizzare le competenze. Vogliamo provare a farlo tutti insieme? Abbiamo una base, va solo affinata per avere strumenti più avanzati”.

Mattia Pastorino

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