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Curiosità | 17 novembre 2024, 07:00

Da Celle in viaggio nell'Alta Via senza soldi: la storia del fotografo Marco Ferrando diventa un libro

Abbiamo fatto una chiacchierata con il cellese tra l'emozione del viaggio, le difficoltà e le persone incontrate. La presentazione del libro il prossimo sabato 23 ottobre a Celle alle 18.00

Foto di Marco Ferrando dalla pagina Facebook "Storie di Alta Via"

Foto di Marco Ferrando dalla pagina Facebook "Storie di Alta Via"

Era partito il 10 ottobre del 2021, da solo, a piedi, senza soldi, percorrendo l'Alta Via dei Monti Liguri a tappe e per tre mesi e ora la sua storia è raccontata nel libro "Storie d'Alta Via. Un sogno a tasche vuote".

Il fotografo di Celle Ligure Marco Ferrando ha voluto raccontare la sua avventura ricca di aneddoti, curiosità, anche di momenti difficili e con lui abbiamo fatto una chiacchierata, a cuore aperto, come piace a lui e anche a chi scrive.

Com'è nata l'idea di dar vita a questo viaggio?

"Tutto è nato dall'esigenza di ritagliarmi l'avventura in capo al mondo ed era una occasione che non arrivava mai. Con la fotografia ho iniziato a raccontare storie e lì è venuta fuori l'Alta Via perché avevo voglia di conoscere la Liguria, la mia terra. Di andare comunque all'avventura avendo la possibilità di avere delle scappatoie. L'Alta Via è un viaggio di grande solitudine ma in un'ora e mezza qualcuno riesce comunque a raggiungerti. Era l'avventura a mia misura. Avevo deciso di confezionarmi un percorso duro partendo in inverno. Volevo vivere il cambio di stagione in cammino ed è una cosa potentissima, lo scenario era particolare. è stata una grande esperienza".

Come ti sei preparato per il viaggio?

"Avevo una preparazione di un certo tipo, non volevo chiaramente percorrerla alla bersagliera. Mi sono portato dietro 23 kg sulla schiena e tutti mi guardavano come se fossi un matto e mi sono preparato fisicamente, in palestra e in natura".

Perchè hai deciso di non portare soldi con te?

"Volevo l'esperienza di non averlo, se sai che c'è l'hai non è la stessa cosa. Volevo fare questa prova, capire come fosse questa esperienza di soddisfare i propri bisogni senza. Giocavo in casa, avevo tante conoscenze e due telefoni".

Hai anche pensato di mollare ad un certo punto.

"A campione sono riuscito a fare l'esperienza che volevo, in mezzo a risvolti duri psicologici e fisici. La prima parte è stato parecchio sofferta, a causa di uno sforzo prolungato per più giorni. Ho faticato tanto ma poi il mio corpo è cambiato e non so spiegarlo. Una notte non riuscivo a stare fermo nel letto, avevo dolori ovunque, poi invece al mattino mi sentivo da Dio. Ogni giorno avevo sempre la voglia di andare avanti, vedere cosa mi aspettava. Una grande emozione è stata sul monte Saccarello quando ho ammirato tutto il percorso che avevo fatto e mi sono emozionato tantissimo. Ogni metà da quel momento non è mai stata lontana. Ho avuto un cambio di visione che mi ha cambiato nella vita, la netta percezione che niente mi avrebbe fermato".

Sono tante le persone che hai incontrato durante il viaggio (non vi sveliamo alcune storie, per quello vi consigliamo il libro. ndr).

"Persone ne ho incontrate diverse soprattutto dove si incrociano le strade e le località abitate. Ho avuto le mie belle perle, alcune veramente commoventi e mi sono reso conto che donare ed essere ospitali è un'esigenza che normalmente abbiamo nascosto. Ognuno ha bisogno del proprio tempo. È stata una bella scuola quella dell'incontro".

Nel tuo libro si parla anche dei cacciatori e dei lupi.

"Con i cacciatori ho effettuato un lavoro di empatia, di apertura e non di giudizio, ho collezionato bellissimi incontri, mi sono fermato spesso a parlare con loro. Paura dei lupi? No, ti creano un po' di inquietudine ma non paura. Mi sentivo protetto e osservato. Ci speravo tanto di incontrarli".

Come hai trovato il percorso e quali consigli ti senti di dare?

"Il tracciamento è ottimo e i sentieri per la quasi totalità sono ben tenuti. Bisogna fare sempre molta attenzione ovunque. Mai scambiare l'Alta Via con un cammino, è un trekking, un percorso escursionistico. Non è vero a priori che non c'è l'acqua, è complesso ma se vuoi la trovi".

Ora cosa ti aspetta dal futuro?

"Sto battendo la Liguria piano piano, la sto scoprendo, mi ha reso consapevole di quello che sono io. Sto tornando in posti che ho visto solo dall'alto, ci tengo che la Liguria sia valorizzata per quello che è veramente, che è anche e soprattutto entroterra. Perché la vera cultura si è sviluppata lì. Mi piace l 'idea dell'Alta Via infatti che unisce e che cuce. Vorrei anche scrivere sulla Sardegna, è un sogno che ho da tanto, raccontando le mie esperienze che ho avuto per molti anni. Sono stato in contatto con la Sardegna vera, con i pastori sardi. Sono rimasto sempre affascinato".

Sabato 23 ottobre alle 18.00 presenterà il suo libro, edito da da VJ Edizioni, a Celle Ligure nel Centro Socio Culturale Raffaele Arecco di via Avogadro alla presenza della giornalista Linda Miante e di Edoardo Ferrario, editore VJ Edizioni. Il libro si può trovare su Amazon e sulle principali piattaforme di vendita.

Luciano Parodi

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