L’ultima indagine annuale sulla qualità della vita realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications non sorride a Savona. La provincia ligure, infatti, perde ben 20 posizioni rispetto allo scorso anno, scendendo al 63° posto nella classifica nazionale. Si tratta di una battuta d'arresto significativa per un territorio che, pur mantenendo un livello di benessere accettabile, mostra segnali di criticità crescenti rispetto alle edizioni precedenti.
Le cause di questo calo non sono ancora state approfondite nello specifico, ma alcuni indicatori, come il mercato del lavoro e l’ambiente, potrebbero aver influito negativamente. Savona deve ora affrontare la sfida di invertire la tendenza e migliorare nelle dimensioni analizzate, che comprendono affari e lavoro, ambiente, sicurezza, istruzione, sistema salute, e altri parametri chiave per il benessere dei cittadini.
Il panorama non è però tutto negativo per la Liguria. Genova, la città capoluogo di regione, mostra una decisa inversione di tendenza, guadagnando ben 14 posizioni rispetto allo scorso anno e piazzandosi al 43° posto. Anche La Spezia si muove in territorio positivo, salendo di 7 posizioni e raggiungendo il 56° posto. Imperia, al contrario, subisce una lieve flessione, perdendo 4 posizioni e scivolando al 73° posto.
A livello nazionale, Milano si piazza al primo posto, seguita da Bolzano e Monza. La top 5 è completata da Bologna e Trento, mentre, all’opposto, le province di Caltanissetta, Reggio Calabria e Agrigento si trovano in fondo alla classifica, rispettivamente al 107°, 106° e 105° posto.
Il rapporto evidenzia come le città metropolitane, soprattutto nel Centro-Nord, stiano mostrando una capacità di ripresa più marcata. Tuttavia, permane e si accentua il divario tra Nord e Sud del Paese, un fenomeno strutturale che continua a influenzare la distribuzione del benessere tra le diverse regioni italiane.
Nel complesso, la qualità della vita in Italia mostra un lieve peggioramento: quest’anno solo 62 province raggiungono un livello accettabile o buono, una diminuzione rispetto alle 63 e 64 province registrate rispettivamente nel 2023 e nel 2022.