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Attualità | 12 novembre 2024, 12:31

Savona, un "Albergo sociale" per persone con difficoltà abitative dedicato a Hayet Maatoug

Il ricordo commosso della sorella Amel della dipendente comunale e anima dell'associazione Amici del mediterraneo, mancata nel 2018

“Vi ringrazio per aver dedicato questa struttura a mia sorella Hayet; avete scelto bene il nome perchè Hayet vuol dire vita". E' stata la commozione a guidare le parole di Amel, sorella di Hayet Maatoug, dipendente del Comune e fondatrice dell'associazione "Amici del Mediterraneo", morta prematuramente a 58 anni nel 2018.

La struttura è l'Albergo sociale di via Chiavella 5 (dove c'erano il consultorio e i servizi sociali) inaugurato questa mattina dopo un iter e lavori più lunghi del previsto. Uno spazio con sei stanze, che possono ospitare fino a 14 posti letto.

a Fondazione Diocesana Comunità Servizi ne sarà il soggetto gestore nell'ambito del Patto di Sussidiarietà, al quale collaborano diversi enti a favore di persone a rischio di esclusione sociale. Il progetto è il frutto di un partenariato costituito in associazione temporanea di scopo con la presenza del servizio pubblico e del terzo settore: oltre alla fondazione anche la società cooperativa Solida, ARCI Solidarietà, ARCI Savona e Croce Rossa Italiana.

Accanto al partenariato opera una consolidata rete di riferimento che ha tra i principali protagonisti ACLI, Coediss Società Cooperativa, Associazione Culturale Teatro 21 e Comunità di Sant'Egidio. L'albergo sociale (180 m² circa) dispone di dieci posti letto, suddivisi in quattro camere doppie e due singole, angoli cottura autonomi, bagni e lavanderia e vi potranno essere accolti fino a tre nuclei familiari o persone singole in condizione di tensione ed emergenza abitativa. L'accoglienza è orientata verso nuclei o singoli con una capacità reddituale residua o in generale con potenzialità e propensione all'autonomia e non può superare i 6 - 12 mesi dopo il raggiungimento di una serie di obiettivi che consentano di mettere le persone in una condizione di stabilità e semiautonomia.

L'accesso viene valutato da una commissione composta dagli assistenti sociali afferenti alle aree disagio adulti, anziani e disabili, famiglia e minori del Comune e da operatori della fondazione. Le situazioni potranno essere presentate alla commissione stessa dagli operatori che conoscono e hanno in carico le persone. Per ogni nucleo familiare e/o persona sarà concordato un progetto individualizzato e un "piano degli obiettivi". Il percorso è rivolto all'autonomia e prevede la piena adesione e partecipazione degli ospiti, che saranno accompagnati nel percorso di autonomia da operatori dedicati. Gli ospiti dovranno prendere visione delle norme di funzionamento dell'albergo e sottoscrivere un "accordo di convivenza".

"La problematica maggiore è proprio orientare e sostenere le persone nella ricerca di un alloggio, in questo periodo storico soprattutto gli stranieri - ha approfondito Alberto Nizza, assistente sociale della Fondazione Comunità Servizi - Abbiamo già un primo caso di un nucleo familiare composto da una mamma e due ragazzi di nove e tredici anni".

"Questo spazio vede l'attuazione del Patto di sussidiarietà e di soggetti che ne fanno parte. Abbiamo fatto uno sforzo rilevante e un percorso molto lungo per arrivare a questo risultato – ha spiegato l'assessore al Sociale Riccardo Viaggi – Abbiamo voluto dedicare questo spazio ad Hayet, persona che ho conosciuto in modo approfondito, sempre molto attenta  a tutto ciò che riguarda disagio, difficoltà, integrazione sociale".

"Sono quattro le cose che mi preme sottolineare – ha dichiarato il sindaco Marco Russo – per questa struttura che è della comunità intera. Viviamo in un'epoca in cui i bisogni si modificano di continuo e questo richiede  diverse forme di risposta e rimodulazione delle risposte. Il patto di sussidiarietà è un elemento fondamentale e possiamo dare una risposta  ai bisogni della città se ci mettiamo insieme. Bellezza significa dignità, aiutare le persone a vivere meglio e  rispondere ai bisogni. Per la dedica di questo spazio ad Hayet, ritengo che sia  molto importante la memoria delle persone che con il loro cammino hanno arricchito la comunità".

"Questo Albergo sociale – ha spiegato Marco Giana della  Fondazione Comunità Servizi – è un attrezzo in più nella nostra cassetta degli attrezzi che è sempre vuota e uno strumento per proseguire su questa strada".

Elena Romanato

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