Cronaca - 09 novembre 2024, 07:30

Alluvione Valencia e in Liguria, Arpal le mette a confronto: "A Genova nel 1970 e Rossiglione nel 2021 misurato cumulate maggiori"

Nel savonese considerati i violenti acquazzoni che si sono verificati nel 2021 a Urbe e Montenotte Inferiore

Alluvione di Valencia e della Liguria degli ultimi anni messe a confronto.

Arpal ha messo insieme i dati dei principali eventi atmosferici liguri dagli anni 70 ad oggi passando proprio per l'alluvione di Genova dell'8 ottobre 1970 alle violente precipitazioni del 92 sempre nel comune capoluogo, nel 2011 a Genova e La Spezia, nel 2014 a Genova e nel 2021 a Savona/Genova. Nel savonese particolare è stata posta alle forti piogge ad Urbe-Vara Superiore (toccato il picco dopo 3 ore di pioggia di 377.8 mm) e Montenotte Inferiore (dopo 6 ore 496 mm, dopo 24 ore 619.6 mm)

"L’Aemet, l’Agenzia statale spagnola di meteorologia (che alle 7.36 di mattina di martedì 29 ottobre aveva alzato a rosso il colore dell’allerta su Valencia), ha recuperato i dati orari mancanti dal pluviometro di Turis, piccolo comune valenciano da quasi 5.000 abitanti. Andando ad analizzare i valori misurati dal pluviometro maggiormente interessato dalle precipitazioni che hanno causato oltre duecento vittime, stravolgendo la vita di una comunità purtroppo impreparata ad affrontare una simile catastrofe, e confrontandoli con i dati misurati dalle centraline di casa nostra, è possibile trarre qualche considerazione - spiegano da Arpal - Quantitativi di precipitazione analoghi a quelle valenciane possono verificarsi in Liguria: Genova nel 1970 e Rossiglione nel 2021 hanno misurato cumulate sulle 12 e sulle 24 ore maggiori. L’intensità oraria e sub-oraria è stata sostanzialmente analoga, con piccoli margini “a favore” (per quanto possa essere un favore questo tipo di primato) di una o dell’altra zona; la persistenza dell’intensità fra le tre e le sei ore è stata di circa il 20% maggiore in Spagna. Soprattutto la stazionarietà dell’autorigenerante fra la seconda e la terza ora è stato uno degli elementi che ha contribuito a rendere devastante l’alluvione spagnola. I temporali forti, organizzati e stazionari (autorigeneranti, spesso a forma di V), per il nostro territorio, sono l’evento meteo più pericoloso, e possono essere accompagnati anche da fulmini, grandine di grosse dimensioni e raffiche di vento".

"L’alluvione di Genova 2014 è stato causato da un evento molto particolare, localizzato e di “breve” durata, compreso nello scenario di allerta arancione per temporali che, nei fatti, è nata in Italia dopo questo episodio. Allerta arancione per temporali – il massimo grado di allerta per questo tipo di evento – non vuol dire automaticamente “deve verificarsi un’alluvione”; vuol dire che è prevedibile un’alta probabilità di “ingredienti opportunamente combinati” che potrebbero innescare precipitazioni molto intense e prolungate. Se poi queste precipitazioni sono anche stazionarie e sulla terraferma, allora sì, è molto probabile che possa verificarsi un’alluvione - continuano dall'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente ligure - L’atmosfera è intrinsecamente caotica e “dà il meglio di sé”, sotto forma di combinazioni rarissime da far accadere proprio in occasione degli eventi più intensi. In queste situazioni estreme un’ottima previsione ha un’approssimazione nell’ordine del centinaio di chilometri e di circa sei ore. Per illudersi di avere dettagli più precisi in queste occasioni, magari già dal giorno prima, rivolgersi direttamente alla stregoneria, perché la scienza non ci potrà arrivare mai".

"Il territorio ligure è incredibilmente resistente, soprattutto in alcune zone. È caratterizzato da una molteplicità di valli relativamente piccole, con bacini altrettanto piccoli. Gli effetti al suolo causati dalle alluvioni, per quanto gravi e intensi con danni ingentissimi a volte anche in termini di vite umane, non raggiungono le estensioni di altre parti d’Italia o della Spagna (90.000 auto coinvolte, 70 km di autostrade devastate). Gli effetti al suolo derivano solo in parte dalla quantità dell’acqua che vi cade sopra: decisiva è anche la tipologia del territorio, la sua saturazione e l’urbanizzazione. I bacini piccoli (inferiori ai 25kmq) vanno in sofferenza ( = i torrenti esondano) in appena qualche decina di minuti con precipitazioni molto intense (>100mm/1h); i bacini grandi con precipitazioni anche soltanto moderate (fra i 15 e i 35mm), ma prolungate nel tempo (dalle 8-12 ore in avanti)" precisano.

"In conclusione, anche alla luce del fatto che negli anni a venire avremo una maggior frequenza di episodi sempre più intensi, che andranno a riscrivere alcuni dei valori riportati nella tabella successiva, possiamo dire che: È fondamentale la consapevolezza del significato del messaggio di allerta (lo dice il nome: prestare attenzione a quello che può succedere intorno a te). L’allerta non è certezza di disastro e, in caso di evento, non blocca l’acqua - alcuni danni saranno comunque inevitabili; sensibilizza e suggerisce di adottare comportamenti appropriati per limitarli e di avere meno vittime - concludono - Se siamo preparati e sappiamo come comportarci, prendendo confidenza con l’allerta, le fonti e gli strumenti – come il radar meteo presente nella app METEO3R - che ci permettono di capire cosa sta succedendo intorno a noi, abbassiamo il rischio per noi e per chi è insieme a noi. Prima dell’evento spostiamo la macchina, a evento in corso non usciamo di casa e – a seconda delle zone - saliamo ai piani alti. Previsioni, aggiornamenti ufficiali, dati certificati, comportamenti indicati da protezione civile: nessuno si salva da solo o ha la soluzione in tasca per tutti. Il sistema è perfettibile, ma va capito e applicato per come è. Le immancabili polemiche non hanno mai contribuito a migliorarlo: usiamo il tempo e l’energia che le alimenta per approfondire la conoscenza del sistema di allertamento".