Sono diverse le regioni del Nord Italia che hanno stipulato da poco un accordo relativo alla commercializzazione degli animali in merito alla problematica della "blue tongue", la febbre che colpisce in particolare gli ovini e che anche nel savonese ha mietuto alcune vittime.
Questo accordo prevede una sorta di libera commercializzazione tra i territori coinvolti nell’accordo in una misura più elastica dal punto di vista sanitario, il che ovviamente sostiene e aiuta l’intero comparto zootecnico.
Veemente la reazione da parte della Coldiretti regionale ligure a tale notizia: "Come mai tra queste regioni non vi è la Liguria?" si domandano dalla confederazione.
"L’accordo stipulato, infatti, non prendeva in considerazioni i territori regionali liguri, il che, oltre a non avere senso da un punto di vista sanitario, avrebbe comportato, ad esempio, lo stop di commercializzazione di bovini da parte degli allevatori limitrofi nei confronti delle aziende liguri, in quanto non facenti parte dell’accordo e dunque obbligate a eseguire un lungo e pernicioso iter sanitario che alle regioni limitrofe è stato risparmiato" spiegano.
Commentano così Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa: “A seguito della criticità e delle limitazioni fattuali presenti nell’accordo, come Coldiretti Liguria abbiamo preso contatti con i funzionari regionali di competenza e con la sanità regionale per capire la ragione di tale esclusione. Abbiamo dunque evidenziato tutte le problematiche generate ai nostri allevatori da un accordo di tale portata per poter dare risposte e risolvere il problema il più rapidamente possibile. Siamo fiduciosi che a seguito della riunione indetta fra Ministero e Regioni alla quale parteciperà anche la nostra regione di lunedì, otterremo i risultati sperati, ossia l’aggiunta della Liguria all’interno dell’accordo”.