Curiosità - 01 novembre 2024, 16:30

Non solo Ognissanti, il 1° novembre si celebra la Giornata mondiale dei vegani

Un’occasione per riflettere sull’importanza di compiere scelte consapevoli a tavola (e non solo)

Non solo Ognissanti. Il 1° novembre si celebra anche la Giornata mondiale dei vegani. Era il primo novembre 1944 quando Donald Watson fondò la prima associazione vegana del mondo (la Vegan Society) e coniò il termine “vegan”, utilizzando l’inizio e la fine della parola “vegetarian”. Parola che divenne di uso comune al fine di porre una distinzione tra la dieta vegetariana e uno stile di vita che esclude l’utilizzo di prodotti di origine animale (uova, latticini, miele, ma anche cuoio, pellicce…).

Da allora sono trascorsi 80 anni e il veganismo sembra essere in costante espansione. Secondo un recente sondaggio di Eurispes l’1,3% degli italiani è vegano. Prima dell’istituzione della Vegan Society, il termine “vegan” era diffuso tra gli scrittori di fantascienza per indicare gli extraterrestri abitanti della stella Vega. Il World Vegan Day fu istituito in Inghilterra nel 1994, quando l’attivista vegana per i diritti degli animali Louise Wallis, presidente della Vegan Society, cercava un ambiente ideale per celebrare il 50° anniversario dell’associazione. Il suo obiettivo non era solo quello di sottolineare la continua esistenza di un’associazione vegana, ma anche di attirare l’attenzione sul fatto che la parola “vegan” aveva trovato la sua strada nella lingua inglese. Wallis fissò il 1° novembre come data, poiché cade esattamente tra il 31 ottobre (Halloween) e il 2 novembre (“el dia de los muertos” messicano).

Cosa vuol dire essere vegani? Significa scegliere di mangiare esclusivamente cereali, legumi, frutta e verdura, evitando carne, pesce e derivati animali come uova e latte. Dunque, senza pensare a chissà quali preparazioni, una semplice zuppa di lenticchie o un ricco contorno di verdure sono piatti vegani. Ci sono alcuni ingredienti poi che la cucina vegana predilige come sostituti degli ingredienti di origine animale: sono un esempio il latte vegetale (di riso, di soia, di cocco), il seitan, il tofu.

La scelta di rinunciare ai prodotti di origine animale, va oltre l’alimentazione. È uno stile di vita! Non si presta attenzione solo a quello che finisce nel piatto, ma anche a ciò che si indossa. Dall’outfit sono bandite lane, seta, piume, pelle. E anche per la cura del corpo si prediligono prodotti non testati sugli animali e privi di ingredienti di origine animale.

Vegani o no, il 1° novembre potete provare a preparare qualche ricetta vegana, un esercizio utile per sperimentare nuovi modi di cucinare le verdure, per scoprire ingredienti che solitamente non utilizzate, per non farvi trovare impreparati quando capiterà di avere a cena ospiti vegani e per favorire l’ambiente, perché la cucina vegetale è più sostenibile per il pianeta.

Silvia Gullino