4.59% e 3.99%. Queste le percentuali su base regionali e in provincia di Savona dei votanti del Movimento Cinque Stelle. Il partito tra i più delusi della compagine elettorale ligure finito soprattutto nell'occhio del ciclone all'interno della coalizione del centrosinistra.
Tra chi non è andato a votare seguendo il consiglio di Beppe Grillo e chi ha invece deciso di non votare per la coalizione.
La storica base poi da una parte non ha visto di buon occhio il licenziamento come consulente del fondatore da parte del presidente Giuseppe Conte. Dall'altra il nome di Andrea Orlando non li mai convinti.
Il Partito Democratico è pero conscio del fatto che senza i loro litigi interni e il veto su Italia Viva e Matteo Renzi, forse le cose sarebbero andate diversamente.
Insomma, fuochi incrociati che vedono il Movimento nato nel 2009 nella situazione più complicata della sua storia.
Nel savonese la più votata è stata l'ex candidata a sindaco alle comunali di Albisola Superiore Stefania Scarone che ha raccolto 512 preferenze.
"Oggi (ieri.ndr) mi sono svegliata con un senso di amarezza. Questo risultato elettorale segna l’inizio di una nuova fase politica per la nostra Regione. I cittadini hanno deciso di dare ancora fiducia alla coalizione di centrodestra che ci ha governato negli ultimi 9 anni . Purtroppo l’astensionismo l’ha fatta da padrone e questo aumenta la mia amarezza per un diritto di voto così faticosamente conquistato tanti anni fa ed oggi così svilito - spiega Scarone sui social - Sono orgogliosa del mio percorso politico e del supporto che mi avete dimostrato in questa competizione. È stato gratificante vedere come molti di voi abbiano apprezzato il mio impegno: con 512 preferenze, mi sono posizionata quinta in tutta la Liguria tra i candidati del Movimento Cinque Stelle, un risultato che sento come una responsabilità e uno stimolo a continuare questa battaglia per un cambiamento vero e sentito".
"E’ importante, certamente, fare autocritica e riflettere sui passi necessari per il futuro. Il risultato di questa tornata non è stato quello sperato per il Movimento e abbiamo il dovere di analizzarne le ragioni, affrontarle con maturità e responsabilità e lavorare per rappresentare ancora meglio i valori che contano davvero.
Abbiamo comunque ottenuto una presenza in consiglio regionale con Stefano Giordano, e questo è per noi un punto di partenza. Stefano saprà portare avanti le nostre istanze e i nostri valori - conclude la coordinatrice del M5S nel savonese - Desidero ringraziarvi tutti di cuore per il sostegno e la stima che mi avete mostrato.
Sappiate che, anche se non sarò in consiglio regionale, continuerò a battermi per i diritti dei cittadini e per una politica autentica, dedicata a loro e non agli interessi personali".
Il più critico, da tempo ormai, è il capogruppo pentastellato in consiglio comunale Manuel Meles, ex candidato alle Comunali a Savona (a suo sostegno era giunto in Piazza Sisto anche Conte). Non candidato alle regionali, probabilmente anche per la linea tenuta in occasione delle elezioni provinciali con il sostegno al candidato della Lega Giancarlo Canepa, si è detto da subito critico contro la candidatura dell'ex Ministro dem anche per il tema rigassificatore.
"Auto-candidatosi 10 mesi fa, sciacalla quasi giornalmente sull’arresto di Toti da 5 mesi, assiste impotente all’esclusione di Italia Viva durante il deposito delle liste, dilapida un vantaggio di appena 3 punti contro un candidato scelto circa 40 giorni prima del voto: anche se Bucci la spunta di poco, Orlando riesce a essere tra i pochi candidati Presidente, se non l’unico, che da una posizione di vantaggio (se mai lo è stato) dilapida una vittoria elettorale con condizioni strafavorevoli e di incredibile vantaggio (sulla carta). Questo lo avevo detto, non ho la palla di cristallo, ma lo scenario, i temi cavalcati, il profilo del candidato, l’assicurazione-Meloni (cioè il Campo Santo), erano le ricette perfette per perdere voti anziché guadagnarli - spiega Meles - Sorvolando sul candidato, occorre però mettere un focus sul disastro di ciò che resta del M5S: ho già letto alcune dichiarazioni completamente scollate dalla realtà, su cui non torno per rispetto dell’intelligenza delle persone, ma se si scende sotto al 5% - come prevedibile, come (anche qui) ho detto, come facilmente intuibile se non ci si acceca con la fosca luce del proprio ego - il Campo Santo è la miglior assicurazione del centrodestra e, in particolare, della Meloni. Questa alleanza non ha praticamente mai funzionato, non funziona e mai funzionerà, sicuramente non a queste condizioni. Continuare con un verticismo spinto, con l’allontanare persone, con la caccia alle streghe, scaricando addirittura la colpa agli elettori o a Morra, significa semplicemente farsi risucchiare dal PD da una parte e sfollare ogni restante consenso dall’altra".
"La catena di dirigenti inadeguati che ha avallato certe decisioni dovrebbe prendersi quelle responsabilità mai assunte: allontanare, fare la guerra, sostenere un candidato Presidente inadeguato, decidere di auto-candidarsi escludendo persone per simpatia o vendette personali, collocarsi nel “campo progressista” per “battere le destre” (ma perché al plurale poi), insistere su temi poco concreti, parlare solo di Bucci-Toti-Spinelli, avere come proposta di punta gli stessi temi nazionali “regionalizzati”, beh, tutte queste cose (e molte altre) sono solo alcuni dei problemi di una forza politica che più si abbraccia al PD, più tenderà a scomparire. E poco importano le pseudo-assemblee costituenti con le risposte già servite: il problema è di linea politica e di incapacità e inadeguatezza di parlare agli elettori tutti. Se si tira una coperta sempre più corta, prima o poi qualcuno resta col fondo schiena scoperto - continua nel suo sfogo il consigliere comunale di minoranza a Savona - E inoltre, se l’astensione aumenta sempre più, è evidente che l’offerta politica è scadente e non risponde alle esigenze delle persone: vogliamo continuare ad appiattirci sul PD e sull’estrema sinistra e poi piangere se gli italiani (i liguri in questo caso) preferiscono starsene a casa o preferiscono il centrodestra?".
"Facciamola finita e ripartiamo cercando la nostra identità, il nostro radicamento e consolidamento territoriale, riavvicinando le persone e lavorando con serietà per progetti e proposte fattibili, sensate e concrete per cercare di riavvicinare attivisti ed elettori. Sempre che l’intento sia quello e non garantire, invece, posticini e poltrone: alla brutta copia sbiadita e stropicciata del PD, gli elettori preferiranno sempre l’originale, che quantomeno garantisce presenza, organizzazione e radicamento territoriale" conclude Manuel Meles.