Attualità - 29 ottobre 2024, 07:35

Cairo, la strage degli animali travolti dalla piena del fiume Bormida

Alcuni cani, un gatto e diversi animali da cortile sono annegati nella zona di viale Vittorio Veneto, intrappolati in baracche negli orti o legati alla catena. Gli animalisti locali sul piede di guerra

La piena del fiume Bormida ha devastato diverse zone di Cairo Montenotte, portando con sé anche una tragedia silenziosa: la morte di diversi animali. Il corso d'acqua esondato nella zona delle scuole elementari, ha invaso rapidamente le aree circostanti, compresa la zona del cimitero e gli orti adiacenti in viale Vittorio Veneto, lasciando gli animali in pericolo e senza via di fuga.

Alcuni testimoni hanno raccontato di cani e gatti che abbaiano e miagolano in cerca di aiuto, mentre le acque salivano minacciosamente. Purtroppo, la situazione è culminata in una serie di perdite dolorose: un paio di cani, di cui uno legato a catena, sono annegati, così come un gatto e diversi animali da cortile, che non sono riusciti a mettersi in salvo dalle acque in piena.

Gli animalisti locali hanno immediatamente denunciato la situazione, esprimendo indignazione per la mancanza di norme adeguate a tutela degli animali nelle zone a rischio di esondazione. "In Liguria siamo indietro su tutto", hanno affermato. "Non esistono regole che vietino di tenere animali in queste aree soggette a esondazioni. Ogni volta che si verifica una piena, il fiume straripa sempre nello stesso punto. Non esiste neppure un divieto di tenere gli animali alla catena. È un problema ricorrente che richiede attenzione e azioni concrete".

"Chiediamo l'implementazione di leggi specifiche che li tutelino", aggiungono, sottolineando l’urgenza di creare un ente che possa intervenire rapidamente in caso di emergenze per salvaguardare gli animali in pericolo. "È inaccettabile che non ci sia un protocollo d’emergenza. Non possono essere lasciati al loro destino. Rivolgiamo un appello a tutti i cittadini: se vedete situazioni pericolose o maltrattamenti, non esitate a denunciare".