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Attualità | 28 ottobre 2024, 11:04

Savona "tra le aree più pericolose d'Italia" per vittime di incidenti stradali

Rapporto Ecosistema Urbano 2024 di Legambiente: aree verdi ai minimi, sforamento limiti di ozono, maglia nera anche per la raccolta differenziata

Savona "tra le aree più pericolose d'Italia" per vittime di incidenti stradali

Il rapporto "Ecosistema Urbano 2024" pubblicato oggi da Legambiente, con il contributo di Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, ha analizzato la qualità e le performance ambientali di 106 comuni italiani capoluogo. Savona, posizionandosi al 61° posto, si colloca a metà della classifica, mentre altri comuni liguri come La Spezia, Genova e Imperia hanno avuto risultati contrastanti, evidenziando l'esistenza di problematiche ambientali condivise che richiedono azioni incisive per il miglioramento della vivibilità cittadina.

Savona registra ancora problemi evidenti, condividendo con Genova aspetti come il superamento dei limiti UE per alcuni inquinanti atmosferici, la scarsità delle aree verdi e pedonali, e l'insufficienza della raccolta differenziata, attestandosi solo al 42,2% – ben lontano dall’obiettivo di legge del 65% fissato nel 2012. Il consumo di suolo è un’altra questione preoccupante: negli ultimi cinque anni Savona ha consumato 6,12 m² di suolo per abitante, posizionandosi al 35° posto in Italia, dato che contribuisce alla densità e alla riduzione degli spazi verdi e fruibili.

La qualità dell’aria resta insufficiente a Savona, dove si registrano livelli di ozono, PM10 e PM2,5 superiori ai limiti raccomandati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. In particolare, il superamento giornaliero delle concentrazioni di ozono è salito da 28 giorni nel 2022 a 39 nel 2023, segnalando un peggioramento delle condizioni atmosferiche che può avere effetti negativi sulla salute della popolazione.

La raccolta differenziata a Savona è una delle peggiori in Liguria, posizionandosi al 98° posto nazionale. Anche i consumi idrici risultano alti: i cittadini di Savona consumano 158 litri d’acqua al giorno, ben al di sopra della media nazionale di 147 litri. Inoltre, nonostante un tasso di dispersione idrica inferiore alla media nazionale (16,9% rispetto al 36,3%), i miglioramenti necessari per ottimizzare l’utilizzo delle risorse idriche sono ancora da raggiungere.

La Liguria, e Savona in particolare, rimangono "a misura di automobile". La scarsità di percorsi ciclabili e aree a traffico limitato sottolinea la necessità di promuovere la mobilità sostenibile. Savona non ha introdotto variazioni significative nelle piste ciclabili, che restano a 4,69 metri equivalenti per 100 abitanti, un valore nettamente inferiore ai 48,14 metri/100 abitanti di Reggio Emilia, prima in classifica. La disponibilità di aree pedonali si attesta a soli 17,2 m² ogni 100 abitanti, ben lontano dalla media nazionale di 50,7 m², confermando la difficoltà per i pedoni di muoversi in sicurezza e autonomia.

Il numero di vittime per incidenti stradali in Liguria, e in particolare a Savona, è allarmante. Con 8,1 vittime per 1.000 abitanti, la città supera ampiamente la media nazionale di 5,12 vittime, posizionandosi, secondo il report, "tra le aree più pericolose d’Italia". La necessità di aumentare percorsi ciclabili, zone 30 e aree pedonali è quindi un aspetto cruciale per migliorare la sicurezza stradale.

Il verde pubblico a disposizione degli abitanti di Savona è minimo, con 5,9 m² per abitante, molto al di sotto della media nazionale di 53,1 m². La carenza di alberi nelle aree pubbliche e la limitata estensione delle zone verdi peggiorano la qualità della vita, diminuendo gli spazi di socializzazione e relax a contatto con la natura.

Le installazioni solari sugli edifici pubblici a Savona sono insufficienti, con solo 1,90 kW di potenza per 1.000 abitanti, al di sotto della media nazionale di 5,83 kW/1.000 ab. Questa carenza evidenzia la necessità di potenziare l’uso di energie rinnovabili come soluzione per ridurre le emissioni di CO₂ e migliorare l’efficienza energetica.

"Analizzando il Dossier emerge come la Liguria resti una regione con troppe criticità – dichiara Stefano Bigliazzi, presidente Legambiente Liguria - Genova e Savona si distinguono negativamente per l’elevato inquinamento dell’aria, la scarsa raccolta differenziata e l’inaccettabile numero di vittime sulle strade; La Spezia per le elevate perdite della rete idrica e l’eccessiva produzione dei rifiuti; Imperia per l’insufficiente offerta di trasporto pubblico. Tutte le città liguri restano a misura di automobile: con pessime prestazioni sulla disponibilità di aree pedonali e verdi fruibili, zone a traffico limitato, a 30 km/h e percorsi ciclabili. Sotto la media anche la produzione di energia da solare. Inoltre, anche quest’anno non sono disponibili i dati di Imperia sull’inquinamento".

"Auspichiamo che gli amministratori della nostra Regione prendano atto di questa situazione e decidano di affrontare con coraggio i problemi e le criticità, dando ai temi ambientali e della vivibilità l’importanza che merita, quella che sentono sulla loro pelle gli abitanti delle nostre città", conclude Bigliazzi.

Redazione

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