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Politica | 21 ottobre 2024, 14:58

Regionali, Casella (AVS): “Disabilità e fragilità, una rete di interventi per garantire inclusione"

Impegnato come educatore e formatore professionale, Casella parte dalla propria esperienza per spiegare i bisogni dei ragazzi che hanno bisogno di assistenza

Regionali, Casella (AVS): “Disabilità e fragilità, una rete di interventi per garantire inclusione"

“La massima attenzione alle necessità dei disabili e delle persone con bisogni speciali: questo chiederemo, fin dal primo giorno, alla prossima giunta regionale”. Jan Casella (Avs) lancia un appello alla futura amministrazione ligure, chiedendo impegni concreti per il sostegno alle fragilità. Impegnato come educatore e formatore professionale, Casella parte dalla propria esperienza per spiegare i bisogni dei ragazzi che hanno bisogno di assistenza.

“Ogni volta che ci salutiamo, al termine della giornata, mi chiedo se ho fatto del mio meglio, perché sento l’enorme responsabilità di dare una risposta solida alle loro fragilità. Se la politica non cerca questo tipo di risposta, non è la mia idea di politica. Occuparsi di progetti per disabili o per ragazzi dai bisogni speciali, non significa fare il compitino richiesto dalla retorica dell’inclusione e dell’integrazione a tutti i costi. Significa creare un ambiente in cui tutti possano sentirsi a casa”, racconta Casella.

“La disabilità e i disagi psichici insegnano a trovare azioni concrete per trasformare problemi in soluzioni. La politica che immagino, è una politica di interventi su più fronti. C’è il fronte, fondamentale, dell’autonomia lavorativa. I nostri ragazzi hanno bisogno di apprendere un mestiere che permetta un inserimento lavorativo più facile. Penso all’integrazione socio-lavorativa, ad attività professionalizzanti, a progetti in collaborazione con le scuole. Ma non basta: devono poter entrare nella società con dignità e a testa alta. Meritano un progetto di vita, una quotidianità in cui percepire una reale, autentica accoglienza”, sottolinea l’esponente di Avs.

E ricorda: “Inclusione non significa inserire fisicamente un ragazzo in una classe, aspettando che suoni la campanella. È fondamentale il lavoro degli enti che si occupano di ragazzi con bisogni speciali, che aumentano sempre più, in uno spettro di casi molto variegato”.

Casella indica la strada da seguire: “I ragazzi, e i loro educatori, devono essere sempre nelle aule, nei laboratori: tutti i giorni, senza interruzioni. Tenerli lontani dalle attività significa farli regredire nei risultati, far perdere loro quanto hanno appreso, in termini di autonomia, proattività, consapevolezza di sé e nella relazione con le famiglie. L’interruzione estiva delle attività e dei progetti educativi rappresenta un grave problema per i ragazzi, per le famiglie e per gli educatori, che va affrontato e risolto in tempi rapidi”.

I.P.E.

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