“La situazione del settore Automotive in Italia e in Europa diventa sempre più critica. In assenza di una netta inversione di direzione, rischia di essere irrimediabilmente compromessa la prospettiva industriale e occupazionale. Le drammatiche novità provenienti dalla Germania e dal Belgio, a partire dal gruppo VW, rischiano di produrre un terremoto per tutta l’industria dell’Automotive nel continente, mentre Usa e Cina difendono l’industria con fortissimi investimenti. Ciò per noi potrebbe provocare effetti dirompenti, giacché il settore rappresenta l'11% del PIL italiano. Sono indispensabili urgenti interventi sulle scelte strategiche del settore da parte della UE, mirate politiche industriali da parte del Governo e impegni industriali seri e coraggiosi da parte di Stellantis e delle aziende della componentistica”.
Ad affermarlo è Cristiano Ghiglia, segretario di Fiom Cgil Savona.”
“L’Unione deve imprimere più forza ai cambiamenti tecnologici, accompagnando questo cambiamento con un serio e deciso piano di salvaguardia occupazionale, che non escluda il blocco dei licenziamenti, attraverso azioni per la formazione, ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro e un forte sostegno alla riduzione dell’orario di lavoro – aggiunge -. Il governo deve dare concretezza al confronto iniziato più di un anno fa al Mimit: è necessario che, oltre al confronto in corso con Stellantis e agli impegni già presi, si attui un piano strategico con azioni mirate anche per le aziende della componentistica”.
“Per fare questo, il governo deve mettere a disposizione risorse pubbliche, vincolate a precisi impegni di tenuta occupazionale da parte delle imprese – continua Ghiglia -. Risorse che non devono essere limitate agli incentivi per l’acquisto di auto, i quali, tra l’altro, nel 2024 non hanno dato benefici alle produzioni nel paese. I piani industriali, a partire da Stellantis, dovranno prevedere missioni produttive sufficienti a saturare tutte le fabbriche, nonché investimenti negli enti di ricerca e più in generale negli enti centrali e deve arrestarsi il progressivo trasferimento delle produzioni della componentistica verso altri paesi europei ed extraeuropei. Bisogna aumentare il numero dei veicoli prodotti nel paese, con l’assegnazione della piattaforma small e la produzione di modelli mass market”.
“L’eventuale ingresso di nuovi produttori può essere un’opportunità – dice -, se concepito in aggiunta e non in sostituzione dell’attuale presidio industriale e, come avviene in altri paesi europei, dovrà essere vincolato dal Governo anche alla partecipazione diretta dello Stato negli asset societari. La crisi dell’Automotive investe anche il savonese dove insistono aziende come Bitron e Continental. Bitron: già da inizio anno Stellantis, a parte un prodotto che è andato a fine vita, ha incominciato a ridurre gli ordini. Lo stabilimento ha avuto gli adeguati investimenti per modernizzarsi e ampliarsi alcuni anni fa, non ha mai avuto problemi di volumi ma di redditività dei prodotti. Nel mese settembre la situazione è precipitata con un blocco, anche se momentaneo, di alcuni prodotti fino a fine ottobre. Questo ha richiesto la necessità di aprire un primo periodo di cassa integrazione”.
“Continental: nello stabilimento di Cairo i carichi di lavoro nel breve termine sono stati recuperati con VW e si stanno valutando sinergie con altri marchi, ma preoccupa che non si stiano concretizzando gli investimenti ipotizzati per linee freno di nuova generazione – spiega -. Tutto ciò si aggiunge ad una fase economica e sociale per i metalmeccanici, in Italia e nel savonese, già molto delicata. Da anni il nostro territorio vede ridursi la propria base produttiva, in particolare quella legata alla manifattura, e nell’attuale fase segnata da grandi trasformazioni e da processi di transizione ecologica, digitale, energetica e tecnologica, stanno mancando da parte della politica e delle Istituzioni gli orientamenti e le scelte sui temi del lavoro e dell’industria”.
“Sono sempre più urgenti interventi di politica industriale senza i quali si rischia di peggiorare una condizione caratterizzata da una costante elevata inflazione e da una produzione industriale che è tornata a scendere – sottolinea -. Purtroppo, non ci stupiscono i dati negativi dell’occupazione nel comparto metalmeccanico in provincia. Nonostante il riconoscimento dell’Area di Crisi Industriale Complessa e le relative risorse per concretizzare prospettive di sviluppo previste dall’Accordo di Programma, si perdono maestranze e professionalità con dirette conseguenze su tutta l’economia del territorio. Per tutte queste ragioni, invitiamo le lavoratrici e i lavoratori di Bitron e Continental a scioperare nella giornata di venerdì 18 ottobre 2024 come discusso nelle Assemblee”.
“La Fiom Cgil Savona parteciperà con convinzione alla grande manifestazione che si terrà a Roma a difesa dell’occupazione, del lavoro, per rilanciare il futuro dell’industria dell’auto in Italia e salvaguardare gli stabilimenti savonesi”, conclude Ghiglia.