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Politica | 17 ottobre 2024, 11:44

Bucci: "Voglio formare lavoratori, non disoccupati"

"Pieno sostegno agli Its e ai programmi di Re-Skilling"

Bucci: "Voglio formare lavoratori, non disoccupati"

“E' la regola più semplice del mercato: allineare domanda e offerta. E vale oggi più che mai sul mercato del lavoro. Da tempo le imprese lamentano la carenza di personale specializzato, offrono lavoro ma non trovano chi è pronto ad accettarlo. La Liguria ha capito prima di altri queste esigenze e i primi risultati si sono visti nei numeri. Ecco perché nel mio programma intendo confermare con convinzione il sostegno agli Its (Istituti Tecnici Superiori) e l'avvio di programmi di Re-skilling, della riqualificazione professionale”. Il candidato presidente di Regione Liguria Marco Bucci non ha dubbi: la formazione deve essere centrale nello sviluppo del territorio ligure.

“Si tratta di esperienze positive portate avanti in collaborazione diretta con le stesse aziende – prosegue - che mettono anche a disposizione i loro dirigenti e il loro personale per formare le figure di cui hanno bisogno. Gli Its liguri hanno una media di assunzione di oltre il 90% di chi completa il percorso formativo, con punte vicino al 100% in alcuni settori. E' una possibilità che viene data tanto ai ragazzi che vogliono orientare il proprio percorso di studi verso uno sbocco lavorativo certo, quanto a chi è uscito dal mondo del lavoro e non ha le competenze richieste dalle imprese che pure sarebbero pronte ad assumerlo. In sintesi: noi vogliamo formare lavoratori, non disoccupati”.

“Anche in questo – conclude Marco Bucci - il mio programma è opposto a quello di chi promette di pensare a un reddito di cittadinanza smart per la Liguria, a chi sostiene una non meglio precisata eredità di autonomia per gli studenti. A chi, quando nel suo programma parla di Its, li cita come strumento per l’orientamento all’imprenditorialità e alla formazione dei giovani imprenditori. Anche io ho previsto dei bonus per gli over 50 che perdono il lavoro, ma non si tratta di assegni da percepire senza fare nulla: sono contributi alle aziende che rimettono in gioco i lavoratori. La nostra Repubblica è fondata sul lavoro, non sugli assegni di disoccupazione”.

IPE

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