Politica - 17 ottobre 2024, 08:40

Regionali, Tosi (FdI): "Gli anziani devono essere aiutati, tre possibili interventi per evitare il ricovero in strutture residenziali"

"I bilanci degli enti pubblici servono per stabilire priorità, eliminare spese non essenziali e prendere decisioni strategiche"

"La Giustizia Sociale vuole (o vorrebbe, ma talora non riesce, a causa di tagli alla spesa pubblica non equi) che coloro che oggi sono anziani (potremmo dire in pensione), dopo una vita dedicata al lavoro, alla professione, alla famiglia e ai figli, godano pienamente del meritato riposo (per essere precisi una ventina d’anni considerando il pensionamento medio a 64 anni e la vita media a 84, 81 per gli uomini e 86 per le donne)". Cosi commenta Antonella Tosi, candidata per Fratelli d'Italia alle prossime elezioni regionali.

"Ciò significa che, in stato di autosufficienza, totale o parziale, i parenti siano aiutati ad evitare l’esito per molti delle prime difficoltà: una casa di riposo che, quand’anche sia ben gestita, accogliente, non troppo costosa, non è la propria casa. Ora, siccome per i più la serenità coincide con la propria casa, i propri animali, le proprie cose (ad esempio gli arredi che ci ricordano tante cose vissute davanti a loro), le proprie abitudini, mi impegno, in caso di elezione, a rafforzare 3 tipi di interventi, sostenendo e co-finanziando le attività dei Comuni che vi sono preposti e delle società private, spesso del terzo settore sociale, che tali servizi e interventi organizzano e forniscono all’utente della terza età e alla sua famiglia (aziende e famigliari che rientrano, in senso lato, nella categoria socio-assistenziale dei “caregiver”, in italiano “colui che si prende cura” di una categoria fragile come gli anziani, con ruoli e responsabilità diversi)". 

"Questi sono i 3 tipi di interventi possibili (anche in sinergia e non necessariamente in alternativa fra loro) per evitare il ricovero in strutture residenziali della persona anziana: 1. Aumentare gli aiuti domiciliari, ossia le ore di aiuto a casa nei lavori domestici ed esterni (la spesa, i pagamenti e molte altre piccole, ma grandi, commissioni), che richiedono la qualifica di O.S.S. (Operatore Socio Sanitario) e di O.S.A. (Operatore Socio Assistenziale); 2. Incrementare le iniziative di “Co-housing”: potremmo chiamare questa modalità “casa comune” perché unisce spazi e servizi comuni (come lavanderia, servizi sanitari domiciliari, accompagnamento esterno, pulizie, intrattenimento – dalle sale di lettura alle sale TV, giochi di gruppo come il Bingo – e viaggi) a spazi e stanze private (appartamenti e stanze, a seconda delle esigenze personali), quindi vivo con altri (e divido i costi) ma solo quando e se ne ho voglia; 3. Maggiordomo di Quartiere, una figura professionale e un servizio molto utili, di supporto (che richiede un corso di formazione articolato), per ascoltare le esigenze delle persone anziane sia nei rapporti con i servizi della pubblica amministrazione che con quelli privati, e rispondervi in modo più diretto e personalizzato, potendo incontrare gli utenti sia presso le loro abitazioni sia presso i Co-housing, su una area territoriale variabile (il termine quartiere è solo indicativo del radicamento territoriale del servizio in questione)".

"Concludo dicendo che so che è difficile reperire le risorse necessarie ma i bilanci degli enti e gli amministratori pubblici servono proprio per ragionare sulle priorità e fare delle scelte, eliminando spese non essenziali, scelte che io intendo fare se sarò eletta in Consiglio Regionale", sottolinea la Tosi. 

IPE