"In tempi in cui tutti parliamo a favore dei piccoli Comuni di grandi progetti infrastrutturali, di rilancio industriale, di riconversione di aree produttive dismesse e di nuove arterie, non possiamo dimenticare che questi hanno anche la quotidianità. Due sono gli organismi o istituzioni che sembrano meglio interpretare i bisogni della popolazione locale dei piccoli Comuni: il sindaco e le associazioni pro loco e territoriali. Subito dopo c’è la Regione".
Lo dice in una nota la candidata consigliere regionale Silvia Rozzi (FdI).
"Negli ultimi anni c’è stato un rallentamento dell’esodo perché abitare nei piccoli centri conviene, anche dal punto di vista della sicurezza e dell’ordine pubblico oltre che sotto il profilo della tutela ambientale e, in qualche misura, anche della economicità - prosegue Rozzi -. Sempre presente è la voglia di rendersi indipendenti dalle città, di costruire uno sviluppo economico autonomo, senza essere costretti a vedere un progressivo svuotamento del territorio (derivante dalla migrazione dei giovani in cerca di lavoro) o a subire gli effetti di un diffuso pendolarismo. Qui la Regione può fare molto perché, investendo su settori qualificanti come turismo, cultura e sociale, può agire sulla vivacità di un paese e sul quadro economico – occupazionale".
"Nei piccoli Comuni - aggiunge - un’attenzione particolare e continuativa va posta negli interventi a favore degli anziani. Occorre investire nella capillarità dei servizi sanitari e nell’organizzazione, perché le persone non debbano affrontare viaggi spesso plurimi per effettuare analisi, visite, controlli medici. E poi nell’assistenza domiciliare per chi vive solo, per le famiglie che assistono gli anziani in casa, per le residenze protette che fanno un’opera indispensabile e irrinunciabile. Per queste persone il miglioramento della flessibilità negli orari dei servizi medici e ambulatoriali è un bisogno sentito su cui impegnarsi. Come importante è sostenere con progetti appositi questi Comuni che applicano politiche di sostegno al fine di fare giungere fondi ben spesi".
"Vi è poi l’aspetto abitativo che va considerato - spiega -. Mentre la costa sviluppa un mercato abitativo pressoché turistico, con il non facile problema degli affitti alti e delle locazioni per non residenti, l’entroterra beneficia di questo ritorno e bisogna fare in modo che sia stabile e non penalizzante; serve, quindi, una politica regionale che consenta a chi fa questa scelta, spesso obbligata, di ricevere dei contributi che diminuiscano la spesa delle famiglie e anche dei singoli per la mobilità veicolare per lavoro e studio. È palese che lo spostamento in auto in questi Comuni incide fortemente sull’economia famigliare. Basti pensare che la media giornaliera passata in auto per un abitante dell’entroterra supera facilmente i 60 minuti".
"Un altro aspetto da sottolineare è lo sviluppo del turismo, un settore strategico su cui puntare per il futuro del territorio - sottolinea Rozzi -. Un atteggiamento, questo, che coglie le attuali tendenze in atto nei piccoli Comuni; il nostro entroterra esercita una crescente attrazione, specialmente quando dotato di un rinomato passato storico e geograficamente favorito da un contesto a pochi chilometri dal mare e dalla montagna. In questi termini, oltre allo sviluppo, è necessario parlare di sicurezza nonché di equilibrio con l’ambiente e con tutte le attività che vi appartengono".
L"a tutela personale e dell’ordine pubblico rappresenta un problema anche nei piccoli Comuni; a mutare qui non è tanto la percezione generale del fenomeno, quanto il tipo di reati che più si temono. Per aumentare la sicurezza di un territorio - spiega -, la soluzione più gettonata consiste nell’aumentare il numero di forze dell’ordine in circolazione sulle strade e consentir loro maggior libertà di azione, controllare l’immigrazione clandestina e migliorare videosorveglianza e illuminazione delle strade. Ma occorrono anche politiche di prevenzione che agiscano sulla cultura della sicurezza. Su questi punti l’attenzione di Fratelli D’Italia è costante".
"Si ambisce, dunque, ad un’organizzazione delle politiche regionali che tenga conto non solo delle esigenze produttive, pur importanti ed imprescindibili, come dimostra l’enfasi riposta sullo sviluppo economico locale, ma anche del ben-vivere degli abitanti e, in particolare, delle fasce che non lavorano, come bambini ed anziani.
Su questi temi, da me ben conosciuti in quanto parte di queste comunità per lavoro e residenza, il mio impegno sarà preciso e costante", conclude Silvia Rozzi.