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Attualità | 14 ottobre 2024, 07:00

Il caffè al bar verso 1,30 euro, Balzola (Fipe): "Prezzo giusto per un buon prodotto, ma no alla speculazione"

“Personalmente sono contrario a quanto affermato dal gruppo Illy, secondo cui la tazzina di caffè arriverà presto a 2 euro”

Il caffè al bar verso 1,30 euro, Balzola (Fipe): "Prezzo giusto per un buon prodotto, ma no alla speculazione"

“Le caffetterie continuano a lavorare, a differenza dei ristoranti che hanno avuto periodi di défaillance. Il consumo di caffè è sempre forte, infatti i maggiori torrefattori del territorio sono sempre soddisfatti. Tuttavia, emerge il fatto che, sempre nell’ottica di offrire una tazzina di caffè di valore, ormai si vada verso un prezzo di 1,30 euro per il consumatore”. Carlomaria Balzola, presidente di Fipe Confcommercio della provincia di Savona, spiega come il settore del caffè, a differenza di altri comparti della ristorazione, non stia subendo particolari flessioni in termini di consumo, ma che nei prossimi mesi si andrà verso un piccolo aumento di prezzo per l’irrinunciabile pausa con tazzina di caffè al bar.

In tutto il savonese, attualmente, il costo si aggira fra 1 euro, in pochissime caffetterie, e 1,30 euro, con alcune realtà che la offrono a 1,20 euro, ma presto potrebbe verificarsi una generale uniformità verso il prezzo più alto.  Un rituale quotidiano che rischia di diventare più costoso, a causa degli aumenti dei costi di materie prime ed energia, che dal 2021 non mostrano segni di rallentamento, gravando su produttori e gestori di bar e caffetterie.

 “Personalmente sono contrario a quanto affermato dal gruppo Illy, secondo cui la tazzina di caffè arriverà presto a 2 euro – prosegue Balzola -. Per noi, il caffè resta un piacere ‘all’italiana’, consumato rapidamente al banco. I 2 euro ci possono stare con il servizio al tavolo, ma per la consumazione al banco, 1,30 è un prezzo giusto. Negli ultimi anni, nonostante gli aumenti che ci sono stati, il prezzo al consumatore è rimasto pressoché invariato. È ora che si adegui ai costi effettivi e 1,30 euro è una cifra equilibrata, che permette di offrire un buon caffè senza speculazioni”.

 “Importante non fare la ‘guerra tra poveri’. Quando vedo caffetterie vicine che fanno pagare il caffè con prezzi diversi, ad esempio a 1 euro e a 1,20, mi viene da pensare che una delle due offra un caffè di scarsa qualità”.  L'adeguamento del prezzo, per Balzola, deve andare di pari passo con un incremento della qualità del prodotto e del servizio.  “La sfida è trovare un equilibrio che valorizzi il prodotto e il lavoro dei baristi, senza intaccare il piacere quotidiano del caffè”, conclude Balzola.

Maria Gramaglia

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