Politica - 14 ottobre 2024, 19:32

Regionali, Marco Bucci al confronto con gli altri candidati alla presidenza: “Sono i cittadini i nostri capi, non i partiti o il governo di Roma”

Alla Sala Quadrivium il sindaco di Genova punta sui giovani: “Bisogna comprendere che chi fa figli contribuisce al grande successo della società”. E sulla sanità: “Nuovi ospedali e macchinari in funzione per gli esami attivi anche venti ore al giorno”

Tre domande, legate ai giovani, alla sanità e alla denatalità e precariato, e due minuti per rispondere: queste le regole del confronto organizzata dal Percorso Diocesano di Formazione Politica e in scena alla Sala Quadrivium questa sera, lunedì 14 ottobre, che ha visto protagonisti i candidati alla presidenza della regione Liguria. Presenti, in ordine alfabetico, Marco Bucci, Maria Antonietta Cella, Davide Felice, Nicola Morra, Andrea Orlando. Nicola Rollando, Alessandro Rosson e Francesco Toscano. Assente giustificato è Marco Giuseppe Ferrando, per impegni precedentemente presi.

Ad aprire, in ordine alfabetico, il dibattito è il sindaco di Genova Marco Bucci, che ha spiegato i punti chiave del programma elettorale legato alle tematiche care ai giovani. Come sostenerli nel loro percorso di crescita, per aiutarli a trovare la propria strada? 

Il sindaco di New York diceva che se non ci si occupa dei giovani una città destinata a morire” esordisce Bucci. “I giovani sono il cuore pulsante di una regione, e abbiamo nel programma elementi significativi pensati proprio per loro. Prima di tutto dobbiamo ascoltarli, perché spesso parlano un linguaggio diverso dal nostro; e poi dobbiamo aiutarli, perché ci sono momenti di crisi importanti che dobbiamo imparare a capire e a gestire, per vedere quello che vogliono. L’impegno nell’educazione deve garantire la possibilità di trovare lavoro dopo lo studio. Stiamo sviluppando la Fabbrica delle Idee e la Blue Hub per chi vuole portare avanti idee innovative, anche nell’ambito della blue economy. Tanti posti di lavoro non sono occupati, abbiamo bisogno di persone: questi punti garantiscono un futuro professionale ai giovani”. 

Il secondo intervento riguarda l’accesso alle cure tempestivo ed equo, aumento dei servizi di assistenza domiciliare e sistema in grado di mettere al centro la persona, specialmente quella più fragile. “E’ necessario l’accesso alle cure per tutti, soprattutto per le persone fragili, per chi è solo per chi ha problemi - commenta Marco Bucci -. Sono innanzitutto necessarie infrastrutture che funzionano, per questo vogliamo che siano realizzati cinque ospedali, siamo al lavoro per il Gaslini, Galliera ed Erzelli. Il Galliera è importante per tutti i genovesi e liguri, non capisco perché alcuni non lo vogliano, come Orlando. Abbiamo perso sette anni per questo motivo, ed è molto grave”. E poi, ancora, il lavoro sulle liste d’attesa: “Le macchine devono lavorare anche diciotto, venti ore al giorno: penso che le persone preferiscano fare una tac alle 3 del mattino piuttosto che aspettare un anno. Sono un paziente cronico, e penso che siano importanti percorsi di cure dedicati a questa categoria. Inoltre, bisogna consentire una risorsa importante alle Valli e all’entroterra, come medici di medicina generale e di comunità”. 

In merito alle problematiche legate all’instabilità lavorativa e alla conseguente denatalità che ne deriva, il sindaco di Genova non ha dubbi: “Bisogna anzitutto comprendere che chi fa figli contribuisce al grande successo della società - spiega -. Gli aiuti welfare sono importantissimi per garantire il lavoro di entrambi i genitori, ma bisogna raggiungere prima un risultato di società civile che arriva da questo grande messaggio. Il problema della denatalità è italiano, non solo della regione, e i problemi sono uguali in tutta Italia, che è il paese peggiore d’Europa. Abbiamo previsto buoni per gli asili, agevolazioni per servizi di baby sitter, saranno disponibili e rifinanziati con il programma regionale”. 

Nel minuto a disposizione di ogni candidato per esprimere quanto più a cuore, il sindaco dsi Genova punta ancora una volta sulle infrastrutture: “Io amo la Liguria come amo Genova, come ho dimostrato in questi sette anni di lavoro per i cittadini. Sono loro i nostri capi, non i partiti o il governo di Roma. Oggi qui abbiamo parlato di sanità e lavoro, ma non abbiamo parlato di infrastrutture: la Liguria muore senza, e noi abbiamo dimostrato di farle. Non bastano le belle parole senza un programma su questo tema, senza dire se si vogliono o meno le opere. Non possiamo avere una regione abbandonata, vogliamo una Liguria vincente e con una grande qualità della vita”.