20 anni. Dal 2004 si è costituita la Comunità Cattolica Ucraina, partita con la presenza di sole donne negli anni si è rafforzata e il 90% sono famiglie. Che negli ultimi due anni e mezzo deve far fronte ad una guerra che sta martoriando il loro apaese.
Oggi, 13 ottobre è l'anniversario della Comunità e con Padre Vitaliy Tarasenko abbiamo ripercorso questo ventennio.
"Avevo incontrato persone che abitavano a Savona che erano nella comunità di Genova e mi avevano chiesto di organizzare qualcosa qua. In Piazza del Popolo ci siamo visti per la prima preghiera con le donne presenti che volevano organizzarsi in una comunità, volevano vivere la loro vita insieme. L'unica possibilità di mantenersi uniti era creare un luogo dove potersi vedere e allora ho incontrato la Fondazione Migrantes della Diocesi di Savona che ci ha offerto i primi locali per celebrare la messa e li devo ringraziare perchè con noi sono stati sempre molto accoglienti. Abbiamo allora fatto un cammino per creare questa comunità, prima nella chiesa di via Guidobono e poi dal 2013 il vescovo Lupi ci ha concesso la chiesa del Sacro Cuore".
Da lì sono iniziate le celebrazioni la domenica e la mercoledì. Ma non solo, la comunita ha voluto vivere la vita fuori dalla Ucraina mantenendo anche le feste ucraine. Creando inoltre pre Covid una sorta di scuola per i bambini ucraini per fargli conoscere l'alfabeto e poter comunicare con i parenti rimasti in Ucraina.
"Abbiamo garantito ai bimbi nati qua di mantenersi in contatto con i propri familiari rimasti nella terra d'origine. È diventata una comunità particolare, composta per l''80% di famiglie (diverse sono le coppie miste ucraini/italiani e ucraini/romeni. ndr), molto giovane, vivace, familiare. Una volta invece era composta per il 100% da persone singole".
Poi lo scoppio della guerra con l'invasione russa datata 24 febbraio 2022. E la comunità che non ha abbassato la testa grazie alla grande catena di solidarietà dei savonesi. Molteplici poi sono state le donne, i bambini, gli anziani che sono scappati dal conflitto per raggiungere Savona.
"È stato per noi uno shock terribile. Il fatto che ci sia una comunità composta da persone istruite che sono state formate con un senso di volontariato, è stato fondamentale. Nel periodo della guerra, e devo dire grazie a Don Lupino che è stato un gran aiuto, la comunità è stata fondamentale per chi aveva bisogno così come i savonesi che hanno offerto il loro aiuto. Abbiamo organizzato i camion che hanno portato il sostegno umanitario in Ucraina e grazie all'aiuto dei volontari è diventato un centro di accoglienza per la consegna del cibo e dei vestiti. La comunità è stata importante in questo periodo di emergenza".
Il conflitto però sta proseguendo e molte persone, familiari di chi è ora a Savona, sono morti.
"Molti mariti e figli sono al fronte. Quando arriva qualche persona vestita di nero vuol dire che si è verificato un lutto, e succede molto spesso ogni settimana, la guerra purtroppo si sente molto vicina. Sono mancate anche persone che erano nella comunità. Ed è molto delicato nella giornata del ventennale unire la gioia al dolore, però la vita deve continuare perchè i nostri ragazzi lottano per regalarci la pace. Se ci sono stati nuovi arrivi? E' molto raro adesso, le persone sembra strano dirlo ma sono riuscite a convivere con la guerra".
Questa mattina quindi alle ore 10 nella Chiesa Sacro Cuore di Gesù, in corso Cristoforo Colombo sarà recitato il rosario per la pace in Ucraina e alle 10:30 sempre in chiesa si terrà la divina liturgia pontificale. Seguirà la festa con un rinfresco nei locali parrocchiali.
Saranno presenti il Vescovo ucraino Dionisio Lakovic, il Vescovo della Diocesi di Savona-Noli Calogero Marino, il Sindaco Marco Russo e i rappresentanti di altre comunità.
"Tanto c'è ancora da imparare ma la chiesa ci aiuta in questo. Solo insieme possiamo avere la pace" conclude Padre Tarasenko.