Rito immediato: questa la richiesta avanzata dal pm della Procura di Milano, Rosaria Stagnaro, nei confronti di Domenico "Mimmo" Massari, accusato dell'omicidio di Antonio Magrini.
Un banale litigio per il telecomando e per le pulizie, avvenuto lo scorso aprile, avrebbe scatenato la furia di Massari. In preda a un raptus di rabbia, avrebbe colpito alla testa il suo compagno di cella, Magrini, con un manico di scopa, per poi strangolarlo con la cintura dell'accappatoio e i lacci delle scarpe.
Secondo la versione fornita agli inquirenti dall'omicida, lo stesso Massari che nel luglio del 2019 uccise l'ex moglie Deborah Ballesio con cinque colpi d'arma da fuoco a Savona, Magrini avrebbe cambiato canale alla tv senza chiedergli il permesso.
Antonio Magrini, noto come Toni Cavallero, era il fratello dell'ex capo della mala di San Siro. Sessantottenne, nato a Bari ma residente a Varazze, era stato arrestato nel giugno 2018 dalla Guardia di Finanza a Varazze per il suo coinvolgimento in un traffico internazionale di cocaina con un clan albanese. Cinque episodi di spaccio gli erano stati contestati, tutti avvenuti nel milanese.
Il 23 ottobre scorso, Magrini si era presentato spontaneamente al carcere di Milano per scontare la sua pena e da quattro mesi condivideva la cella con Massari. Non era stata segnalata alcuna incompatibilità tra i due, né episodi di tensione.
Il Giudice per le Indagini Preliminari, Luca Milani, ha firmato l'ordinanza che accusa Massari di omicidio volontario, aggravato da futili motivi e da sevizie e crudeltà.
Il 13 luglio 2019, Massari aveva ucciso l'ex moglie Deborah Ballesio a Savona, ai Bagni Aquario, sparandole con una Smith & Wesson 57 Magnum rubata nel 2012. Era entrato nel locale con un cappellino calato sugli occhi, si era avvicinato alla donna e le aveva chiesto: "Ti ricordi di me?", prima di esplodere cinque colpi di pistola, ferendo anche due donne e una bambina con un proiettile fuori traiettoria.
Massari, durante la sua fuga disperata verso Sanremo, aveva sequestrato il ventenne Antonio Moio, legandolo e costringendolo a portarlo via in auto. La fuga era durata un giorno: l'uomo si era nascosto sulle alture di Savona per una notte, poi si era consegnato alle autorità, dopo aver sparato tre colpi di pistola in aria all’ingresso del carcere.
L'uomo aveva cercato la moglie la sera del karaoke, dove lei lavorava come animatrice, e l'aveva uccisa per questioni economiche. Anni prima, Massari aveva dato fuoco al night club "Il Follia" che aveva aperto insieme alla Ballesio ad Altare, investendo 400mila euro guadagnati con attività illecite in Spagna e nel traffico di droga. Il rogo aveva distrutto anche un vicino mobilificio.
Per quell'episodio, Massari aveva patteggiato una pena di tre anni e due mesi e gli era stato imposto il divieto di avvicinarsi alla donna. Tra gli altri atti persecutori, le aveva anche allagato l’appartamento a Plodio.
"Potevo ucciderla prima. Volevo solo i miei soldi. Quando sono uscito, ho aspettato una quarantina di giorni per recuperare il denaro nascosto in un terreno a Plodio (250-300mila euro), ma le arbanelle non c'erano più. Sono caduto in uno sconforto, in una profonda crisi depressiva", aveva dichiarato il killer in tribunale.