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Cronaca | 08 ottobre 2024, 11:15

Presunta bancarotta ex cda Ata, scatta il processo. Il commissario giudiziale: "Arrivati tardi a rappresentare la crisi"

A giudizio l'ex direttore generale dal 2013 al 2016 Luca Pesce e l'ex consulente amministrativo Giancarlo Zanini

Presunta bancarotta ex cda Ata, scatta il processo. Il commissario giudiziale: "Arrivati tardi a rappresentare la crisi"

"Sono arrivati tardi a rappresentare la crisi. Si vedeva che la società era molto sbilanciata nell'ambito dell'indebitamento rispetto ai mezzi propri".

Giampaolo Provaggi, commissario giudiziale di Ata nell'aula del Tribunale di Savona ha esposto la situazione in cui versa da anni l'azienda partecipata comunale rispondendo alle domande del Pubblico Ministero Ubaldo Pelosi nel processo che vede imputati l'ex direttore generale di Ata dal 2013 al 2016 Luca Pesce e l'ex consulente amministrativo Giancarlo Zanini.

Al centro erano finiti ai bilanci dal 2011 al 2016 nei quali, secondo l'accusa, sarebbero stati esposti fatti non rispondenti al vero con lo scopo di avere un ingiusto profitto.

La Procura si era concentrata sulle operazioni legate alla discarica Passeggi, il park del Sacro Cuore, la chiusura della discarica di Cima Montà oltre ai forni crematori.

Nel settembre 2021 nel palazzo di giustizia savonese davanti al giudice per le indagini preliminari, il consulente Botta aveva presentato una serie di conclusioni sui bilanci dell'azienda e aveva specificato che la situazione della stessa era già da molto tempo in predissesto avendo perso del capitale sociale già dal 2012.

La situazione di predissesto, come specificato dal perito, non sarebbe stata evidenziata nei bilanci grazie ad artifici contabili che avrebbero occultato quella posizione di difficoltà, aspetto questo che non aveva trovato d'accordo i periti e gli avvocati difensori.

Ata nel 2019 era stata infatti ammessa al concordato preventivo ma l'emersione del predissesto se fosse emerso prima avrebbe evitato all'azienda di peggiorare il proprio stato finanziario.

Proprio il commissario giudiziale ha evidenziato la situazione di criticità in cui versava (e in cui versa ancora tutt'oggi) Ata.

"Le crisi non nascono dall'oggi al domani. In Ata la situazione di insolvenza era evidente da alcuni fattori. La situazione pregressa fin dal 2013 presentava la società nella 'disaster zone' - ha spiegato Provaggi - Questa azienda evidenziava un approccio al mercato con una mole di lavoro che non era supportata da una capacità di business. Sono stati amessi al concordato preventivo con debiti che si attestavano sui 14 milioni e 400mila euro".

Durante l'udienza sono stati ascoltati anche Luigi Perini, allora responsabile dell'ufficio contabilità, l'ex dirigente del settore viabilità, edilizia e ambiente della Provincia Vincenzo Gareri e la segretaria generale del comune di Savona Lucia Bacciu.

"Come Comune esercitiamo il controllo analogo a tutte le società partecipate, nel secondo-terzo trimestre del 2016 riscontrammo delle criticità, sul fatto che nel primo trimestre risultava un utile, nel secondo mi pare anche ma già nel secondo rispetto al primo prevedevano una perdita di circa 500mila euro - ha detto Bacciu - Era matematicamente impossibile ricapitalizzare la società (il Comune era in uno stato di predissesto finanziario. ndr). Continuavamo ad avere le stesse problematiche con Ata".

L'ex presidente dal 2016 al 2020 Alessandro Garassini (la sua posizione era stata stralciata così come quella dell'ex amministratore delegato Matteo Debenedetti) si è soffermato sullo stato della situazione al suo arrivo alla guida dell'azienda.

"Riscontrammo che c'era una situazione molto delicata e verificammo che c'erano una serie di attività non remunerative che creavano una situazione di passività nell'azienda. C'erano questi cantieri in palese deficit come Pietra Ligure e Diano Marina e un contratto complicato con Borghetto . ha puntualizzato Garassini  - Avevamo una debolezza strutturale enorme, gli uffici faticavano a stare dietro alle procedure sia per la quantità di operatori che per attitudine".

Ha testimoniato anche Roberto Pizzorno, ex membro del cda che aveva patteggiato 4 mesi così come Marco Ravera. Aveva scelto la via del patteggiamento a un 1 anno e sei mesi l'ex presidente Sara Vaggi e 1 anno e 4 mesi l'ex presidente del collegio sindacale dal 2008 al 2016 Paolo Grondona. Vaggi era indagata per bancarotta fraudolenta, Pizzorno e Ravera invece in maniera marginale per bancarotta semplice per non aver controllato il comportamento degli altri membri del cda. Il Gup nel marzo del 2023 aveva disposto il non luogo a procedere per Luisella Bergero e Maria Angela Palazzo, ex membri del collegio sindacale e revisori dal 2014 al 2016.

Il processo alle battute iniziali si è tenuto davanti al collegio presieduto dal presidente Franco Greco con a latere i giudici Veronica Desei e Matte Pistone. Nella prossima udienza verrà ascoltato Zanini oltre ai testimoni della difesa di Pesce.

Luciano Parodi

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