Nel cuore del piccolo borgo di Altare, incastonato tra le verdi colline della Val Bormida, sta nascendo un gioiello d’arte e storia: un museo a cielo aperto che fonde la tradizione locale con l’innovazione contemporanea. Un progetto tanto ambizioso quanto affascinante, portato avanti con passione dall’Associazione Culturale AMA – Arti e Misteri.
Passeggiando per le vie del centro storico, ora si possono scoprire angoli inattesi, dove le fotoceramiche di artisti locali raccontano il paese attraverso immagini che immortalano scorci suggestivi, memorie di una Altare che sembra voler sussurrare al visitatore la sua storia e la sua anima.
Ogni opera è più di una semplice rappresentazione artistica. Grazie a piccoli QR code accanto alle ceramiche, chiunque può accedere, con un semplice gesto, a un universo di storie e approfondimenti: ogni scatto nasconde un racconto, una memoria, un pezzo di vita del paese. Chiunque, armato di smartphone, diventa così esploratore del passato, attraversando epoche e tradizioni. Il successo di questa idea innovativa si misura nelle cifre: una delle postazioni, un angolo che riproduce le chiese di Altare, ha già raccolto oltre duemila visualizzazioni.
Nonostante le difficoltà iniziali, come l’ottenimento dei consensi per l’utilizzo dei muri del centro e la ricerca di fondi e opere, il sogno di trasformare Altare in un museo diffuso ha preso forma lo scorso maggio, quando le prime opere sono state installate e il museo è stato inaugurato ufficialmente. Un progetto che cresce, non solo in termini artistici, ma anche per l’interesse suscitato tra i turisti, che sempre più numerosi si avvicinano, magari di passaggio, per scoprire un’Altare diversa, tra arte e cultura. Una coppia di turisti olandesi, entusiasti, ha commentato come questo connubio tra tradizione e modernità renda il borgo un luogo unico da visitare.
L'iniziativa ha coinvolto artisti di talento, ognuno con la propria visione e sensibilità. Tra loro spiccano i nomi di Aldo Francin, Cinzia Spolvieri, Jolanda Jakupi, Cristina Rolando, Mauro Manconi, Roberta Giulietti, Roberto Pittari, Paola Pincetti, Grazia Genta, Angie Macrì, Cristina Mantisi, Loredana Manfro e Marco Saroldi, solo per citarne alcuni. Accanto a loro, anche realtà importanti come l’Associazione Culturale Ceramica Vecchia Mondovì e Lucia Della Foglia hanno offerto il loro prezioso contributo.
Ma questo museo non è solo un omaggio alla bellezza del passato. C'è spazio anche per riflessioni più profonde e complesse, come quelle del maestro Riccardo Ricchebuono. Una fotoceramica riprende alcuni versi di una poesia tratta da Paese mio paese, in cui le parole si intrecciano con le immagini, creando una dimensione onirica: un dialogo tra visioni e versi. Altare non è solo un borgo da osservare, ma da sentire e vivere.
Un altro punto forte del percorso artistico è lo spazio Marica Servolo, una sorta di finestra sull’anima decadente del paese. In questo angolo, le fotoceramiche non mostrano solo la bellezza, ma anche le ombre del tempo che passa. È un luogo di riflessione, dove le rovine e il declino diventano simboli di resistenza, di una memoria che si oppone all’oblio.
C'è poi una sezione dedicata ad Augusto Bormioli, vetraio nella soffieria di famiglia, che ha lavorato insieme al padre e al fratello e ci ha lasciati nel 2003. La sua eredità artistica si estende a 360 gradi, abbracciando sia la fotografia che la musica.
Il progetto dell’AMA è ampio e ambizioso: l’obiettivo è trasformare Altare in un piccolo ma prezioso museo a cielo aperto, un luogo dove arte, storia e tecnologia si fondono, creando un’esperienza unica per chi visita. Le opere installate non sono statiche decorazioni, ma porte verso un mondo di racconti e suggestioni, dove ogni pezzo svela un frammento della vita di un paese che ha tanto da dire.
Ma non è tutto. Il piano prevede anche la realizzazione di un muretto ispirato a quello di Alassio. Non resta che attendere qualche mese per scoprire come si evolverà questa affascinante iniziativa.