Cronaca - 04 ottobre 2024, 13:42

Abusi sessuali su minore, Padre Melis lascia il carcere: è ai domiciliari in una comunità in Umbria

Sarà sottoposto ad un percorso riabilitativo. Nel finalese le accuse più gravi: il sacerdote avrebbe abusato di un giovane chierichetto

Padre Andrea Melis torna agli arresti domiciliari ma in una residenza protetta in Umbria.

Questa la decisione del giudice che ha disposto così la scarcerazione dalla casa circondariale di Genova Pontedecimo dove era detenuto dallo scorso agosto con l'accusa di violenza sessuale nei confronti di un minorenne.

Il fascicolo passato per competenza territoriale da Genova al Tribunale di Savona (per quanto riguarda le violenze su minore che sarebbero state effettuate a Finale Ligure) aveva visto portare il gip a decidere di disporre il carcere in quanto a seguito di una segnalazione dei carabinieri di Genova, l'Istituto dei Padre Scolopi di Chiavari dove il sacerdote era ai domiciliari non era una collocazione idonea perché vicina alle scuole e quindi un luogo "potenzialmente a rischio di reiterazione del reato".

Ora per lui si sono aperte le porte di una cumunità umbra dove sarà sottoposto ad un percorso riabilitativo. Nella giornata di oggi il Pubblico Ministero Elisa Milocco avrà un incontro con gli avvocati difensori di Melis Raffaele Caruso e Raffaella Delfino. Non sono previste nuove contestazioni da parte della Procura.

Melis, appartenente all'ordine dei Padri Scolopi, era stato direttore della scuola elementare della Fondazione Assarotti e presidente della Fidae Liguria (Federazione di scuole cattoliche primarie e secondarie). Nel savonese è stato anche parroco della chiesa di Sant'Antonio da Padova a Finale Ligure.

E proprio nel finalese le accuse più pesanti: il sacerdote infatti avrebbe abusato di un giovane chierichetto (quando la vittima aveva 12 anni e sino al compimento dei 16).

Le violenze sessuali si sarebbero verificate nella chiesa degli scolopi finalesi, per questo la Gip del Tribunale di Genova si è dichiarata "territorialmente incompetente" con il fascicolo che è stato destinato al Palazzo di Giustizia savonese. 

Il prete è "portatore di Hiv" e questo aumenta la sua pericolosità; così aveva scritto la Gip, che ne aveva disposto gli arresti domiciliari.

Il sacerdote avrebbe contratto il virus anni fa in Africa: è stato lui stesso a dichiararlo agli investigatori. Il minore coinvolto nella vicenda non è stato infettato, ma se dovessero venire alla luce persone che hanno contratto l'Hiv dopo essere state con padre Melis, la Procura potrebbe contestare al religioso anche le lesioni dolose gravissime.

Per ora il parroco è accusato di abusi sessuali ai danni di un ragazzino, che abitualmente svolgeva le mansioni di chierichetto, ed era stato "ricompensato" con soldi, videogiochi, vestiti griffati, sigarette elettroniche. Ma il religioso avrebbe tentato approcci anche con altri sette minorenni, alcuni anche suoi ex alunni della Assarotti, attirati nel suo appartamento sempre con "regalini".

Nell'ordinanza, la giudice aveva sottolineato come il sacerdote avesse agito sotto "la spinta di impulsi perversi", carpendo la fiducia dei minori "attirandoli a casa sua, vicino le chiese" e facendoli "accedere a tutto ciò che un adulto proibisce". La sua pericolosità, secondo la giudice, "non è connessa esclusivamente alla sua qualità di sacerdote e di insegnante, da cui è sospeso, ma anche alla sua capacità, acquisita proprio per effetto delle professioni svolte, di avvicinarsi ai minori, di farsi capire dagli stessi, ponendosi come loro amico e complice".