Rinvio a giudizio. Questa la richiesta dei Pubblici Ministeri Maddalena Sala e Claudio Martini nei confronti di Giulia Colangelo, ex segretario generale della Provincia, il dirigente degli affari generali Maurizio Novaro, il sindaco di Albisola Superiore Maurizio Garbarini e l'assessore albisolese Sara Brizzo.
Dopo la notifica da parte della Procura agli indagati dell'avviso di conclusione indagini dello scorso giugno, dal sesto piano del Palazzo di Giustizia è stata formulata al giudice la richiesta per quattro indagati in merito all'inchiesta sulla gestione dei dipendenti della Provincia, la rivelazione dei segreti d'ufficio, il falso e i presunti concorsi truccati.
E' stata archiviata invece la posizione di Laura Pomidoro del servizio legale e contenziosi così come era avvenuto lo scorso giugno per la funzionaria alla stazione unica appaltante Veronica Valenti e la dirigente degli affari generali Jessica Rebagliati.
Il Gip Alessia Ceccardi, nell'ottobre 2023, sulla base di un'articolata indagine svolta dalla Squadra Mobile della Questura di Savona, aveva ritenuto sussistenti, in capo all'ex direttore generale provinciale (che era segretaria generale anche nei comuni di Calizzano, Roccavignale e Albisola. ndr), gravi indizi di commissione dei reati di maltrattamenti e atti persecutori nei confronti di alcuni dipendenti dell'ente; aveva inoltre ritenuto, nei confronti di Colangelo e Novaro, sussistenti i gravi indizi dei reati di utilizzazione di segreti d'ufficio, abuso d'ufficio e falso in atto pubblico, tutti commessi, nell'ipotesi accusatoria, nell'ambito dei concorsi per la selezione del personale dipendente con lo scopo di favorire alcuni candidati.
Lo scorso fine dicembre Novaro (che aveva assunto l'incarico di dirigente degli affari generali lasciando la dirigenza dell'ufficio affari legali, poco prima che scoppiasse il caso dei presunti concorsi truccati. ndr) era ritornato al lavoro dopo la richiesta di revoca della sospensione da parte dei suoi avvocati Massimo Boggio e Marco Fazio.
Nell'interrogatorio del dirigente sarebbero risultate evidenti le differenze tra le mansioni che svolgeva nell'ambito del nuovo incarico, rispetto a quello precedente e per questo sarebbero state escluse possibilità di reiterazione, ma Novaro non dovrà prendere comunque parte allo sviluppo dei concorsi interni.
Sarebbe emerso inoltre che nel 2021 un gruppo di dipendenti avrebbero presentato un esposto anonimo, mandato ai sindaci della provincia, alla Prefettura e ad alcuni altri soggetti. Dentro, punto dopo punto, ci sarebbero state accuse a Colangelo per una gestione del personale anomala.
Le firme non ci sarebbero state, i lavoratori avevano paura di ritorsioni e avevano spiegato di voler mantenere l'anonimato "in quanto temiamo di perdere il posto di lavoro". E avevano descritto una situazione esasperante per chi era preso di mira con un personale che "da anni a questa parte, subisce minacce, ricatti e angherie da parte del direttore della Provincia, Giulia Colangelo».
Parlavano di "dirigenti ricattati", di sindaci che non si rivolgono più alla Provincia per "questo stato di inefficienza e degrado" , di concorsi interni, definiti "farsa" e di un ente che "non esercita da diversi anni una serie di funzioni istituzionali".
Nell’ordinanza si leggeva inoltre di un atteggiamento, da parte di Garbarini e Brizzo, di “intromissione e oppressione, documentata da intercettazioni audio e da video ambientali, sulla commissione d’esame. L’obiettivo sarebbe stato quello di modificare la graduatoria del concorso per l’assunzione di un istruttore amministrativo in modo da far vincere la parente di un politico”.
La concorrente sarebbe stata spostata dal terzo al primo posto in graduatoria aggiudicandosi così l’assunzione (la prima in graduatoria poi pare sia stata trasferita a lavorare in un altro ente). Colangelo avrebbe avuto un ruolo centrale nella questione, come riportato nella disposizione del provvedimento dal giudice delle indagini preliminari Ceccardi, i concorrenti avrebbero ricevuto diversi aiuti: alcuni avrebbero anche ricevuto i testi dei quesiti. Nè il politico savonese, nè la figlia comunque sono indagati.
Nei confronti di Colangelo, interdetta dai pubblici uffici fino al prossimo ottobre, difesa dall'avvocato Giulia Bongiorno, sarebbero state aggiunte contestazioni aggiuntive legate al filone sui maltrattamenti ai dipendenti.