In un contesto sociale ed economico in continua evoluzione, il ruolo dei sindacati diventa sempre più cruciale nel rappresentare le istanze dei lavoratori e nel contribuire a definire le politiche locali.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Andrea Pasa, segretario generale della Cgil di Savona, per esplorare le sue visioni e le sue preoccupazioni riguardo a temi di grande rilevanza per la provincia. Dalla valutazione del modello Toti alla situazione socio-economica del territorio, dalle prossime elezioni regionali a quelle che sono le sue aspirazioni future, il segretario generale ci offre un'analisi approfondita della realtà savonese. Con un approccio diretto e un forte senso di responsabilità, affronta le sfide che attendono non solo i lavoratori, ma l'intera comunità, delineando strategie e obiettivi per costruire una provincia di Savona più giusta e inclusiva.
Cosa ne pensa del cosiddetto Modello Toti – Modello Liguria di questi ultimi 9 anni?
"Penso che abbia peggiorato sensibilmente la vita di chi vive in Liguria, soprattutto in provincia di Savona. È un modello che non deve mai più ritornare; deve essere morto e sepolto il 7 maggio scorso. Chi verrà dopo dovrà prendere seriamente le distanze da questo sistema, in un territorio che però per primo l'ha reso possibile!
Non si può accettare il ragionamento per cui, per far progredire questa regione, sia necessario amministrarla con clientele e corruzione. La Liguria ha invece bisogno di una politica seria e matura, che sappia affrontare e risolvere le troppe difficoltà e che sappia portare a casa risultati sfruttando le straordinarie opportunità esistenti, senza ricorrere a scorciatoie illegali".
Riuscirà la politica a superare questa situazione?
"Sarà molto complicato, perché se gli indagati, sostenuti dall’intero centrodestra, ancora oggi, dopo oltre 3 mesi, sono convinti di aver agito per il bene della Liguria senza mai disconoscere il proprio operato, allora una parte della politica è lontana dal superare questo modello e questa situazione. Auspico che altre forze politiche siano in grado di mettere in campo un'alternativa, mettendo al centro le tre questioni che l'amministrazione Toti, in 9 anni, con politiche deleterie e mortifere, ha peggiorato sensibilmente: lavoro, salute e mobilità".
Quali sono per lei i temi su cui investire di più e meglio?
"Sicuramente quelli più importanti per le persone: lavoro, sanità, infrastrutture e ambiente. In questi anni, le scelte profondamente sbagliate dell'amministrazione Toti e dei partiti che hanno governato questa regione, compresi i consiglieri regionali di maggioranza della provincia di Savona, hanno reso più difficile o addirittura impossibile la garanzia del diritto alla salute, al lavoro e alla mobilità.
Per quanto riguarda il lavoro, le politiche messe in campo dal centrodestra hanno trasformato la Liguria in una regione con un'economia sbilanciata verso il terziario, dove il lavoro è più povero, insicuro e precario. Hanno reso la Liguria una regione di transito, in cui si trattiene poco o nulla, né merci né passeggeri. Ci vuole quindi un'inversione di tendenza, che riporti al centro il valore del lavoro, con politiche industriali serie e lungimiranti, a partire dalla soluzione delle troppe crisi industriali savonesi (Piaggio Aerospace, Sanc, Funivie). Serve potenziare la presenza dell’industria e della manifattura, in particolare quella innovativa, investendo nella transizione energetica. Oggi la Regione Liguria non ha investito un solo centesimo delle risorse del PNRR in progetti di transizione energetica; anzi, non ha neppure un Piano energetico regionale, unica regione del Nord-Ovest a mancare di tale piano. L'obiettivo dev'essere generare occupazione di qualità. Poi c'è la sanità, perché la situazione è drammatica: l'8% della popolazione ligure rinuncia a curarsi. Si sono chiusi o ridotti servizi fondamentali per le persone, da ponente a levante passando per l’entroterra valbormidese. Si è smantellata la sanità territoriale, e c’è un dramma che di giorno in giorno cresce: quello legato alle liste d’attesa, con tempi che arrivano addirittura a 10 mesi per prenotare visite specialistiche. Infine, ma non meno importante, c'è la questione infrastrutturale. È davanti agli occhi di tutti: è una vergogna nazionale ciò che accade ormai da anni nel nostro territorio. Nessuna opera strategica è stata portata a termine, peggiorando la vita di pendolari, studenti, turisti e imprese. Si continuano a rinviare i progetti e i cantieri in itinere: Aurelia Bis, Carcare – Predosa, Autostrada Savona – Torino e una parte importante delle infrastrutture terrestri per migliorare la competitività dei porti di Savona e Vado Ligure. Ciliegina sulla torta, la vicenda delle Funivie: dopo 5 anni, neanche il "Ministro del fare" Salvini e il viceministro Rixi, ligure, sono riusciti a spostare una pietra nel cantiere per la ricostruzione".
In queste settimane, i partiti politici cosa dovrebbero fare?
"Partire da un programma serio, chiaro e trasparente e, semmai dopo, soltanto dopo, discutere di nomi, cognomi e candidati".
Perché dice questo?
"Penso sia fondamentale che la politica recuperi la credibilità perduta e il rispetto dei cittadini, per allargare la partecipazione e non il contrario. Democrazia significa appunto partecipazione, e non ci possiamo permettere che, a ottobre, le persone non vadano a votare. Non ci possiamo permettere un'amministrazione regionale eletta da meno del 20% della popolazione. Per questo ci vogliono serietà, credibilità e, soprattutto, rispetto verso i cittadini e verso le comunità. Il centrosinistra ha una grande responsabilità: imprimere una svolta nella nostra regione dopo il malgoverno del centrodestra. Sanità, lavoro, diritti, infrastrutture, struttura industriale, ambiente e cultura devono essere definiti in un programma che rappresenti una vera alternativa, sui cui costruire confronto, alleanze e consensi. Fino a oggi, questi punti fondamentali del nostro possibile sviluppo sono stati ignorati, trascurati o peggio malgovernati, favorendo interessi privati e corporativi".
E lei da grande cosa vuol fare? Ci arrivano notizie di una sua possibile candidatura
"Io sono il Segretario Generale della Cgil di Savona, e sono orgoglioso di esserlo. Non nascondo che in queste ultime settimane, come già capitato nei mesi precedenti per alcune elezioni comunali, ho ricevuto numerosi attestati di stima e richieste di candidatura per rappresentare meglio e di più questo territorio, da moltissimi cittadini, associazioni, comitati e imprenditori (anche di centrodestra). Ma oggi faccio altro. Come le dicevo, ho l’onore di rappresentare la più grande organizzazione del Paese sul territorio savonese, un'organizzazione radicata sul territorio da oltre 120 anni, con oltre 20 sedi in provincia e circa 25mila iscritti. Non c'è partito politico, associazione o comitato che possa vantare una così larga rappresentanza e rappresentatività sul territorio, e lo voglio fare fino al termine del mio mandato, almeno fino all'inizio del 2026, quando scadrà. Come da regolamento della CGIL, il mandato dura 8 anni, poi si vedrà.
Ma in futuro le piacerebbe fare un'esperienza politico-amministrativa?
"La premessa è una ed è sotto gli occhi di tutti: oggi il territorio savonese è sottorappresentato; non ha da due mandati nessun assessore regionale e non ci sono parlamentari savonesi. Se mi permette, chi avrebbe dovuto in questi anni rappresentare il territorio savonese – i consiglieri di maggioranza eletti in provincia di Savona – lo ha fatto poco e male, appoggiando tutte le scelte dell’amministrazione Toti, compresa quella scellerata del progetto del rigassificatore nella rada di Savona e Vado Ligure. Questo ha comportato uno scempio sulla sanità e ha dequalificato il lavoro. Ma torno alla sua domanda. Penso che chi, come me, svolge attività sindacali confederali o di categoria, abbia un bagaglio di esperienze straordinario. Conosce come pochi il territorio con i suoi problemi e le sue opportunità, e talvolta è in grado di costruire soluzioni e proposte. Oggi, però, ribadisco che sono concentrato per fare di più e meglio questo mestiere, insieme alle compagne e ai compagni della Cgil di Savona e ai tantissimi delegati che ogni giorno rappresentano il sindacato nei luoghi di lavoro. Sicuramente fino alla fine del mio mandato da Segretario Generale della Cgil di Savona".