Le urla dei bambini sovrastano il vocio delle mamme, sedute a guardare i loro piccoli giocare in piazza Sisto. "Goal!", è il grido che si solleva dalla piazza, dopo che il pallone ha infilato l'angolo di quella porta immaginaria, segnata da due borracce a terra, colpendo il muro del palazzo comunale.
Perché a Savona i bambini possono ancora giocare a pallone nella piazza centrale, quella del Comune. Alla faccia di quegli adulti che sanno soltanto lamentarsi delle nuove generazioni e dire, tra un mugugno e l'altro, che i bambini non fanno altro che stare ore davanti ad un cellulare.
E così ogni pomeriggio si formano le squadre. I più grandicelli, quelli sugli 8-10 anni, giocano sulla parte di piazza verso corso Italia. I più piccoli, invece, iniziano già a "scartarsi" con il pallone al centro della piazza o nella parte su va Manzoni.
E se il numero dispari non permette di fare due squadre i piccoli savonesi hanno già imparato come funziona. Si gioca “all’americana", con un solo portiere, assediato da un continuo alternarsi di attacco e difesa dove a comandare è il possesso palla.
Non sempre però è andato tutto liscio. C'era stato anche chi, forse dimenticando di essere stato bambino, quei calciatori in erba nella piazza del Comune non li voleva proprio ed era andato a lamentarsi dal sindaco. L'allora primo cittadino, Federico Berruti, aveva trovato la soluzione che ha permesso ai bambini di continuare a giocare spensierati. Con un'ordinanza aveva introdotto l'uso di un pallone di gommapiuma che infilato in quella porta immaginaria dà sempre la soddisfazione di poter gridare "goal!”.