Nel cuore della Val Bormida, dove un tempo l’entroterra pulsava di vita e opportunità, si erge la storia di una famiglia dedicata all’arte della macelleria.
Questo racconto è incarnato da Emilia Partesotti, che per oltre quarant’anni ha portato avanti il negozio di famiglia, testimoniando un’epoca in cui il benessere e il lavoro non mancavano.
La macelleria Bezzone-Partesotti affonda le proprie radici in un passato centenario. Fondata dai nonni di Emilia, Emilio Partesotti e Cesarina Genta, ha visto passare ben quattro generazioni. Emilia ricorda come, dopo la scomparsa del nonno, suo padre Angelo, inizialmente impiegato in Ferrania, decise di dedicarsi completamente all’attività familiare: "Abbandonò il lavoro in fabbrica per la macelleria", racconta con orgoglio e una punta di malinconia.
La vita di Emilia è stata segnata da eventi difficili, come la prematura scomparsa del padre, che morì tragicamente mentre conduceva le bestie al macello. "Ho conservato il carrello di quel giorno", rivela, mentre i suoi occhi brillano di ricordi. A soli quattordici anni, lasciò gli studi per lavorare al fianco della madre, un mestiere che abbracciò con passione e dedizione fino alla chiusura del negozio per la meritata pensione, avvenuta circa dieci anni fa.
Emilia ha sempre nutrito un sogno: proseguire gli studi al liceo artistico. "Mi piaceva dipingere", confida, un talento che ha saputo integrare nella sua professione. La sua macelleria si è distinta non solo per la carne di qualità, ma anche per le opere d’arte esposte nelle vetrine. “Mi chiamavano la 'macellaia pittrice'”, dice, con un sorriso che riflette il suo orgoglio. Il talento artistico di Emilia è stato ereditato dalla nipote, Jolanda Jakupi, che ha proseguito la tradizione. Attualmente ha all'attivo numerose mostre, si è laureata con 110 e lode presso l'Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, e alcuni dei suoi dipinti sono esposti in paese.
Un tempo, Altare era un centro commerciale vivace, conosciuto come "la piccola Parigi", con ben quattro macellerie. La macelleria di Emilia si trovava in via XXV Aprile, a pochi passi dalla Savam. "Con la chiusura della strada, da oltre un anno a causa del degrado dell'ex vetreria, da 'piccola Parigi' Altare si è trasformata in una 'piccola Berlino'", racconta con rammarico.
La Val Bormida, con le sue storie e i suoi volti, continua a raccontare un’eredità da preservare. La vita di Emilia Partesotti è solo una delle tante narrazioni che compongono il mosaico di una valle che, pur cambiando, mantiene vive le tradizioni di un tempo.
Oggi, quel negozio è diventato una pizzeria, ma l’eco delle storie e delle tradizioni di un’epoca ricca di vita continua a risuonare nella comunità, testimoniando un patrimonio culturale che merita di essere ricordato. "Posseggo ancora i ganci in vetro per la carne di mio nonno", conclude Emilia.