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Attualità | 16 settembre 2024, 16:06

Nidificazioni di tartarughe crescenti nel savonese, OSA: "Importanti le iniziative per la coesistenza"

L'Osservatorio sottolinea come questi nidi, con temperature troppo basse per la nascita di esemplari femmine, possano non essere funzionali alla conservazione della specie

Nidificazioni di tartarughe crescenti nel savonese, OSA: "Importanti le iniziative per la coesistenza"

Sono eventi non del tutto positivi, per l’Osservatorio Savonese Animalista (OSA), le cinque nidificazioni di tartarughe Caretta caretta, avvenute per la prima volta sulle spiagge savonesi; sono infatti dovute al progressivo spostamento a nord dell’areale di questi animali a causa del riscaldamento del mare, a suo volta creato dal riscaldamento globale della terra.

"Con una temperatura del nido non superiore a 28 gradi rischiano di nascere in maggioranza maschi, come forse sono i 107 nati recentemente a Laigueglia e, a maggior ragione per il ridursi delle temperature, per quelli che sgusceranno tra poco ad Alassio - spiegano dall'Osservatorio -niente o poche femmine quindi (servono temperature d’incubazione sopra i 30 gradi) e minore o nulla efficacia si avrà per la conservazione della specie. Quest’anno in Italia vi sono state finora circa 400 nidificazioni (240 nel 2022), progressivamente decrescenti da sud a nord, mentre qualche decina di episodi sono avvenuti anche sulle coste spagnole e francesi".

L’accoglienza da parte di residenti, turisti ed autorità è stata finora molto buona ma OSA è preoccupato dall’incremento delle temperature medie "e quindi dal fatto che, di anno in anno, le nidificazioni si intensificheranno occupando sempre maggiori porzioni di spiagge e quindi con possibili conflitti con stabilimenti balneari e turisti", come spiega nella sua nota l'associazione.

Per favorire una coesistenza rispettosa, il pensiero di OSA è quello che "siano utili le iniziative di informazione, conoscenza ed istruzioni già avviate in riviera da enti scientifici, associazioni e comuni locali, sperando che si riescano ad evitare le vicissitudini di gabbiani reali, cinghiali, caprioli, orsi e lupi, inizialmente amati e poi temuti, odiati e uccisi".

"Circa il futuro delle tartarughine, OSA ricorda che centinaia di tartarughe e cetacei muoiono ogni anno nel Santuario Pelagos annegando nelle reti perdute o abbandonate o della pesca professionale, nonché di inquinamento e plastica, senza che nessuna norma di protezione del santuario sia stata finora fatta, né dallo stato né dalla regione Liguria" chiosano dall'Osservatorio Savonese.

Redazione

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