Attualità - 16 settembre 2024, 12:57

Si avvicina la schiusa delle Caretta Caretta ad Alassio, monitorati anche Finale e Pietra

Si è chiuso invece il nido di Arma di Taggia, con 93 cuccioli venuti alla luce. Oggi, è tornata in mare anche Pangea, la Caretta Caretta recuperata a inizio luglio e trasferita all’Acquario di Genova per accertamenti sul suo stato di salute

Continua il monitoraggio sui tre nidi liguri di tartaruga Caretta Caretta ad Alassio, Finale Ligure e Pietra Ligure, rimasti ancora “aperti”. In particolare, nel nido di Alassio, che si avvicina al periodo di possibile schiusa, in collaborazione con Delfini del Ponente è stato predisposto il corridoio per facilitare gli eventuali piccoli nel percorso fino all’acqua, mentre nei siti di Finale e Pietra Ligure, in collaborazione con l’associazione Menkab, si è potenziato il controllo in seguito alle piccole mareggiate che si sono verificate e si è riscontrato il buono stato dei nidi.

Dopo Laigueglia, si è chiuso ufficialmente anche il nido ad Arma di Taggia, con l’apertura e il controllo nel tardo pomeriggio di ieri da parte dei biologi di Acquario di Genova e ARPAL, a nome del GLIT: sono 104 le uova trovate di cui 93 schiuse e 11 non sviluppate, con una percentuale di successo di oltre l’89%.

All’apertura del nido erano presenti anche i biologi e i volontari di Delfini del Ponente, che hanno svolto il monitoraggio h24 nelle ultime settimane, l’associazione Quarto Quadrante che ha fornito la webcam che ha consentito a tantissimi di seguire la schiusa in diretta streaming, Wildlife che ha fornito le fototrappole, il gestore dello stabilimento balneare Piccolo Lido cui vanno i ringraziamenti del GLIT – Acquario di Genova, coordinatore, Arpal, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Val d’Aosta, Università di Genova - e di Delfini del Ponente per l’ospitalità ricevuta.

A conclusione dell’indagine scientifica che ha consentito di raccogliere dati importanti per lo studio di questi eventi, sono stati smantellati la gabbia a protezione del nido e il corridoio che ha aiutato i piccoli esemplari a raggiungere il mare dopo l’emersione. 

Oggi, inoltre, è tornata al mare la Caretta caretta Pangea recuperata ad inizio luglio e trasferita all’Acquario di Genova per accertamenti sul suo stato di salute.

La tartaruga era stata individuata da un’imbarcazione di Drafinsub nei pressi di punta Vagno, in prossimità dell’accesso al Porto: manifestava difficoltà a immergersi ed era a rischio collisione con le imbarcazioni da diporto che transitavano in zona. 

Lo staff acquariologico e medico veterinario dell’Acquario di Genova ha eseguito i controlli ed esami diagnostici necessari, riscontrando un problema all'apparato urinario e un'infezione in corso. L'esemplare è stato sottoposto alle cure del caso alle quali ha risposto positivamente e in tempi rapidi.

La tartaruga, di circa 33 kg di peso, 65 cm di lunghezza e 62 cm di larghezza, è stata rilasciata al largo delle acque genovesi grazie alla collaborazione con la Guardia Costiera di Genova che ha messo a disposizione un’imbarcazione.

Il rilascio di Pangea offre l’occasione di ricordare che chiunque avvisti un esemplare in stato di difficoltà deve allertare immediatamente la Guardia Costiera chiamando il numero 1530. Sarà la Guardia Costiera che, consultandosi con gli esperti dell’Acquario di Genova, valuterà l’effettiva necessità di intervento e darà indicazioni in merito. Per nessun motivo gli esemplari di tartaruga rinvenuti in mare possono essere catturati e issati a bordo di imbarcazioni private. 

L’attività di pronto soccorso tartarughe dell’Acquario di Genova è svolta in accordo con i Carabinieri Servizio CITES, che coordinano a livello nazionale l’applicazione della Convenzione di Washington che tutela questi animali, e in collaborazione con la Guardia Costiera, nell’ambito delle attività previste dal Protocollo d’intesa vigente tra la Direzione Marittima della Liguria e l'Acquario che ha l’obiettivo di definire e gestire i principi di intervento in caso di segnalazione, avvistamento o ritrovamento di esemplari di fauna marina feriti o in difficoltà, oltre che nel comune intento di rilanciare, in ogni favorevole occasione, un messaggio di massima sensibilità ambientale per stimolare l’utente del mare ad un radicale cambiamento culturale proteso al massimo rispetto dell’ambiente marino.

L’Acquario di Genova interviene sulle tartarughe marine in difficoltà dal 1994 e dal 2009 è referente istituzionale per la Regione Liguria per l’ospedalizzazione delle Caretta caretta (accordo Stato-Regioni), svolta in collaborazione con i Carabinieri servizio C.I.T.E.S.. Nel 2017, ha ricevuto, insieme all’Acquario di Livorno, anch’esso gestito da Costa Edutainment, il riconoscimento nazionale come centro di recupero e lunga degenza delle tartarughe marine dal Ministero della transizione ecologica.

Redazione