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Politica | 12 settembre 2024, 15:23

Elezioni regionali, la discesa in campo di Bucci scatena il ‘campo largo’: “Non ha mai preso le distanze da Toti, stessi metodi e decisioni calate dall’alto”

Intanto Renzi annuncia il cambio di rotta: “La politica ha le sue regole, abbiamo scelto di aderire all’appello di Elly Schlein”

Elezioni regionali, la discesa in campo di Bucci scatena il ‘campo largo’: “Non ha mai preso le distanze da Toti, stessi metodi e decisioni calate dall’alto”

Che l’inaspettato salto di Marco Bucci da Palazzo Tursi a piazza De Ferrari fosse uno scossone per la politica ligure non è una notizia. Lo si è chiaramente percepito da quando, martedì sera, hanno iniziato a circolare le prime voci di una sua possibile discesa in campo alle regionali come candidato presidente del centrodestra.
Logico, quindi, che il suo “sì”, arrivato la mattina di mercoledì dopo ore di riflessione e un confronto con i medici che lo stanno seguendo, abbia scatenato un mare di reazioni sia tra coloro che lo sostengono, sia da parte di chi correrà contro di lui.

Le parole più attese erano quelle di Matteo Renzi, leader di Italia Viva, il partito che siede (ancora per poco) in maggioranza con Bucci in Comune,  lo ha sostenuto in campagna elettorale nel 2022, ma che correrà contro di lui alle regionali.
Marco Bucci è stato un bravo sindaco di Genova ed abbiamo lavorato bene insieme, conoscendolo ne ho potuto apprezzare anche la profonda umanità e la sincera amicizia - scrive Renzi sui social - oggi si candida per il centrodestra come Governatore della Liguria. Ma stavolta noi non lo appoggeremo. La politica ha le sue regole, siamo seri. Noi abbiamo scelto due mesi fa di aderire all’appello di Elly Schlein per costruire un nuovo centrosinistra. Oggi Marco si candida con la destra. La politica ha le sue regole: non c’è nessuna amicizia o stima personale che possa superare questa contraddizione. Si può stimare una persona - come giustamente fanno la brava Lella Paita e molti amici di Italia Viva - ma poi bisogna essere coerenti anche quando si paga un prezzo. Questa è la politica fatta con la testa e non con la pancia”.
Renzi, infine, non risparmia una stoccata a Giuseppe Conte e a quel Movimento 5 Stelle che non sembra vedere di buon occhio il suo ingresso nel ‘campo largo’ ligure: “Da questa vicenda emerge ancora una volta una banale constatazione: il centrodestra litiga su tutto ma poi si unisce sulle candidature. Nel centrosinistra, nonostante gli appelli di Elly Schlein, rimangono i niet di Conte. E chi mette i veti gioca per gli avversari”.

Nelle stesse ore in cui Marco Bucci annunciava la sua candidatura, il suo avversario Andrea Orlando stava lanciando la propria campagna di comunicazione, seguita dalle prime dichiarazioni dei rappresentanti regionali del Partito Democratico, colonna portante della coalizione progressista.
Bucci non ha mai preso le distanze dall’ex presidente della Regione, ma ne ha sempre rivendicato la completa sintonia e vicinanza politica - ha detto Davide Natale, segretario regionale del PD - una politica di pochi per pochissimi. Non spetta a noi sindacare le scelte del centrodestra, ma è palese che Bucci sia una scelta di ripiego a cui neanche gli esponenti del centrodestra sarebbero voluti arrivare. Lo dimostra il fatto che è stata lanciata dopo insistenti richieste di disponibilità a esponenti del mondo civico, che hanno puntualmente rifiutato. Dopo il confronto su Rixi, Cavo, Piciocchi e Bagnasco, nominativi affossati dai veti incrociati dei partiti di centrodestra, che neanche Meloni è riuscita a risolvere. Con Rixi che dichiarava di non volere candidati assessori della Giunta Toti, chiedendo discontinuità. Alla fine hanno candidato Bucci che è come candidare Toti. Un’altra caratteristica hanno in comune Toti e Bucci dimenticarsi spesso di ciò che solennemente affermano: Bucci aveva detto che ha fatto un patto con i genovesi di continuare a fare il sindaco fino al 2027, mi sembra che voglia invece fare il consigliere regionale

Gli fa eco Roberto Arboscello, capogruppo del PD in Regione: “La candidatura di Marco Bucci rappresenta la continuità perfetta con il ‘genovacentrisimo’ di Giovanni Toti, a partire dalle questioni portuali. Chi vota Bucci sceglie una Liguria ancor più accentrata su Genova. Bucci è di fatto organico al modello Toti e i metodi usati nel capoluogo, con decisioni calate dall’alto senza confronto con i cittadini, sono gli stessi ai quali abbiamo assistito in questi anni da parte della giunta regionale”.

Stessa linea per la lista RossoVerde rappresentata in consiglio regionale da Ferruccio Sansa, Selena Candia e Roberto Centi e in consiglio comunale a Genova da Francesca Ghio: “La candidatura di Bucci a presidente della Regione è un disperato ‘all-in’ per provare a conservare un sistema di potere, che si sta sgretolando, ignorando le esigenze dei cittadini genovesi e liguri. Dopo mesi in cui si sono rincorsi nomi, anche di peso, i veti incrociati a livello romano e le consorterie nazionali e regionali hanno individuato un nome del tutto inatteso che dimostra il deserto di classe dirigente di questo centrodestra e l'attenzione agli equilibri politici di altre regioni più che agli interessi della Liguria. La candidatura di Bucci lascia stupiti anche per l'uso scellerato di soldi pubblici e per lo svilimento delle istituzioni, visto che si dovrebbe andare a nuove elezioni anche per il Comune di Genova, tradendo il mandato elettorale dei cittadini. Oltre ad una Regione ormai ferma da maggio a causa dell'arresto di Toti, ora avremo anche un Comune che fermerà i suoi lavori visto che sindaco e alcuni componenti della sua maggioranza saranno occupati a fare campagna elettorale, lasciando, come spesso accaduto, i cittadini senza risposte alle loro esigenze. Questo centrodestra con la scelta di candidare Bucci afferma inoltre una visione di Regione miope e incentrata sul capoluogo, infischiandosene, come peraltro ha fatto negli ultimi nove anni, dei problemi gravissimi che affliggono anche quella Liguria e quelle parti di Genova che non rientrano nel ‘cerchio magico’ legato al duo Toti-Bucci”.

Pazienza se ai cittadini di Genova aveva chiaramente detto di avere un debito con loro e di volerlo mantenere fino in fondo, giurando che sarebbe rimasto al suo posto fino a giugno del 2027 - ironizzano dal Movimento 5 Stelle - ricordiamo bene quel passaggio, puntualmente registrato dalla stampa locale. Ora, al netto delle promesse mancate e alla presa in giro dei cittadini che gli hanno dato fiducia, ci aspettiamo che Bucci rinunci subito alla carica di sindaco, visto che proprio lui nel 2020 pretese che i suoi in Comune dessero le dimissioni in caso di candidatura alle regionali. La serietà è un valore sconosciuto, tra le fila del centrodestra, che lo applica di rado e sempre in ritardo”.

Pietro Zampedroni

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