Attualità - 12 settembre 2024, 07:24

Fauna selvatica, l'appello di 83 sindaci liguri alla ricerca di un equilibrio: "Il territorio va gestito, non abbandonato"

I primi cittadini sottolineano in particolare i rischi per le attività produttive e per la sicurezza stradale. L'appello a province e Regione: "Per parlare di ritorno alla campagna bisogna tutelare chi ha fatto quella scelta"

I cinghiali sulle spiagge savonesi

"Il territorio deve essere gestito, non abbandonato" e chi lo vive va "ascoltato, aiutato e tenuto nella considerazione che merita".

La richiesta d'attenzione in questione è quella che arriva da 83 Comuni di tutta la Liguria, in particolare dell'entroterra ma alcuni anche costieri con una collocazione o un'estensione territoriale tali da renderli interessati da "incursioni" nei centri abitati di animali selvatici.

Proprio questo è l'argomento centrale della nota condivisa dai sindaci: la gestione della convivenza tra l'uomo e gli animali selvatici, la cui presenza in ambienti fortemente antropizzati sta diventando oggetto di quotidiane segnalazioni, sia tra le vie cittadine o nei greti dei fiumi fino alle spiagge nell'ora del tramonto per esempio, uno dei temi della stagione estiva a Savona.

"La presenza massiccia di fauna selvatica nel nostro territorio sta assumendo dimensioni sempre più rilevanti - scrivono i primi cittadini firmatari dell'appello - Risulta molto difficile, per non dire impossibile, per noi amministratori locali stabilire se ciò sia conseguenza di politiche errate relative all’introduzione di certe specie e quindi di ciò che si può definire a tutti gli effetti antropizzazione, ovvero un effetto di cattiva gestione ambientale causato dall’uomo".

L'effetto della situazione di convivenza allo stato attuale è però chiaro, secondo i firmatari: quello del rischio per diverse attività umane. "Come amministratori riceviamo giornalmente segnalazioni della presenza di cinghiali, daini e caprioli o lupi all’interno di orti, giardini e terreni coltivati e abitazioni - dicono gli 83 sindaci - con spesso conseguenti ed inevitabili danni ad alberi da frutto, viti e olivi, muri a secco distrutti. Fenomeni che mettono a dura prova il lavoro operato da privati ed aziende agricole presenti nel nostro territorio". Ma non solo per le attività: "Va segnalata la sempre maggiore presenza di selvatici sulle strade pubbliche, concreta ed innegabile fonte di rischio per chi le percorre".

Il testo sottolinea anche le difficoltà delle amministrazioni locali nel fronteggiare la situazione. "Come amministratori ben poco è ciò che ad oggi possiamo fare - dicono - se non segnalare i luoghi nei quali ci vengono segnalati gli animali all’ambito di caccia competente che provvede ad organizzare, sulla base delle disponibilità delle squadre di caccia locali, eventuali battute speciali con tutte le difficoltà di operare in stagioni calde e con l’ovvia impossibilità di agire troppo vicino ai centri abitati, condizioni che spesso rendono vani gli sforzi adoperati".

Questo, proseguono poi, anche a causa di un settore della vigilanza venatoria regionale che "risulta da tempo depotenziato e le poche unità rimaste a disposizione pur con molti sforzi sono insufficienti a supportare adeguatamente i nostri vasti territori".

Un intervento concertato è quindi la richiesta agli enti sovraordinati: "Se vogliamo che il nostro territorio, le nostre campagne ed il turismo legato a questo mondo continuino a vivere non possiamo proseguire a sottovalutare il problema - affermano gli 83 sindaci - occorre dare una risposta, agendo di concerto con gli Enti provinciali e regionali competenti in materia, evitando di cadere nell’ipocrisia di voler da un lato favorire ed incentivare il ritorno alla campagna ed alla vita agricola mentre dall’altro non si è in grado di tutelare adeguatamente chi quella scelta abbia fatto, sottovalutando come la presenza massiccia di fauna selvatica sia uno dei principali problemi allo sviluppo in tal senso. Il territorio deve essere gestito, non abbandonato".

"Vorremmo che in futuro si valutassero attentamente i rischi associati all'introduzione di nuove specie e soprattutto vorremmo che chi conosce e vive il territorio venisse ascoltato, aiutato e tenuto nella considerazione che merita" chiosano i sindaci.

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A sottoscrivere e condividere il testo sono stati i Comuni di:

Albissola Marina, Albissola Superiore, Altare, Arenzano, Avegno, Bargagli, Bergeggi, Borghetto di Vara, Bormida, Borzonasca, Brugnato, Busalla, Cairo Montenotte, Calice Ligure, Calice al Cornoviglio, Campo Ligure, Carasco, Carcare, Carro, Carrodano, Ceranesi, Cogoleto, Cogorno, Coreglia Ligure, Cosseria, Crocefieschi, Davagna, Dego, Deiva Marina, Fascia, Favale di Malvaro, Fontanigorda, Giusvalla, Isola del Cantone, Lavagna, Leivi, Levanto, Lorsica, Lumarzo, Maissana, Mallare, Masone, Mele, Mignanego, Millesimo, Mioglia, Moconesi, Moneglia, Montebruno, Montoggio, Ne, Orco Feglino, Osiglia, Pieve Ligure, Portofino, Propata, Quiliano, Rapallo, Rezzoaglio, Rialto, Roccavignale, Ronco Scrivia, Rondanina, Rossiglione, Rovegno, S. Colombano Certenoli, S. Margherita Ligure, S. Stefano d’Aveto, Serra Riccò, Sesta Godano, Savignone, Sori, Spotorno, Stella, Tiglieto, Tribogna, Valbrevenna, Valbruna, Varazze, Varese Ligure, Uscio, Vezzi Portio, Zoagli

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