Politica - 10 settembre 2024, 18:47

Proposte per il traffico in Piazza Mameli, la minoranza sbotta: "Piazza Diaz sarà la nuova camera a gas della città"

"La Giunta ammette che aver chiuso Corso Italia è un pasticcio, ma piuttosto che ammettere l’errore si inventano un’astrusa modifica di via dei Mille"

"La presentazione delle proposte di risoluzione dei problemi di viabilità su piazza Mameli, aggravati da quando a gennaio 2023 la giunta ha chiuso al traffico l’ultimo tratto di Corso Italia, via Manzoni e via Mistrangelo, è stata la dimostrazione plastica di come l’Amministrazione stia soffrendo il fatto che i cittadini stiano rispondendo con solerzia e forza alla petizione che abbiamo promosso insieme a tanti commercianti, tanto da illustrare in fretta e furia tre alternative progettuali raffazzonate che incidono ancor più negativamente sul traffico cittadino".

A dirlo sono i consiglieri comunali di minoranza Manuel Meles del Movimento 5 Stelle, Fabio Orsi e Daniela Giaccardi di PensieroLibero.zero e Maurizio Scaramuzza della Lega dopo la presentazione da parte della società Sintagma nella Sala Rossa del Comune di tre proposte presentate  per migliorare la viabilità in Piazza Mameli e nelle vie limitrofe dopo che la chiusura di Corso Italia nel tratto tra via dei Vegerio e via Paleocapa ha di fatto rallentato dal gennaio del 2023 il traffico nel centro di Savona.

"Sorvoliamo sulle prime due proposte che prevedono ulteriori chiusure e un ulteriore tappo su Piazza Mameli, concentrandoci su quella su cui punta espressamente la giunta - dicono - trasformare piazza Diaz nella nuova camera a gas della città, come se già non fosse un incrocio problematico. La società incaricata propone di creare un doppio senso in via dei Mille tra via Poggi e via dei Vegerio, mentre il tratto di via dei Mille tra via Poggi e il teatro sarà a senso unico verso piazza Diaz. Inoltre via Famagosta diventerebbe a senso unico in uscita dalla città".

"Di fatto - proseguono i quattro consiglieri di opposizione - la Giunta ammette che aver chiuso Corso Italia è un pasticcio, ma piuttosto che ammettere l’errore si inventano un’astrusa modifica di via dei Mille, che svolgerà, 20 metri più in là, lo stesso ruolo che aveva corso Italia fino a gennaio 2023: peccato che già oggi gli autobus che salgono o scendono da via Poggi necessitano di tutta la carreggiata per poter svoltare, il che, con un doppio senso, creerebbe notevoli problemi sia di circolazione, sia di sicurezza stradale. Inoltre il senso unico su via Famagosta costringerà le persone che arrivano da Levante e che devono tagliare fuori il centro, verranno costrette su via Paleocapa, via Giuria o corso Mazzini/centro ottocentesco, caricando ulteriormente queste zone, senza dimenticare che con il mercato del lunedì l’unica via di accesso al centro o per recarsi nella parte alta di Savona diventerebbe la sola via Giuria. Quindi anziché risolvere problemi, se ne andranno a creare altri".

"La cosa più semplice e immediata sarebbe quindi riaprire Corso Italia tra via dei Vegerio e via Paleocapa: anziché creare confusione inutile e pericolosa su via dei Mille, basterebbe difatti riaprire al traffico veicolare una strada che oggi è abbandonata nel degrado più totale e che accoglieva al transito circa 7000 auto al giorno. La nostra petizione oggi si rafforza ancora di più: evitiamo che, per cercare di rispondere a un problema da loro stessi creato, la Giunta crei ulteriori danni e disagi alla mobilità locale, pur di non tornare sui suoi passi" continuano Meles, Orsi, Giaccardi e Scaramuzza.

"Curioso infine come, secondo l’ingegnere di Sintagma, riaprire Corso Italia non sarebbe granché migliorativo: peccato - puntualizzano - che non siano stati presentati al pubblico i dati delle simulazioni, che se fossero stati così negativi ci saremmo aspettati fossero presenti insieme alle soluzioni presentate, quindi o non sono state effettuate simulazioni, oppure, più banalmente, dimostrerebbero che riaprire sarebbe più efficiente e che il sindaco per 20 mesi abbondanti si è sbagliato".

"Noi continuiamo ad andare avanti con la raccolta firme e auspichiamo che, prima di toccare la mobilità cittadina, si torni alla situazione precedente a gennaio 2023: solo così possiamo ragionare senza preconcetti su un nuovo piano di mobilità e iniziare a parlare di potenziamento del trasporto pubblico, parcheggi interrati, infrastrutture viarie, cioè tutto l’essenziale che renderebbe la viabilità locale più fluida e incentiverebbe molti cittadini a non essere obbligati a muoversi in auto" chiosano Meles, Orsi, Giaccardi e Scaramuzza.