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Attualità | 05 settembre 2024, 11:59

Balneari, niente prelazione ma indennizzo ai titolari uscenti: come funzionerà

Con il via libera alla riforma delle concessioni balneari e la proroga sino al 2027, si apre il dibattito sui risarcimenti

Balneari, niente prelazione ma indennizzo ai titolari uscenti: come funzionerà

Con l'approvazione del decreto da parte del CdM e il prolungamento delle concessioni sino a settembre 2027, per il governo "il caso balneari è chiuso". La partita difficile e intrisa di polemiche, però, registra di nuovo il malcontento degli operatori del settore e delle associazioni di categoria, che "appesi" da anni alla questione Bolkestein non vedono esaudite le proprie richieste. L'Italia otterrà una riduzione significativa delle procedure di infrazione pendenti con l'UE, mentre gli attuali titolari dei bagni avranno semplicemente un lasso di tempo definito per restare a bocca asciutta. Ma non del tutto. Infatti il decreto, pur escludendo il diritto di prelazione, assicura loro una buonuscita. 

Le gare dovranno essere bandite entro il giugno precedente e chi subentra dovrà pagare un indennizzo a chi lascia e assicurare la continuità occupazionale dei lavoratori. Se non dovessero aggiudicarsi la procedura, i vecchi titolari avranno diritto all'indennizzo quantificato con una perizia asseverata che determinerà il valore degli investimenti del valore aziendale dell’impresa e dei beni materiali ed immateriali impiegati nell’attività. 

Proprio sul tema degli indennizzi il braccio di ferro tra Roma e Bruxelles è stato impegnativo. L'idea del governo è stata quella di trovare una "una soluzione globale, aperta e non discriminatoria che copre tutte le concessioni da attuare entro i prossimi tre anni". Il concessionario subentrante dovrà riconoscere all’uscente "un indennizzo in relazione al valore aziendale, calcolato sulla base del valore patrimoniale, reddituale e di avviamento, e all’equa remunerazione investimenti effettuati, ivi compresi gli investimenti effettuati in conseguenza di eventi calamitosi debitamente dichiarati dalle autorità competenti ovvero in conseguenza di sopravvenuti obblighi di legge. Il valore aziendale è determinato sulla base di una perizia rilasciata in forma asseverata e con esplicita dichiarazione di responsabilità da parte di un professionista iscritto nel registro dei revisori legali ed acquisita dall’ente concedente prima della pubblicazione del bando di gara". 

Una specie di canone di avviamento dell'attività "pari a quanto necessario per garantire al concessionario uscente un'equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni". La riforma prevede anche l'obbligo di assunzione di lavoratori impiegati nella precedente concessione che ricevevano da tale attività la prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare. 

La durata delle nuove concessioni dovrà essere di almeno cinque anni e di non più di venti, "al fine di garantire al concessionario di ammortizzare gli investimenti effettuati". Il termine ultimo per le gare è il 30 giugno 2027: entro questa data le concessioni balneari dovranno essere messe all'asta.

Aleggiano già molti dubbi sui metodi e parametri di quantificazione dell'indennizzo. La gestione degli stabilimenti balneari, in Italia, è storicamente legata ad uno "spontaneo trasferimento transgenerazionale", con abilità e tecniche di gestione trasferite da padre in figlio, da nonno a nipote. Un aspetto tipicamente artigianale, sfuggito al diritto comunitario. Così, si teme il rischio di una valutazione riduttiva dell'azienda balneare, magari realizzata soltanto su criteri ragionieristici. Su questo tema, gli imprenditori del settore sono in attesa di delucidazioni.

Redazione

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