Attualità - 02 settembre 2024, 07:43

Expo 2024, i vini della Valle Arroscia: un tesoro enologico da scoprire (VIDEO)

Alla rassegna di Pieve di Teco Ivano Brunengo racconta la storia e le peculiarità dei vitigni della valle

L’Expo Valle Arroscia di Pieve di Teco, si è rivelato un evento di grande interesse non solo per i visitatori locali, ma anche per appassionati di enogastronomia provenienti da tutta Italia.

L'intervista

Un aspetto centrale di questa manifestazione sono state le degustazioni guidate, che hanno offerto ai partecipanti l’opportunità di immergersi nei sapori unici dei vini della Valle Arroscia e delle aree circostanti.

Ivano Brunengo, presidente della Fisar (Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori), ha introdotto le degustazioni con un discorso che ha messo in luce la peculiarità dei vini selezionati, focalizzandosi sull’importanza di valorizzare i prodotti tipici del territorio. 

“Abbiamo fatto una scelta basandoci sui prodotti della Valle, come l’Ormeasco, perché solo in questi 13 comuni e in uno della Valle Argentina può essere coltivato e vinificato”, dice . “Abbiamo parlato del Pigato, tipico della zona di Ranzo, in piena Valle Arroscia e anche nel Savonese. Anche il Vermentino è un prodotto di questi territori”.

Le degustazioni sono state, quindi ,un’opportunità unica per esplorare non solo i sapori, ma anche le storie e le tradizioni che si celano dietro ogni calice. 

L’Ormeasco, ad esempio, è stato presentato sia nella sua versione classica di rosso che nella particolare versione rosato, conosciuta come “sciac-trà”. Questo vino rosato, descritto da Brunengo come “quanto puoi trovare più di simile ad un bianco a queste altezze”, ha sorpreso molti per la sua freschezza e versatilità.

La Valle Arroscia, con il suo microclima unico, permette a questo vitigno di esprimere una ampi gamma di profumi e sapori già molto conosciuta.

Il presidente Fisar ha poi approfondito le caratteristiche uniche dei vini della valle, evidenziando anche come l’Ormeasco si distingua per la sua longevità. “È un rosso simile ad un dolcetto, ma dura vent’anni invece dei pochi anni del dolcetto,” spiega Brunengo, sottolineando come il territorio e il microclima della Valle Arroscia influiscano direttamente sulla qualità e sulle caratteristiche organolettiche di questo vino.

Non solo l’Ormeasco, ma anche altri vini come il Pigato e il Vermentinosono stati protagonisti delle degustazioni. Il Pigato, vitigno autoctono della Liguria, ha mostrato tutta la sua potenzialità, con note aromatiche che spaziano dagli agrumi ai fiori bianchi, mantenendo una freschezza che lo rende ideale per il consumo in qualsiasi stagione. “Con il caldo che fa ora, non stento a credere che tra qualche anno si pianterà il pigato anche a 500/600 metri”.

Le degustazioni guidate hanno permesso ai partecipanti di “assaggiare la Liguria”.

“Abbiamo parlato delle caratteristiche peculiari di questa valle, del territorio, della marca, di tutto quello che può dare questo prodotto” conclude Brunengo. 

(intervista di Diego David) 

Morgan Germinario