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| 16 agosto 2024, 11:07

Tre coltellate per un like - Viaggio nella giungla dei social (che dovrebbero essere vietati agli under 14)

Una banale interazione virtuale si è trasformata in un dramma reale durante la notte di Ferragosto a Sori. L'episodio mette in luce l'urgenza di un controllo più rigoroso sull'uso delle piattaforme e di una maggiore consapevolezza dei rischi connessi, soprattutto per gli adolescenti

Tre coltellate per un like - Viaggio nella giungla dei social (che dovrebbero essere vietati agli under 14)

Tre coltellate per un ‘mi piace’ di troppo sui social: questo il bilancio dell’aggressione avvenuta la notte di Ferragosto a Sori, mentre la cittadina era impegnata nelle celebrazioni della festa della Madonna delle Grazie, che ha visto protagonisti due ragazzi di tredici e quattordici anni. La vittima, più grande di un anno dell’aggressore, è stato colpito dal ‘rivale’ a causa della sua reazione a fotografie postate da una ragazzina. 

Se le piattaforme come TikTok e Instagram sono ormai parte integrante della vita quotidiana di milioni di persone, per gli adolescenti rappresentano senza ombra di dubbio una ‘piazza virtuale’ che spesso viene confusa con quella ‘reale’, andando spesso a sovrapporsi. Il fenomeno, già noto, è andato inoltre acuendosi durante il periodo della pandemia, quando i contatti con i coetanei erano necessariamente limitati a chat, foto postate e like da mettere e da ricevere. 

Ma a che età è davvero sicuro e legale iscriversi a questi social? Chi controlla che le regole siano rispettate e quali sono le possibili conseguenze per i giovani che si iscrivono prematuramente? 

L’ETÁ MINIMA LEGALE PER ISCRIVERSI AI SOCIAL NETWORK

In molti Paesi, l'età minima per iscriversi ai social network è fissata a 13 anni. Questo limite è stabilito principalmente dal Children's Online Privacy Protection Act (COPPA) negli Stati Uniti, che mira a proteggere la privacy dei bambini sotto i 13 anni. In Europa, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) consente agli Stati membri di fissare l'età minima tra i 13 e i 16 anni. L’Italia ha stabilito che i 14 anni rappresentano l’età minima per iscriversi a un social network, secondo l'articolo 2-quinquies del decreto legislativo 101 del 2018, che ha recepito nel nostro Paese il Gdpr. Chi ha meno di 14 anni può iscriversi, ma solamente con il consenso dei genitori

I controlli però sono spesso scarsi e la legge viene facilmente aggirata, anche perché sovente le famiglie non mettono in campo la supervisione necessaria e consigliata dalle stesse piattaforme. Stabilire un’età minima è fondamentale per garantire che i minori non siano esposti a contenuti inappropriati per la loro giovane età, per evitare che i dati personali vengano diffusi con scarsa attenzione e che non cadano vittime di malintenzionati. 

CHI CONTROLLA? 

Il controllo sull’età di chi si iscrive spetta alla piattaforma stessa. Nel momento in cui si vuole creare un nuovo profilo, la prima domanda che viene rivolta riguarda proprio la data di nascita, che dovrebbe essere il primo e più importante filtro: non esistono però metodi davvero efficaci per verificare l’età che l’utente dichiara al momento dell’iscrizione, affidandola spesso ad autodichiarazioni che lasciano ovviamente spazio a chi vuole ‘barare’ sulla propria età. Sono in corso sperimentazioni di riconoscimento facciale e di richiesta di caricare i propri documenti di identità, anche se non di semplice attuazione per questioni legate alla privacy. 

IL RUOLO DELLE FAMIGLIE 

Ancora una volta risulta quindi essenziale l’educazione ai social network da parte delle famiglie, con il supporto e il ruolo attivo delle istituzioni e della scuola: sensibilizzare fin da subito i giovanissimi su quali sono i rischi che si corrono utilizzando questa o quella piattaforma online senza consapevolezza è sicuramente il primo passo da compiere per crescere ragazzi in grado di distinguere ciò che è reale e ciò che resta limitato al social stesso. Oltre a essere in grado di evitare contenuti violenti, pornografici o di ideologie estremiste, i giovani potrebbero anche riuscire a non sentirsi costantemente sotto pressione a causa degli standard a cui spesso sentono di dover conformarsi, siano essi legati all’aspetto fisico o alle tendenze del momento a cui dover per forza prendere parte. Ansia, depressione e insoddisfazione sono ormai molto diffusi tra gli adolescenti che si sentono spesso in competizione con i coetanei che ritengono più alla moda e attraenti di loro.

Fino a sfociare, talvolta, in episodi di violenza.  

Chiara Orsetti

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