Attualità - 10 agosto 2024, 11:30

Legge sulle “materie prime”, Legambiente: "Anche in Liguria ambiente a rischio"

"Il governo dia attuazione alla legge sull'economia circolare prima di semplificare procedure per aprire cave e miniere"

«Ancora una volta chi ci governa dimostra un assoluto ritardo culturale, ambientale oltre che una chiara mancanza di visione moderna della società. La legge sulle “materie prime” appena approvata dal parlamento italiano non solo non tratta il tema del riciclo e del riuso ma non tiene in nessun modo conto dei possibili rischi ambientali in cui si potrebbe incorrere semplificando le procedure per ottenere i permessi per scavare o riaprire cave e miniere. Con le moderne tecnologie è possibile riciclare e riutilizzare tutte le materie prime di cui abbiamo bisogno, su questo bisognerebbe puntare - come tra l’altro chiede l’UE con la Direttiva sull’economia circolare».

Grande è la preoccupazione espressa dal presidente di Legambiente Liguria Stefano Bigliazzi dopo aver appreso dell’approvazione da parte del governo del decreto legge sulle “Materie prime”, soprattutto in una regione fragile come la Liguria in cui da anni cittadini, comuni e associazioni ambientaliste da levante a ponente lottano per la salvaguardia del territorio.

«Non dobbiamo dimenticare - aggiunge Bigliazzi - i ripetuti tentativi di cercare il titanio nel Parco del Beigua, già respinti dal Tar, che dimostrano il totale disinteresse per la tutela dell'ambiente in un sito che è parte della Rete Globale dei Geoparchi dell’Unesco. Tra l’altro non di titanio si tratta ma del molto meno pregevole ossido di titanio, del quale nelle rocce si trovano tracce inferiori al 5%. Eventuali scavi avrebbero quindi scarti pari al 95% delle rocce scavate, un disastro naturale enorme ed una totale distruzione di un territorio di grande pregio». 

Bigliazzi sottolinea, in ultimo, «l’insipienza di un governo che approva una norma secondo la quale "per il permesso di ricerca relativo a materie prime strategiche è esclusa la sussistenza di potenziali effetti significativi sull’ambiente e, pertanto, non è richiesta la procedura di verifica di assoggettabilità” in totale contrasto con le nuove formulazioni degli artt.9 e 41 della Costituzione, che indicano l'ambiente come uno dei beni principali tutelati dalla Repubblica e precisano che deve considerarsi preminente rispetto alla libera iniziativa economica. Norma votata all'unanimità dal Parlamento ma che troppo spesso fa fatica a ricordarlo». 

Redazione