Attualità - 02 agosto 2024, 07:34

Festa del Perdono di Assisi: ce lo ricordano i frati e le clarisse

L’1 e il 2 agosto si può godere dell’indulgenza della Porziuncola. Cos’è e come funziona

«Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso». Così diceva il 2 agosto 1216 San Francesco a quanti erano convenuti alla Porziuncola per il Perdono di Assisi. A distanza di otto secoli da quel giorno, la tradizione dell’indulgenza, che dalla Basilica di Santa Maria degli Angeli si estende a tutte le chiese parrocchiali e francescane, si ripete.

Una festa particolarmente amata e vissuta anche dalla città di Loano, dove si respira forte la spiritualità francescana, grazie al convento dei Frati, dove sono in programma le celebrazioni per questa ricorrenza.

Cos’è e come funziona il Perdono di Assisi

Dal mezzogiorno dell’1 agosto a tutto il 2 agosto, in tutto il mondo, si celebra il “Perdono di Assisi”, che si perpetua dal 1216. Si può godere dell’indulgenza plenaria in tutte le chiese parrocchiali e nelle chiese francescane: è richiesta la confessione, la comunione, la recita del Credo e del Padre Nostro, oltre ad una preghiera secondo le intenzioni del Papa e per il Pontefice. Presso il Santuario della Porziuncola ad Assisi, invece, se ne può beneficiare ogni giorno dell’anno. E proprio la chiesetta interna alla Basilica di Santa Maria degli Angeli è il cuore delle celebrazioni.

Come nasce il Perdono di Assisi

Le Fonti Francescane narrano che, in una notte del 1216, San Francesco era immerso nella preghiera presso la Porziuncola di Assisi, quando improvvisamente la piccola chiesa fu irradiata da una luce vivissima ed egli vide sopra l’altare Gesù e sua Madre, circondati da una moltitudine di angeli.

Gesù parlò a Francesco chiedendogli di esprimere un desiderio per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: «Ti prego che tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, ottengano ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe». Gli rispose il Signore: «Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza». Francesco - raccontano ancora le Fonti - l’indomani mattina si mise subito in cammino per Perugia, dove si trovava papa Onorio III, eletto da poco al soglio pontificio. A quei tempi era uso che l’indulgenza plenaria, ovvero la remissione di ogni peccato, potesse essere concessa solo a seguito della cessione di un obolo o di un grande pellegrinaggio di massa.

San Francesco chiese invece, ottenendola, una formula diversa con un’unica restrizione: che l’indulgenza valesse solo per una giornata. Alla domanda del papa: «Francesco, per quanti anni vuoi questa indulgenza?», il poverello rispose: «Padre Santo, non domando anni, ma anime!». E, felice, il 2 agosto 1216, assieme a sette Vescovi dell’Umbria, annunciò al popolo convenuto alla Porziuncola: «Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!». Da allora, ogni 2 agosto, da oltre ottocento anni, è festa grande per la Chiesa cattolica. In un primo momento, l’indulgenza plenaria venne elargita ai fedeli in visita alla Cappella della Porziuncola tra la mezzanotte del 1° agosto e la mezzanotte del 2 agosto; in seguito questa pratica è stata estesa a tutte le chiese francescane e, successivamente, anche alle chiese parrocchiali, in un arco temporale che va dalle ore 12 del 1° agosto alla mezzanotte del 2 agosto.

Condizioni per ottenere l’indulgenza

Per poter avere l’Indulgenza della Porziuncola, occorre osservare alcune condizioni necessarie: ricevere l’assoluzione per i propri peccati nella confessione sacramentale, celebrata nel periodo che include gli otto giorni precedenti e successivi al 2 agosto; aver ricevuto il sacramento della Comunione nello stesso arco di tempo indicato per la confessione; pregare secondo le intenzioni del Papa per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice; recitare le preghiere del Padre Nostro (per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo), dell’Ave Maria, del Gloria al Padre e il Credo (per riaffermare la propria identità cristiana); ancora una preghiera per il Papa. L’indulgenza può essere applicata a se stessi, oppure ai defunti in modo di suffragio, ma non ad altri che siano ancora in vita. Si può ricevere l’indulgenza plenaria una sola volta al giorno.

Cos’è l’indulgenza

Nel Catechismo della Chiesa cattolica (nn. 1478-9) si legge: «L’indulgenza si ottiene mediante la Chiesa che, in virtù del potere di legare e di sciogliere accordatole da Gesù Cristo, interviene a favore di un cristiano e gli dischiude il tesoro dei meriti di Cristo e dei santi, perché ottenga dal Padre delle misericordie la remissione delle pene temporali dovute per i suoi peccati. Così la Chiesa non vuole soltanto venire in aiuto a questo cristiano, ma anche spingerlo a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità [Cfr. Paolo VI, Cost. ap. Indulgentiarum doctrina, 8; Concilio di Trento: DS 1835]. Poiché i fedeli defunti in via di purificazione sono anch’essi membri della medesima comunione dei santi, noi possiamo aiutarli, tra l’altro, ottenendo per loro delle indulgenze, in modo tale che siano sgravati dalle pene temporali dovute per i loro peccati. Mediante le indulgenze i fedeli possono ottenere per se stessi, e anche per le anime del Purgatorio, la remissione delle pene temporali, conseguenze dei peccati (CCC 1498)».

Significato del Perdono di Assisi

Ogni anno sono migliaia i pellegrini che accorrono dalle varie regioni italiane (e non solo) per partecipare alla due giorni di Assisi, organizzata dai frati minori e dalla Diocesi di Assisi, durante la quale sarà possibile ottenere l’indulgenza plenaria. Anche senza andare fino in Umbria, è possibile vivere in pienezza questo appuntamento di fede nella propria realtà di vita. Ad Assisi come in ogni altro luogo della cristianità, la festa del Perdono resta una manifestazione della misericordia infinita di Dio e un segno della grande passione apostolica di San Francesco.


Silvia Gullino