Sanità - 26 luglio 2024, 10:46

Liste d'attesa, la Cgil Savona tuona: "Nel nuovo decreto del Governo non c’è nulla"

"Non è stata accolta nessuna delle richieste delle organizzazioni sindacali"

"Liste d'attesa: nel nuovo decreto del Governo non c’è nulla. Leggere in queste ore le dichiarazioni di alcuni Consiglieri Regionali della nostra Regione che pontificano questo intervento legislativo non ci sorprende, dopo che hanno sostenuto per anni le scelte politiche profondamente sbagliate che hanno peggiorato sensibilmente la salute dei cittadini liguri e, soprattutto, savonesi". Cosi commenta in una la Cgil Savona.

"Ma sostenere che tale decreto sia un passo in avanti per ridurre i tempi non è davvero accettabile, almeno per i cittadini che vivono in Provincia di Savona, che si sono visti svuotati gli ospedali, demolita la sanità territoriale e privati di servizi e attività fondamentali quali il Punto Nascita di Pietra Ligure e i due Punti di Primo Intervento di Cairo Montenotte e Albenga. Questo ha avuto ripercussioni sui due Pronti Soccorsi di Savona e Pietra Ligure, che in questi mesi di alta stagione turistica sono presi d’assalto, con lavoratrici e lavoratori costretti a lavorare in condizioni drammatiche e cittadini che devono attendere ore e ore, talvolta sdraiati sul pavimento, perché le strutture addirittura rimangono senza barelle".

"Il Parlamento ha approvato il decreto legge, ma nessuna richiesta delle organizzazioni sindacali è stata accolta: 'Non ci sono risposte concrete'. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Il governo ha imposto l’approvazione di un decreto di propaganda che non serve a risolvere l’annosa questione della lungaggine delle liste di attesa, che in Liguria e in Provincia di Savona sono drammatiche, mentre è assai “utile” a spostare le già scarse risorse dalla sanità pubblica ai privati".

"E già, perché la norma, guarda caso, aumenta la quota di prestazioni che le Regioni possono “acquistare” dal privato convenzionato, pagandole con i soldi destinati a ospedali, Asl, ambulatori pubblici e sanità territoriale - proseguono dal sindacato - Ma se si approva un provvedimento sbagliato e, invece di ascoltare critiche e perplessità che arrivano da ogni parte, a cominciare dalle Regioni governate dagli stessi partiti che siedono a Palazzo Chigi, per finire ai sindacati, si persegue nell’errore, il disegno allora è 'diabolico'".

"La verità è che, mentre si annunciano provvedimenti risolutivi, il vero obiettivo di questo Governo, mai nascosto, è un altro: privatizzare la sanità pubblica e minare la Costituzione Italiana. C’è poi la beffa: nel provvedimento che di risolutivo e salvifico proprio non ha nulla, si sono riscritte norme già in vigore e mai applicate per impraticabilità del campo, dall’agenda sia delle strutture pubbliche che di quelle private nelle mani del Cup regionale, mai realizzata perché i privati non consegnano la loro; al divieto di chiudere le agende, pratica invece assai diffusa; fino alla possibilità di effettuare indagini strumentali e visite specialistiche anche la sera e i sabati e le domeniche. Da tempo si può fare, ma non si fa perché mancano medici, infermieri, tecnici e strumentali, e quelli in servizio già hanno saturato tutte le ore di straordinario disponibili". 

"Peccato che per assumere i professionisti necessari a far funzionare il sistema occorra far saltare davvero il tetto di spesa e implementare le risorse a disposizione delle Regioni. Invece, nulla neppure sul personale. Parlare di ‘interventi strutturali’ con zero risorse, in un quadro di drammatico sottofinanziamento del Ssn, significa solo prendere in giro i cittadini e il personale che lavora e opera per il Servizio Sanitario Nazionale", concludono dalla Cgil Savona. 

Redazione