Politica - 25 luglio 2024, 18:26

Salta la discussione sul rigassificatore, rissa sfiorata in consiglio regionale: “Mai visto questo livello di indecenza politica” (VIDEO)

Attimi di estrema tensione quando il presidente Gianmarco Medusei ha negato l’inserimento dell’ordine del giorno sul trasferimento della Golar Tundra all’interno della discussione sul bilancio. Le opposizioni: “Si dimetta”

Dallo scontro dialettico allo scontro fisico sfiorato. Sono bastati pochi minuti per infiammare un consiglio regionale già a suo modo anomalo per un clima da ultimo giorno di scuola in attesa delle dimissioni del presidente Giovanni Toti.
La miccia che ha innescato lo scontro è stato il “no” del presidente Gianmarco Medusei alla discussione dell’ordine del giorno presentato dalle opposizioni sul trasferimento del rigassificatore da Piombino a Vado Ligure, pratica che nelle ultime settimane ha portato a galla le spaccature interne alla maggioranza con Lega e Forza Italia che hanno di fatto sconfessato la linea del presidente Toti dimostrandosi contrari al progetto.

Le minoranze chiedevano l’inserimento dell’ordine del giorno all’interno della discussione sul bilancio o, in alternativa, dentro l’omnibus. Entrambe le proposte sono state bocciate dal presidente Medusei, scelta che ha scatenato la bagarre in aula con tanto di rissa sfiorata tra Claudio Muzio e Ferruccio Sansa: prima lo scontro verbale in aula, poi il secondo round nei corridoi di via Fieschi a seduta sospesa.

I partiti di opposizione hanno poi convocato una conferenza stampa in cui hanno espresso quanto già emerso in aula con la richiesta di dimissioni al presidente Medusei, accusato di aver tenuto un atteggiamento antidemocratico.

Le minoranze hanno quindi abbandonato l’aula e il consiglio è proseguito con i soli consiglieri di maggioranza a portare avanti le pratiche rimaste.

Un documento che abbiamo condiviso e nato a seguito del cambio di idea del vice presidente Piana e di parte della maggioranza - ha detto a margine del consiglio Roberto Arboscello (Pd - Articolo uno), primo firmatario dell’ordine del giorno - chiedevamo di trasformare in atto concreto quelle parole, ma dalla maggioranza si è impedito di discutere in aula. Il punto è politico, non si è voluto discutere un ordine del giorno che avrebbe messo in crisi questa maggioranza. Quello che è avvenuto oggi è indecoroso”.

Per Giovanni Pastorino (Linea Condivisa) “Scoprire nell’ultimo consiglio che alcune cose non possono essere collegate ai documenti finanziari è incomprensibile, e ancor più incomprensibile è il “no” alla richiesta del collegamento con l’omnibus. Oggi la maggioranza ha avuto un comportamento censorio andando oltre ogni limite, ha abbandonato Toti e oggi si è visto con momenti di vero imbarazzo”.

Il comportamento del presidente Medusei è irrazionale - ha aggiunto Sergio Rossetti (Azione) - questa giunta ha continuato a dire che procedeva come se nulla fosse successo, nel momento in cui la maggioranza si è spaccata sul rigassificatore sono in campagna elettorale. A Savona sul rigassificatore due partiti dichiarano che mollano la linea politica di Toti”.

Per Fabio Tosi (M5S) la seduta “è iniziata male ed è finita peggio, l’arroganza del presidente Toti è stata iniettata all’interno del presidente del consiglio Medusei. Non far discutere un ordine del giorno che mina il futuro della nostra regione è un pugno alla democrazia. La maggioranza ha perso il senso della ragione, per quanto ci riguarda questo presidente del consiglio non può rappresentarci. Non ha fatto un torto solo a noi ma anche ai capigruppo di Lega e Forza Italia oltre che al presidente facente funzione che si sono dichiarati contro il rigassificatore”.

Abbiamo visto passare di tutto nell’omnibus - ha proseguito Selena Candia (Lista Sansa) - oggi vietarci questi tre ordini del giorno è un chiaro messaggio politico e non tecnico, fanno così perché per loro sono temi spinosi, è spinoso il rigassificatore ma lo è anche Esselunga. Ancora più inspiegabile è aver deciso di non discutere per avere un regolamento sulle lobby perché gli stessi esponenti del centrodestra hanno detto che quanto accaduto a Toti è dovuto all’assenza di un regolamento”.

Oggi si dimostra che la maggioranza sta in piedi con lo sputo, siamo di fronte a una violazione palese di qualsiasi regola - ha concluso Luca Garibaldi (Pd - Articolo uno) - quando si dice che sul rigassificatore non si vuole votare significa che qualsiasi decisione la destra prenda li manda all’aria. Il fatto che il presidente del consiglio regionale decida di bloccare le iniziative della minoranza è la prova che sono alla fine. Una maggioranza che è politicamente finita il 7 maggio e che oggi non è in grado di prendere decisioni. Dimostrano a loro stessi che hanno finito e che dovrebbero andarsene il prima possibile. Non si è mai visto un livello di indecenza politica come questo. Non ho mai visto distruggere le regole minime come in questo caso”.

Pietro Zampedroni


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