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Cronaca | 19 luglio 2024, 09:44

Presunto femminicidio di Piazzale Moroni, la vittima è Laura Guazzotti

Arrestato il convivente Maurizio Ferrigno. Quest'oggi l'autopsia. Il 12 ottobre 2003 nel quartiere savonese l'omicidio di Rinino, l'Arsenio Lupin savonese

Femminicidio di Piazzale Moroni, la vittima è Laura Guazzotti

È la 68enne Laura Guazzotti la donna che è stata trovata senza vita in un appartamento di Piazzale Moroni a Savona.

A contattare i vicini di casa e i soccorsi richiedendo l'intervento il 67enne Maurizio Ferrigno, il quale aveva riferito al personale del 118 di aver rinvenuto, all’interno della propria camera da letto, il corpo senza esanime della propria convivente.

Sul posto mercoledì mattina era intervenuto il personale delle Volanti, della Squadra Mobile, della Polizia Scientifica e il Pubblico Ministero Luca Traversa che ha coordinato le indagini.

Sul corpo della donna, al primo esame esterno, erano emersi lividi e un ecchimosi sul petto. L'autopsia che verrà effettuata quest'oggi dal medico legale Luca Vallega potrebbe chiarire alcuni dubbi sul decesso.

"Il sessantasettenne indagato, pur rendendo dichiarazioni non del tutto coerenti sui fatti, non si è attribuito la responsabilità del decesso, le cui precise cause devono essere oggetto di riscontro autoptico" specificano dalla Questura.

Dall'interrogatorio dell'uomo, avvenuto in Questura, infatti si sarebbero evidenziate molteplici contraddizioni tra quanto dichiarato e quanto emerso, anche sulle modalità di ritrovamento del cadavere. 

A seguito delle contestazioni fhe gli sono state rivolte dagli investigatori l’indiziato ha confessato che, durante la notte, al culmine di una lite dovuta alle continue richieste di denaro da parte della compagna, aveva colpito la donna all’altezza del petto provocandole un malore al quale seguiva la morte.

Nel tardo pomeriggio di ieri, i poliziotti della Squadra Mobile, a Savona, hanno sottoposto a fermo per omicidio aggravato Ferrigno che attualmente si trova nel carcere di Genova Marassi e nella mattinata di domani si terrà l'udienza di convalida davanti al Gip Alessia Ceccardi.

Secondo quanto sarebbe emerso la coppia viveva in situazioni di estrema difficoltà ed era seguita dai Servizi Sociali comunali.

Nello stesso quartiere, che soprattutto nel passato era diventato per la città del comune capoluogo una zona "difficile" dove è regnato il degrado per molto tempo, era stato ucciso il 12 ottobre del 2003 da Agostino Yuri Scalise (ritornato agli "onori della cronaca", per aver ceduto l'arma a Safaiou Sow, l'omicida di Danjela Neza), Renato Rinino, soprannominato l'Arsenio Lupin di Savona. 

L'omicidio avvenuto per motivi di gelosia, era stato compiuto nell'appartamento di Rinino in Piazzale Moroni con il suo assassino che aveva sospettato che la moglie avesse una relazione con il 'ladro gentiluomo'.

Rinino era diventato un personaggio famoso quando nel 1997, dopo la morte di lady Diana, si era autodenunciato per aver rubato, nel febbraio 1994, diversi gioielli al Principe Carlo d'Inghilterra all'interno della residenza di St. James Palace a Londra beffando sia le guardie sia i sistemi d'allarme. Si era anche detto che tra la refurtiva ci fossero anche delle lettere scritte da Camilla Parker al Principe Carlo, ma Renato Rinino dichiarò che quelle lettere non le aveva portate via.

L'omicidio di Rinino avvenne la mattina del 12 ottobre. Pochi minuti dopo le otto Yuri Scalise bussò alla porta dell'alloggio della famiglia Rinino. Appena gli venne aperto, raggiunse la camera dove l'Arsenio Lupin savonese sta ancora dormendo e dopo una breve discussione lo uccise con un colpo di pistola alla tempia. 

Poi, fuggendo, esplose un altro colpo di pistola che ferì Paolo Rinino al torace. 

Subito iniziarono le ricerche dell'assassino da parte dei carabinieri del nucleo operativo di Savona coordinate dal procuratore capo Vincenzo Scolastico. 

Il 16 ottobre nei pressi della stazione di Desenzano del Garda venna ritrovata l'auto, una 'BMW 320', utilizzata da Scalise per allontanarsi da Savona. Quattro giorno dopo i carabinieri scoprirono le tracce del fuggitivo in Spagna, dove aveva chiesto informazioni sui voli aerei diretti in Brasile. 

Il 28 ottobre Scalise, nei confronti del quale era stato nel frattempo firmato un ordine di cattura internazionale, venne arrestato dalla polizia portoghese nei pressi di Coimbra. L'uomo venne trovato all'interno di una stanza di un modesto motel della cittadina portoghese. Era in compagnia di un'amica brasiliana che aveva conosciuto durante la sua latitanza a Desenzano, con la quale aveva intenzione di fuggire oltreoceano. 

Il 29 settembre 2004 , in tribunale a Savona, di fronte al giudice per l'udienza preliminare Caterina Fiumanò, era iniziato il processo a carico di Scalise per l'omicidio volontario. Il 19 ottobre il gup Fiumanò conferì al dottor Paolo Bianchi il compito di effettuare una perizia psichiatrica sull'omicida.

Secondo il perito il pizzaiolo era incapace d'intendere quando uccise Rinino, perché stordito da un mix di cocaina, hashish e alcol. 

Lo stesso perito disse che 'Scalise aveva una personalità disturbata, ma non è infermo di mente e che avrebbe ucciso sotto l'influsso di droghe ed alcol, e che dunque non era capace d'intendere". 

Il consulente nella sua relazione aggiunse però che Scalise è capace e che quindi è imputabile, cioè che può affrontare il giudizio. E ancora, che non essendo affetto da patologie, non si poneva la questione della sua pericolosità.

Venne condannato poi a 16 anni di carcere ma con l'indulta e la buona condotta scontò qualche anno in meno (3 anni e 8 mesi gli furono comminati per la cessione dell'arma a Sow.

Di Renato Rinino, invece, si disse molto: era un ladro, spaccone, guascone, delinquente, accentratore, cane sciolto, al di fuori di codici e normali prassi, capace di avere cravatte di seta ma di non aver mai fatto un 740. 

Ma anche tenero con i deboli, generoso con mance cospicue a camerieri e baristi, corteggiatore infedele ed inaffidabile, e da quel che si dice, bravissimo con bambini e vecchietti. Storica fu la restituzione degli effetti personali ad un pensionato al quale aveva svaligiato la casa non sapendo che era una persona indigente.

Luciano Parodi

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