"In provincia di di Savona abbiamo raccolto oltre 25 mila firme sui 4 quesiti, con oltre 150 iniziative tra assemblee nei luoghi di lavoro, banchetti e assemblee pubbliche su tutto il territorio provinciale". Così, attraverso una nota stampa, la Cgil Savona.
"Questa mattina una delegazione della Cgil, guidata dal segretario generale Maurizio Landini, ha consegnato in Corte di Cassazione le firme raccolte per i quattro quesiti referendari da lei promossi per un lavoro tutelato, sicuro, dignitoso, stabile - si legge ancora nella nota - Una campagna referendaria partita il 25 aprile scorso con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle persone che per vivere devono lavorare. Il lavoro deve essere tutelato in quanto diritto costituzionale. In tutto il Paese, ma soprattutto a Savona e provincia dove la precarietà è troppo alta, le retribuzioni mediamente più basse che nel resto delle Provincie del nord ovest e le percentuali di infortuni e malattie professionali sono ancora troppo alte".
"La campagna di raccolta firme promossa dalla Cgil si è conclusa con un risultato straordinario - prosegue la nota - in Italia 4 milioni di firme, in Liguria ben 40 mila liguri hanno firmato a sostegno dei 4 quesiti abrogativi per un totale di 160 mila firme e in provincia di Savona oltre 25 mila firme sui 4 quesiti. A dimostrazione che i problemi ci sono e devono essere risolti. Un viaggio che ha dato modo alla Cgil di Savona di mischiarsi tra la gente, dare risposte, non solo sui quesiti referendari presentati e fortemente voluti dall’organizzazione. Lunghi confronti sono nati intorno ai banchetti, con donne e uomini incuriositi, a volte critici, ma sempre disposti e disponibili a parlare".
"Una straordinaria occasione per raccogliere la domanda di cambiamento declinata sulle mille difficoltà del quotidiano. Una domanda di cambiamento sulla quale migliaia di persone hanno deciso di mettere la propria firma per provare a dare una svolta al Paese. È necessario costruire le condizioni per una occupazione di qualità, più sicura, più retribuita e meno precaria" concludono dalla Cgil.