Attualità - 14 luglio 2024, 10:15

Chiesa in crisi meno contributi per l’8xmille e il vescovo Borghetti lancia un appello: "Sensibilizzare i cittadini per una firma che non costa nulla"

I fondi per la Diocesi di Albenga/Imperia sono diminuiti sensibilmente rasentando il minimo storico del milione di euro

“E' una firma che non costa nulla ma permette di fare un sacco di bene non solo alla Chiesa ma a tutta la società civile”, così il vescovo della Diocesi di Albenga-Imperia monsignor Guglielmo Borghetti sull’8 per mille destinato alla Chiesa cattolica che si conferma in trend negativo anche quest'anno, a causa  del gettito fiscale inferiore ma anche delle scelte fatte dagli italiani al momento della denuncia dei redditi. I fondi, infatti, sono diminuiti sensibilmente rasentando il minimo storico del milione di euro. 

E’ un contributo – prosegue Borghetti - che consente il sostegno del clero, delle parrocchie, dei beni culturali della Chiesa, il restauro di immobili funzionali all’attività religiosa ma anche caritatevole. Purtroppo è uno strumento poco conosciuto anche dagli stessi sacerdoti, per questo dobbiamo impegnarci di più nel promuoverlo”.

Quest’anno sono stati ricevuti dalle Curie i proventi del 2021 ancora condizionati dalla pandemia di Covid 19, ma serpeggia il timore che sempre meno contribuenti decidano di devolvere il proprio 8x1000 alla Chiesa cattolica.

Dovremo impegnarci di più per sensibilizzare i cittadini a porre questa firma che non costa nulla e ha riflessi importanti sul piano anche sociale, considerato il riparto che ne fa la Cei”, sottolinea il presule.

Il meccanismo che regola la ripartizione dell'otto per mille dell'Irpef risale ad una legge del 1985. Le somme devono essere destinate, in parte, a scopi di carattere religioso sotto la gestione della Chiesa cattolica.

Nel caso il contribuente non esprima alcuna scelta la destinazione si stabilisce in quota proporzionale. Oltre alla Chiesa Cattolica che, appunto destina i soldi alle esigenze di culto, al sostentamento del clero, agli interventi caritativi a favore della collettività nazionale o di Paesi del terzo mondo, in virtù del pluralismo religioso esistente in Italia partecipano anche le Assemblee di Dio in Italia (ADI), gli avventisti, i valdesi, i buddisti, i luterani, i battisti, gli ortodossi, la Chiesa apostolica, gli induisti e la religione ebraica.

Restano fuori i musulmani nonostante siano la seconda religione in Italia in quanto non riescono a trovare un unico interlocutore per siglare l'Intesa con lo Stato Italiano a causa delle varie profonde spaccature all’interno del mondo islamico.

Redazione