Politica - 11 luglio 2024, 13:38

La Corte Ue sulle spiagge: "Legittimo l’esproprio delle opere non amovibili a fine concessione"

Nel frattempo ricorso al Tar dell'Agcm che ha impugnato le delibere dei comuni di Alassio, Finale e Celle

La norma del Codice della navigazione che prevede che le opere non amovibili che sono state costruite sulle spiagge vengano acquisite a titolo gratuito dallo Stato alla fine di una concessione, non costituisce restrizione alla libertà di stabilimento.

E' quanto ha definito la Corte di giustizia Ue che si è pronunciata  sul ricorso della Società italiana imprese balneari contro il Comune di Rosignano Marittimo (Livorno). Una doccia fredda pe ri balneari alle prese con la Bolkestein.

Il contenzioso risale all'appello presentato dalla Sib al Consiglio di Stato dopo che, al termine della concessione, le opere che la società aveva costruito nel suo stabilimento balneare sul territorio di Rosignano Marittimo erano state acquisite a titolo gratuito dallo Stato,  come previsto dal codice di navigazione italiano, imponendo di conseguenza il pagamento di canoni demaniali maggiorati.

Il Consiglio di Stato si è rivolto alla Corte di giustizia europea per chiedere se la norma nazionale che prevede che le opere non amovibili costruite su una spiaggia vengano automaticamente acquisite dallo Stato alla scadenza del periodo di prova, senza indennizzo per il concessionario che le ha realizzate, rappresenti una restrizione alla libertà di stabilimento sancito nell'articolo 49 dei Trattati.

La norma del codice di navigazione italiano, hanno evidenziato i giudici di Lussemburgo, si applica "a tutti gli operatori esercenti attività nel territorio italiano" e per questo "non costituisce una restrizione alla libertà di stabilimento".

Tutti gli operatori, spiegano i giudici, "si trovano ad affrontare la medesima preoccupazione: quella di sapere se sia economicamente sostenibile presentare la propria candidatura e sottoporre un'offerta ai fini dell'attribuzione di una concessione sapendo che, alla scadenza di quest'ultima, le opere non amovibili costruite saranno acquisite al demanio pubblico".

E aggiungono che "la norma non riguarda le condizioni per lo stabilimento dei concessionari autorizzati a gestire un'attività turistico-ricreativa sul demanio pubblico marittimo", prevedendo "soltanto che, alla scadenza della concessione e salvo che sia diversamente stabilito, le opere non amovibili siano incamerate immediatamente e senza compensazione finanziaria nel demanio pubblico marittimo".

L'appropriazione gratuita e senza indennizzo da parte dello Stato, spiega la Corte Ue, "costituisce l'essenza stessa dell'inalienabilità del demanio pubblico". Un principio che "implica" che quest'ultimo "resta di proprietà di soggetti pubblici e che le autorizzazioni di occupazione hanno carattere precario", ovvero possiedono "una durata determinata e sono revocabili". Tutti elementi che, secondo i giudici Ue, "la Siib non poteva ignorare".

Nel frattempo l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha impugnato al Tar della Liguria le delibere di cinque comuni liguri, tre del savonese, Alassio, Finale Ligure e Celle Ligure, con le proroghe delle concessioni balneari oltre il termine del 31 dicembre del 2023.

Una situazione che negli ultimi due comuni si è trovata a ridosso di due amministrazioni diverse. Nel finalese da questo punto di vista la continuità amministrativa è chiara dalle parole del neo sindaco Angelo Berlangieri: "Il Comune ritengo abbia fatto il suo dovere quando sono state concesse queste proroghe, è stata un'azione che condivido. Il problema è l'essere stati abbandonati dal Governo centrale che sta lasciando i Comuni, i quali non hanno il fondamento legislativo per potersi adoperare (nell'ambito operativo dell'attuazione della Bolkenstein, ndr) soli senza una soluzione ad affrontare la questione".

"Ovviamente ci opporremo a questo ricorso dell'Agcm, una questione sulla quale ho voluto fin da subito mettermi all'opera dal momento successivo all'elezione - afferma netto il primo cittadino finalese - Stiamo, con senso di responsabilità, confrontandoci con altre amministrazioni e associazioni e cercheremo di affrontare il problema per non lasciare soli e in difficoltà i nostri stabilimenti balneari che sono un bene assoluto".

"Abbiamo dato l'incarico ad un avvocato per capire come muoverci sul ricorso che è legato a due delibere della precedente amministrazione, ma per correttezza abbiamo parlato con i presidenti delle associazioni - ha continuato il primo cittadino di Celle Marco Beltrame - dobbiamo cercare di capire come procedere come Comune, è tutto ancora fumoso. Stiamo monitorando la situazione".

Redazione