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Politica | 09 luglio 2024, 19:46

Alisa “fallita”, liste d’attesa, carenza di personale e fughe di pazienti fuori regione: sulla sanità è muro contro muro in consiglio regionale

Bocciata la risoluzione con cui le minoranze chiedevano di “elaborare entro tre mesi una riforma della normativa regionale e i nuovi atti di programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale, in direzione alternativa al modello attuale”

Alisa “fallita”, liste d’attesa, carenza di personale e fughe di pazienti fuori regione: sulla sanità è muro contro muro in consiglio regionale

Dopo una mattinata all’insegna della collaborazione, culminata con la votazione all’unanimità del disegno di legge bipartisan sulla proroga delle graduatorie per l’assunzione di personale sanitario, il consiglio regionale è tornato a spaccarsi quando, alla ripresa dei lavori, si è arrivati al fulcro del monotematico richiesto dalle opposizioni: la situazione del sistema sanitario regionale.
Un macrotema figlio anche del tavolo organizzato dalle minoranze alla vigilia del consiglio per mettere nero su bianco la proposta unitaria per la sanità regionale, prima prova di un ‘campo largo’ che sembra prendere sempre più piede e che nelle prossime settimane andrà a toccare anche altri temi di interesse regionale come lavoro e ambiente.
Nell’anticipare la risoluzione firmata dai gruppi di opposizione, Giovanni Pastorino (Linea Condivisa) ha definito come “statico” il sistema sanitario ligure sottolineando poi che “le altre regioni attraggono i nostri cittadini per le cure, sono regioni che hanno saputo investire nella costruzione di ospedali, voi non avete costruito niente”. E poi la bordata ad Alisa, l’Azienda sanitaria di Regione Liguria, nata nel 2016: “È fallita”. 


Dall’abolizione di Alisa ai consultori, la risoluzione delle opposizioni

Nella risoluzione si chiede di “elaborare entro tre mesi una riforma della normativa regionale e i nuovi atti di programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale conseguenti, in direzione alternativa al modello attuale, e in particolare con iniziative che abbiano al centro i seguenti obiettivi e strumenti”. In poche parole: una svolta nel sistema sanitario regionale.

ABOLIZIONE DI ALISA, NUOVA GOVERNANCE, PARTECIPAZIONE
Occorre superare l’ormai pletorica organizzazione della governance regionale in materia sanitaria, a partire dall'abolizione dell’Azienda Ligure Sanitaria, fino alle Cabine di regia previste dalle DR 143/2024, in modo da ricondurre, come avviene in altre Regioni, la titolarità delle iniziative di programmazione in capo al Dipartimento Salute, con la possibilità di liberare risorse e personale a disposizione di Regione Liguria, Aziende Sanitarie e Ospedaliere e IRCSS. Nella riforma della governance, va restituita maggiore capacità di compartecipazione ai Comuni e alle comunità - tramite le Conferenze dei Sindaci e ad altre forme di democrazia sanitaria - valorizzando la loro capacità di programmazione e di verifica dei risultati, in quanto negli ultimi anni le istituzioni locali e la cittadinanza sono state marginalizzate nei processi decisionali, anche per quanto riguarda l'attuazione del PNRR

INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA, CO-PROGETTAZIONE E CO-PROGRAMMAZIONE. UN NUOVO PIANO SOCIALE-SANITARIO INTEGRATO
Con l'abolizione di ALISA e la contestuale revisione del modello normativo e di governance, occorre procedere al superamento della divisione tra il Piano Socio Sanitario Regionale e il Piano Sociale Integrato Regionale, con la definizione di un nuovo Piano Sociale-Sanitario Integrato, al fine di rafforzare sempre di più l'integrazione sociosanitaria, favorire i percorsi di presa in carico e di assistenza, integrare le figure sociali/sanitarie di comunità, rispondere ai bisogni complessivi della persona. A tal fine, occorrerà rendere sistematico, nel nuovo protagonismo dei Distretti, il concorso degli enti del Terzo Settore nella co-programmazione e co-progettazione, istituzionalizzando, anche su basi territoriali forme di collaborazione con sindacati, associazioni di categoria, di pazienti e di volontariato

UNIVERSALITÀ DEL SERVIZIO SANITARIO
All'interno della nuova programmazione va ribadito in maniera prioritaria il fatto che il servizio sanitario regionale deve tornare ad essere un servizio universale, accessibile per ciascuna persona presente sul territorio regionale, nel rispetto dell'art 32 della Costituzione. Ogni azione della Regione deve esser informata al fine di rimuovere gli elementi di disuguaglianza di salute e di cura in particolare nelle aree interne e meno popolate, ma anche nelle "ali" della regione -, con azioni specifiche e iniziative proattive che garantiscano il rispetto su tutto il territorio dei Livelli Essenziali di Assistenza, a partire da una azione straordinaria rivolta ai soggetti che rinunciano alle cure, dalla cronicità per arrivare alla presa in carico delle marginalità e degli invisibili, come le cure primarie per i senza fissa dimora, per la quale va applicata pienamente la normativa regionale. Attenzione maggiore va destinata alla salute in carcere, con un rafforzamento dei servizi, a partire dall'applicazione delle linee guida nazionali in materia

CENTRALITÀ DELLA PREVENZIONE
Riconoscere centralità nella programmazione e nel finanziamento della prevenzione in tutte le sue accezioni e articolazioni, con misure dedicate, investendo con il continuo potenziamento delle risorse umane ed economiche negli ambiti della prevenzione collettiva della salute umana, animale e ambientale. Particolare priorità va data alla sicurezza sui luoghi di lavoro. In tal senso è fondamentale il rafforzamento degli PSAL, a partire da un piano assunzionale dedicato, con l'aumento delle iniziative anche per lo stress-lavoro correlato e il benessere degli operatori, dando completa applicazione a quanto previsto dai Livelli Essenziali di Assistenza, assicurando un collegamento più forte con l'assistenza distrettuale e la medicina territoriale. Un maggiore investimento va dato alla cd. Medicina d'iniziativa che si occupa della persona prima che le patologie insorgano o si aggravino. In tal senso occorre rafforzare le iniziative collegate agli screening, ai piani di prevenzione primaria, a partire dalle scuole, dai luoghi dello sport e della socialità, anche per quanto riguarda i corretti stili di vita e l'emergere dei disturbi alimentari. Centrale, per quanto riguarda la salute pubblica, il rafforzamento delle iniziative di prevenzione collegate all'emergere di nuovi fenomeni pandemici, così come le misure legate alle vaccinazioni, a partire dall'età pediatrica

PRIORITÀ AI SERVIZI TERRITORIALI E DI PROSSIMITÀ
Nella riorganizzazione del sistema sanitario regionale, e per la piena attuazione della disciplina nazionale in materia sanitaria, prevista dal DM 77/2022, è fondamentale promuovere - con investimenti e personale - un sistema capillare di Medicina del territorio, per riportare ad unità i servizi territoriali, per garantire prossimità alla persona e alla comunità, ricomporre la continuità tra prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, in una logica di rete adatta ad ogni contesto - costituita con il protagonismo attivo degli enti locali e dei professionisti, con modalità adatte anche alla profonda differenziazione demografica e di bisogni della popolazione del territorio. In questo senso, va invertita la tendenza attuale sostenendo la Continuità Assistenziale e conferendo maggiore ruolo e protagonismo, accanto alle Farmacie dei Servizi, ai MMG e ai PLS, anche con soluzioni atte a favorire l'alleggerimento delle incombenze di carattere amministrativo a loro carico e con incentivi per l'insediamento in aree a rischio desertificazione sanitaria. In questo senso occorre dare reale attuazione al ruolo dei MMG, del PLS, delle altre figure sanitarie e socio sanitarie nelle nuove Case di Comunità, con un confronto più attivo con Distretti e il territorio. I servizi territoriali svolgono un ruolo fondamentale anche al fine di "alleviare" la pressione sui Pronto Soccorso, in grande difficoltà di personale: per questo è necessario promuovere una ulteriore misura di filtro, con la promozione dei CAU - Centri di Assistenza e Urgenza - strutture territoriali destinate alla gestione delle urgenze sanitarie a bassa complessità clinico assistenziale che garantiscono, oltre alle prestazioni erogate dalla Continuità Assistenziale, prestazioni non complesse attualmente erogate nei Punti di Primo Intervento e nei Pronto Soccorso

GOVERNO LISTE D'ATTESA E QUALITÀ DELLE PRESTAZIONI
Per superare l'attuale vigente Piano Restart di Regione Liguria, che non interviene sulle cause strutturali delle liste d'attesa, dando priorità esclusiva all'acquisto di prestazioni da erogatori privati, è necessario adottare un nuovo Piano Regionale di Governo delle Liste d'Attesa, superando l'attuale regime di equivalenza/competizione tra gli erogatori pubblici e privati convenzionati, che penalizza il pubblico. Occorre una reale programmazione pubblica regionale secondo i bisogni di salute della popolazione, individuati assieme agli studi di carattere epidemiologico, assenti da un decennio, sostenendo soluzioni di migliore utilizzo degli attuali erogatori pubblici per ridurre i tempi delle liste d'attesa, e prevedere risorse per assunzioni dedicate a tal fine. Accanto a ciò la programmazione regionale deve effettuare una ricognizione delle capacita/qualità delle prestazioni erogate dalle strutture contrattualizzate, nella logica dell'integrazione e della trasparenza

EMERGENZA PERSONALE: FORMAZIONE E PROTAGONISMO DEGLI OPERATORI
In considerazione della proroga delle graduatorie per specialisti e operatori sanitari, i nuovi atti di programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale dovranno prevedere, per la durata della sua vigenza, un Piano dei fabbisogni del Personale, ad oggi assente nell'attuale PSR. Una carenza che, assieme ai vincoli per l'assunzioni e i ritardi, rende la politica per il personale frammentaria, disomogenea su base territoriale e aziendale, obbligandola ad operare in condizioni di emergenza e di deroga. Particolare attenzione dovrà essere destinata al settore dei servizi non sanitari, agli appalti, anche per quanto riguarda le condizioni di lavoro. I ritardi gestionali da parte di ALISA hanno ulteriormente complicato in generale il quadro delle assunzioni e dei concorsi. Accanto ai fabbisogni - e al rinnovo dei contratti nazionali e al necessario aumento del riconoscimento economico, da definire su base nazionale - occorre rafforzare i canali di formazione degli operatori sanitari e socio sanitari, dall'orientamento ai corsi di laurea, alla specializzazione, alla formazione dei medici, con investimenti mirati e defiscalizzazioni per "trattenere" e "incentivare" i percorsi formativi, con un confronto sempre più stretto tra Università e SSR

ANZIANI, NON AUTOSUFFICIENZA, DISABILITÀ E RUOLO DEI CAREGIVER
Nella regione più anziana d'Italia, prioritaria è la costruzione di modelli, anche in forma sperimentale, che vadano nella direzione della presa in carico della popolazione fragile, non autosufficiente o con disabilità. Occorre dare completa attuazione ai principi della Riforma per la non autosufficienza, con una progressiva implementazione dei servizi di assistenza domiciliare, anche con l'utilizzo della telemedicina, con misure specifiche per le aree interne e le zone periferiche, ove maggiore è il rischio di esclusione sociale e isolamento. Accanto a ciò, è necessaria una riqualificazione e sostegno delle strutture residenziali, attivandosi per uno sblocco dei posti convenzionati, fermi al 2014, per rispondere alle crescenti esigenze dei nuclei familiari con persone non autosufficienti o con disabilità. In forma sperimentale, va attivato uno strumento di sostegno ai caregiver (oltre 200mila in Liguria),con una iniziativa legislativa regionale che consenta di dare supporto psicologico, economico e formativo a chi si prende cura, individuando aree e tipologie di soggetti a maggiore rischio

SALUTE MENTALE, NEUROPSICHIATRIA INFANTILE E MALATTIE RARE
A fronte dell' emergente tema della salute mentale è prioritario estendere, per metodologia e contenuti, l'esperienza del Patto per la Salute Mentale in ogni ASL, al fine di attivare percorsi e relazioni. Occorre dare piena attuazione alla nuova figura dello Psicologo territoriale, inserito nelle case di Comunità, attivandolo già in ogni distretto. È necessario rivisitare filiere residenziali, con investimenti mirati su servizi e strutture "leggere" rivolte a persone con disabilità psichiatriche e famiglie. Per quanto riguarda la psichiatria, va istituito, all'interno della nuova programmazione, l'Osservatorio sulle Malattie Psichiatriche, assieme ad una nuova strategia di rete per psichiatria di età precoce (12-24) con strutture anche d'urgenza e di ricovero. Occorre risolvere in maniera strutturale, come non accaduto in questi anni, il tema delle liste d'attesa per la neuropsichiatria infantile: occorre una task force regionale, per una presa in carico condivisa e omogenea sul territorio regionale, evitare interventi standardizzati e "pacchetti" di prestazioni, con investimenti economici e di personale. Occorre altresì, riattivare il Piano Nazionale delle Malattie Rare, con sportelli dedicati che consentano l'attivazione di centri di riferimenti territoriali

CONSULTORI E MEDICINA DI GENERE
I consultori devono essere riaffermati come spazio pubblico in grado di sviluppare servizi rivolti al singolo, alla coppia, alle famiglie, alle comunità, in una logica di presidio socio-sanitario territoriale. Non va applicata la facoltà di avere la presenza di associazioni pro-life all'interno di tali spazi, come previsto da una norma nazionale, ma invece va promossa sempre più la presenza di operatori qualificati e occorre garantire omogeneità nei servizi resi, non solo per l'ambito sanitario (contraccezione e consulenza preconcezionale, diagnosi precoce dei tumori femminili e dell'endometriosi, gravidanza e nascita, allattamento, interruzione volontaria di gravidanza, menopausa, promozione della salute), ma anche per l'ambito psicologico (mediazione familiare, sostegno psicologico o sociale individuale, di coppia e familiare, sessualità, sostegno alla genitorialità, spazio giovani, incontri di gruppo). Centrale, in tal senso sarà l'attuazione della medicina di genere, con attenzione ad evidenziare i rischi per donne e uomini e persone di altra identità sessuale o di genere, organizzando ovunque un sistema sanitario territoriale ed integrato con gli altri servizi essenziali. In particolare occorre potenziare la prevenzione a misura di donna che riguarda le patologie a più alto impatto sulla salute della popolazione femminile - a partire dalla piena attuazione della legge regionale sull' endometriosi - e il controllo dei fattori di rischio specifici tra cui la violenza contro le donne ed il burnout da doppi carichi di lavoro. Vanno per questo rilanciate, attraverso i Consultori, attività rivolte alle donne in tutti i servizi ospedalieri e territoriali. Devono essere resi più sicuri e certi i percorsi per l'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza e rispettosi delle scelte delle donne, in tal senso è da garantire la possibilità di fruire del regime ambulatoriale per l'aborto farmacologico

La maggioranza, oltre ad aver respinto fermamente ogni accusa arrivata dai banchi dell’opposizione durante la lunga discussione in aula, ha risposto con una propria risoluzione a firma di tutti i gruppi.
Documento che è stato anticipato dalle parole dell’assessore alla Sanità, Angelo Gratarola, che ha criticato la risoluzione delle opposizioni definendola “antica”.
Garantisco che nel sistema sanitario regionale nessuno è mai stato lasciato indietro - ha detto in aula l’assessore - ho sentito dire che il nostro sistema è arretrato, ma ci è stato chiesto di renderlo disponibile anche per altre regioni. Poi, in merito alla carenza di nuove strutture: “È vero che in nove anni non sono stati costruiti ospedali, ma è molto difficile, le norme sono tante e chiuderli è certamente più facile”.
La Liguria è una regione che ha costi procapite più alti di altre perché ha un alto indice di vecchiaia - ha proseguito Gratarola - costa in termini farmaceutici e di diagnostica, ma anche in termini di sociale. Poi si è sentito parlare delle persone che non si curano, ma la nostra regione ha il 5,8% di persone che rinunciano, dato che è sotto la media nazionale che è al 7%. La Toscana, regione a noi vicina, ha il 6,8%. Non lo vedo come un fenomeno negativo”.
Il Gaslini diffuso è l’unica soluzione - ha concluso Gratarola - l’alternativa sarebbe il deserto pediatrico”.


Riorganizzazione del territorio e un’offerta coerente, la risoluzione della maggioranza

Impegna il presidente ad interim della giunta e l’assessore competente a dare attuazione agli atti di programmazione regionale sanitaria e sociosanitaria ed in particolare: 
La
riorganizzazione del territorio e dei servizi messa in atto dai PSIR e PSSR, consentendo agli operatori afferenti a servizi sanitari e sociali di attuare una modalità di lavoro integrata attraverso strumenti tecnico professionali volti alla realizzazione degli interventi previsti dal D.Lgs. 502/92. Tra questi strumenti ci sono le valutazioni fatte da equipe multiprofessionali, la realizzazione di interventi di riorganizzazione di sistema deputate alla presa in carico delle persone con la redazione di un piano assistenziale individualizzato. dare attuazione al modello organizzativo sperimentale individuato nell'AIR propedeutico alla definizione dell'organizzazione delle Case di Comunità. Nell'ambito delle COT obiettivo è definire matrici di lavoro replicabili per le diverse patologie croniche che integrino il percorso territoriale e quello ospedaliero quando sia necessaria una transizione di setting a partire dal paziente con scompenso cardiaco. avvio in modo incrementale del numero 116117 a fine 2024.
Investire
risorse per l'invecchiamento attivo e per il cosiddetto welfare di comunità, in una logica preventiva e proattiva del benessere della cittadinanza con particolare riferimento alle aree interne. Per quanto riguarda la figura del caregiver proseguire nel sostegno al ruolo, mobilitandosi anche a livello nazionale, al fine di ottenere interventi legislativi di riconoscimento di diritti previdenziali.
Liste d’attesa: procedere con l'attuazione di progetti volti al governo della domanda e al corretto dimensionamento dell'offerta, attraverso il governo della domanda tramite l'appropriatezza prescrittiva che passa anche attraverso strumenti di supporto alla prescrizione che implementano i gestionali dei prescrittori con le tabelle RAO (Raggruppamenti di Attesa Omogenea) in modo interattivo.
Organizzare l'offerta in modo coerente con il bisogno di salute, effettuando una reale separazione dei flussi di accesso dei pazienti ambulatoriali, differenziando il primo accesso, che necessita di tempi di risposta più tempestivi, dagli accessi successivi al primo per follow up e presa in carico della cronicità. Tali accessi, infatti, devono alimentare una lista di prenotazione e non una lista di attesa poiché possono essere pianificati nel tempo in modo coerente con la necessità di salute del cittadino. Per tale motivo va individuato il fabbisogno regionale insieme ai professionisti sanitari.
Sviluppare progettualità in aderenza al Piano Nazionale di prevenzione 2020-2025 con l'obiettivo dell'estensione del prenoto e prevengo nelle Asl con avvio in ASL5.
Sempre nell'ottica di rete, partendo dai risultati ottenuti con questo strumento, procedere all'implementazione della governance con l'obiettivo di massimo efficientamento delle risorse e migliore individuazione dei setting di cura e dell'integrazione dei percorsi, in base alla vocazione delle aziende/enti del sistema regionale.
Risolvere le criticità legate al sovraffollamento del Pronto Soccorso definendo, attraverso il GOME e il DIAR dell'emergenza urgenza, percorsi omogenei tra i DEA.


Come prevedibile, la risoluzione delle opposizioni è stata respinta dalla giunta per voce dell’assessore alla Sanità, Angelo Gratarola, e dal consiglio regionale con i “no” da parte della maggioranza.
Destino contrario per il documento presentato dalla maggioranza, approvato dall’aula con i soli voti contrari da parte delle opposizioni.

Pietro Zampedroni

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