Vendesi, affittasi, cedesi attività. Villapiana è il quartiere più popoloso di Savona ma anche quello dove le botteghe storiche, attività gestite da generazioni, cercano di resistere ma non sempre ce la fanno. Non è facile per attività commerciali e artigiane che stanno vivendo una crisi generalizzata dei consumi, peggiorata dalla pandemia e dalle varie crisi come quella della guerra in Ucraina, che hanno fatto salire i prezzi delle materie prime e prodotti.
Ad aggravare la situazione c'è anche un tessuto commerciale più disgregato rispetto al passato, quando c'erano i Comitati di commercianti o i Civ, i Centri integrati di via che riunivano più attività per iniziative legate al quartiere e alla valorizzazione del commercio. I piccoli, poi pagano anche la concorrenza della grande distribuzione.
Via Piave e via Torino sono tra le più colpite; a chiudere sono state attività di diverso genere, bar, macellerie, alimentari e dove non c'è il cartello affittasi i locali una volta dedicati al commercio sono stati trasformati in box.
"Sono qui da quasi 30 anni – dice un commerciante – ed è veramente dura. I prezzi sono saliti per tutti, le famiglie stanno più attente ai soldi che spendono, gli affitti sono cari, le tasse sempre più alte e una volta come commercianti eravamo più uniti. Ora non c'è nemmeno più un referente di zona, ognuno va per conto suo".
"Che ci sia una crisi nazionale non c'è dubbio – spiega l'assessore al Commercio Elisa di Padova – e proprio a livello nazionale Anci e Confcommercio vorrebbero fare uno studio sui Distretti del commercio. I Distretti permetterebbero di fare politiche di marketing e di promozione, ma la Regione Liguria, a differenza di Lombardia e Piemonte non li ha riconosciuti".
Palazzo Sisto, e Confcommercio, pensano al rilancio dei Civ per ravvivare il tessuto commerciale di questo e altri quartieri . "Anni fa c'era un Civ a Villapiana, oggi il tessuto è più disgregato – prosegue Di Padova – via Verdi è quella che si è più depauperata. Come amministrazione abbiamo sostenuto alcune manifestazioni nei quartieri che servono anche per promuovere il commercio".
Un altro tema annoso è la questione del caro affitti e dei tanti locali vuoti. "Con Confcommercio abbiamo partecipato ad un bando regionale di lotta agli sfitti – conclude Di Padova - per fare uno studio approfondito sui locali commerciali non affittati in città e sulle azioni per promuovere lo sviluppo locale. Sul fronte nuove aperture, come giunta, abbiamo deliberato la Tari e la tassa sulle insegne gratuite per i primi tre anni e il suolo pubblico gratuito il giorno dell'inaugurazione. Per noi le botteghe sono una componente importante del tessuto cittadino".
Ma per la lotta allo sfitto Palazzo Sisto sta anche pensando, bilancio permettendo, di intervenire sull'Imu. "Inizialmente avevamo pensato ad una riduzione sull'Imu per chi affitta locali commerciali sfitti da un determinato periodo di tempo – spiega Di Padova -ma non saprebbe stato corretto nei confronti di chi ha in affitto i propri locali. L'idea alternativa sarebbe quella di intervenire con una riduzione dell'Imu per chi ha i locali commerciali affittati e incidere di più su quelli sfitti da un determinato periodo di tempo. Tutto dipende da quanto una manovra simile potrebbe pesare sul bilancio".