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Attualità | 30 giugno 2024, 15:23

Lontano (ma non troppo) dalle strade del Giro, quella provinciale "dell'outdoor" dove l'asfalto voragini e "tappulli" (FOTO)

Viaggio lungo la Sp23 che dal Finalese porta sul Colle del Melogno, sempre più frequentata da bikers, shuttle e turisti ma dove la sicurezza è a rischio

Lontano (ma non troppo) dalle strade del Giro, quella provinciale "dell'outdoor" dove l'asfalto voragini e "tappulli" (FOTO)

"Ah, passasse il Giro d'Italia anche da qui...". Quante volte, tra il serio e il faceto, questa frase ha riecheggiato spuntando qua e là per strada o nelle piazze social tra i commenti della gente. E dar torto a chi, nell'entroterra tra il Finalese e la Val Bormida, lo ha almeno pensato una volta negli ultimi mesi.

Bisogna fare un passo indietro per avere però chiaro il quadro della situazione. Lo scorso 7 maggio una delle prime tappe della corsa in rosa percorre il savonese e così la Provincia avvia un piano di asfaltature che contiene, tra le altre, la Sp38 “Mallare–Bormida-Osiglia” per circa 9 km vicino al quadrivio del Colle del Melogno. Zona alla quale si giunge, dalla costa, passando per la Sp23 che arriva da Calice Ligure.

E' proprio percorrendo quest'ultima, una volta arrivati verso il punto dal quale si scollina verso l'Alta Valle, che viene quasi spontaneo domandarsi: e se fosse passato dalla Sp23 il Giro?

Tralasciando le ironie, anche troppo facili, quella che si presenta ai tanti e sempre più frequenti turisti e sportivi appassionati di outdoor e di entroterra, un numero crescente negli ultimi anni così come altrettanto in crescita sono i rapporti tra le realtà locali della costa e delle vallate che scorrono grazie a queste vie, è una situazione di forte degrado.

Buche più o meno ampie, più o meno profonde, "tappulli" (per dirla proprio alla ligure, ovvero rattoppi) con pezze di cemento sconnesse tra loro che rendono la percorrenza stessa di questa provinciale un accenno di esperienza fuoristrada, anche senza scendere dai sentieri, numerosissimi e celeberrimi in tutto il mondo, che si trovano in zona.

Una questione certo di decoro ma pure di sicurezza, visto il traffico della zona. E se è pur vero che molte sono le strade necessitanti di manutenzione, concedeteci un appello: non dimentichiamoci dell'entroterra, non dimentichiamoci che il suo sviluppo passa anche da una viabilità sicura e curata.

Mattia Pastorino

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