/ Cronaca

Cronaca | 26 giugno 2024, 16:21

"La Marcella" a Ferrania, la sentenza: revocato il sequestro preventivo e via alla restituzione delle aree

Ordinata dal Tribunale la demolizione delle opere abusive. Tre i condannati

"La Marcella" a Ferrania, la sentenza: revocato il sequestro preventivo e via alla restituzione delle aree

È stata ordinata la demolizione delle opere abusive ed è stato revocato il sequestro preventivo con l'immediata restituzione delle aree agli aventi diritto.

Questa la decisione del Tribunale di Savona che ha condannato anche 3 persone (una aveva già deciso di patteggiare) in merito all'area denominata “La Marcella”, in località Ferrania, frazione del comune di Cairo Montenotte.

Nell'aprile del 2021 dopo una lunga e complessa attività d'indagine coordinata dalla Procura di Savona, i carabinieri forestali cairesi e il Gruppo Ambiente della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica, con il supporto dei colleghi forestali di Cosseria, avevano dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo, emesso dal giudice per le indagini preliminari.

I sigilli erano stati posti sull’opera di “rilevato” per nuove attività produttive, su un lotto di circa 4 ettari precedentemente ad uso rurale/maneggio, realizzato tramite l'asportazione preliminare di uno strato di terreno fertile per oltre tre metri di profondità, rivenduto come terreno vegetale, e il successivo riempimento e innalzamento delle quote originarie con l’abbancamento di terre e rocce provenienti dagli scavi delle gallerie del Terzo Valico Ferroviario. 

Il volume complessivo del manufatto superava i 225.000 metri cubici di aggregati; per un’altezza in parte superiore agli otto metri.

Dalle indagini e dalle consulenze tecniche effettuate sarebbe emerso che l’opera, avviata nel 2016, era stata assentita tramite la presentazione di una serie di pratiche edilizie giudicate illegittime e, pertanto, in oggi in assenza di idoneo titolo autorizzativo.

Qualificata dalla committenza come “manutenzione straordinaria” e giustificata come necessaria per l'insediamento di future attività industriali, l’opera in concreto avrebbe determinato un’imponente trasformazione morfologica del territorio, del tutto priva di una lecita pianificazione/destinazione. Inoltre l’opera sarebbe risultata priva della preliminare autorizzazione idraulica, necessaria per la presenza del limitrofo Rio Miglialunga, e realizzata all’interno della “fascia di inedificabilità assoluta” prescritta dalla normativa vigente.

Gli accertamenti erano stati avviati nel febbraio del 2019, quando i forestali erano intervenuti per un presunto inquinamento del Rio Miglialunga, per poi concentrarsi sulla verifica della legittimità dell’iter seguito per la realizzazione dell’imponente rilevato. 

Quattro erano state le persone denunciate dai militari per reati urbanistico-edilizi e violazioni di polizia idraulica: il committente dei lavori, il tecnico incaricato e gli esecutori materiali. Ieri poi è stata letta la sentenza dal Palazzo di Giustizia savonese.

"Il procedimento penale non ci riguarda. Come comune, siamo interessati al procedimento amministrativo, auspicando di giungere a una modifica definitiva dell'area con un progetto di bonifica realizzabile e completato" ha detto il sindaco Paolo Lambertini.

Luciano Parodi

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di SavonaNews.it su WhatsApp ISCRIVITI

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium